Finalmente una boccata di ossigeno. Una bella boccata da sei punti in due partite.
Dopo un mese e mezzo di boccheggiamento, crudele per altro, perché accompagnato da una viva speranza nelle capacità della squadra, puntualmente disattesa, il Toro incassa meritatamente due vittorie di fila.
Vittorie che arrivano in concomitanza ad almeno quattro notizie importanti, quasi fosse una congiunzione astrale.
La più semplice tra queste è sicuramente l’arrivo dell’attesissimo goal di Belotti, ragazzo che ha sempre dimostrato in campo grinta e spirito di sacrificio e che già nella scorsa partita a Bergamo ha rischiato di siglare la prima marcatura.
Forse avrebbe preferito segnare nello stadio della provincia Natale, per quanto mi riguarda, però, è giunta nel migliore dei modi: in casa, sotto la Maratona, a sbloccare una partita dominata ma ostica, dopo una prestazione davvero di livello.
Sarò perfezionista e maniacale ma l’unica sbavatura su questo tripudio di belle coincidenze è, parliamoci chiaro, l’innegabile aggiustatina che il Gallo ha dato al pallone con il braccio.
A scanso di equivoci, ci ha pensato il professor Vives a rimettere in chiaro quale fosse l’incontestabile risultato della partita.
Rimane ancora a secco Quagliarella, che porta a casa una traversa, e se il treno della sorte seguirà gli stessi binari che ha percorso per Belotti (anche per lui colpo di testa sulla traversa a Bergamo), contro la Roma potrebbe essere una buona idea fargli arrivare qualche pallone in più.
Vediamo dunque la seconda notizia: il rinnovo-party alla sede del Toro.
Hanno infatti deciso di prolungare i contratti un discreto numero di giocatori: Moretti, Bovo, Gazzi, Vives, Lopez e Peres. Quest’ultimo in particolare ha esteso il suo legame con la maglia granata fino al 2020, e ciò rappresenta senza dubbio un’ottima mossa di mercato per il futuro, poiché, pur rischiando di dover pagare lo stipendio ad un calciatore (per definizione, toccate quel che volete, “rompibile”), Petrachi è riuscito a chiudere in cassaforte il contratto di un giocatore che al Toro può tornare utile sia in campo, sia in una eventuale operazione nella quale l’acquirente dovrà sborsare una cifra non indifferente per liberare il brasiliano dalle grinfie del d.s. granata.
Manca ancora la firma alle quasi certe proroghe che riguardano Maksimovic, il capitano Glik ed il mister Ventura.
Ed è proprio il nostro allenatore che ci porta alla penultima notizia che tratteremo.
Giampiero Ventura non è infatti soltanto il più longevo allenatore della Serie A (al Toro dal 2011, 191 panchine), ma è a due presenze dal superare il grande Mondonico ed eguagliare il leggendario Radice in quanto a presenze a bordo campo.
I risultati che il mister ha contribuito in prima linea a realizzare superano di gran lunga qualunque altra stagione lo abbia preceduto negli ultimi vent’anni o poco più, e mentre si appresta a segnare sul suo diario un traguardo meritato e prestigioso, una manciata di sagaci allenatori mancati sul web invoca la sua sostituzione. Puro dadaismo calcistico.
Arrivo infine all’ultimo ragguaglio, che ben si adatta alle appena citate imprese del decano in panchina.
Il Toro si colloca, ad oggi, all’ottava posizione in classifica e può vantare addirittura 9 punti in più rispetto a quanti ne avesse alla stessa giornata nella scorsa stagione.
Devo ammettere che, pur ricordando una partenza faticosa l’anno scorso, la notizia mi ha sinceramente colpito. Per diversi motivi, a partire dal fatto che, se oggi ci levassimo quei punti ai 21 che abbiamo guadagnato, ci troveremmo sotto il Bologna in piena zona retrocessione.
Il ragionamento è quindi immediato: partendo dal presupposto che, pur partendo a rilento, la zona retrocessione non sia mai stata toccata un anno fa, è davvero migliorata così tanto la qualità media del campionato?
Le sconfitte durante le prime partite della Juventus facevano pensare che i primi posti fossero il semplice risultato di un campionato al quale è improvvisamente sottratta la compagine meglio strutturata, e che quindi non fosse altro che un gruppo di squadre che normalmente dovrebbero lottare per i posti dal secondo in poi.
Ma dati e considerati i numeri visti poco fa, e soprattutto la partita di ieri sera tra Napoli e Inter, sembra invece che la Serie A possa finalmente tornare a divertire con una competizione di rinnovata equità, dove la classifica finale non possa necessariamente essere prevista già prima della metà della stagione.
E di questo me ne compiaccio.
Competizione significa stimolo, stimolo significa impegno, impegno significa miglior gioco ed il miglior gioco porta più divertimento per gli spettatori e più investimenti da fuori della nazione, migliorando la qualità degli interpreti in un circolo virtuoso.
Il campionato sta ufficialmente sbocciando, e sembra che il fiore sia il più curioso degli ultimi anni, speriamo che anche il frutto sia adeguatamente dolce.