A volte tutto si scioglie in 90′.
Se a novembre é già periodo di ultimatum, di “se non vinciamo questa”, di “Ventura grazie di tutto ma ora tornatene a Bari” e di bocciature definitive quanto anticipate per il calciomercato dell’estate precedente, é il segno che le cose non stanno andando come si era previsto, o quantomeno sperato.
E in effetti, il Torino delle due misere vittorie fin qui ottenute, che se si considera il finale della scorsa stagione diventano il numero incredibilmente esiguo di 3 su 25 partite, inizia a far preoccupare i propri tifosi: si é cambiato modulo per poi rimangiarsi tutto, si sono presi alcuni giovani interessanti per poi non fargli mai vedere il campo…
Considerazioni che – a onor del vero – rimangono valide anche dopo il Torino-Catania andato in scena ieri. Ma che si vanno ad affiancare ad altre, di ordine positivo.
Iniziando dal fatto che sì, é vero che tutto il lavoro fatto in estate é stato sostanzialmente rinnegato ed azzerato, ma forse ora Ventura ha finalmente scelto lo schema tattico migliore per i suoi: il 4-3-3. Finalmente tre punti, che sono meglio di quell’uno frutto di tanti pareggi, e finalmente tre punte, tutte in palla.
Continuando, la sua insistenza su Omar El Kaddouri é stata finalmente ripagata: come trequartista, il belga-marocchino ha dato il meglio (oltre a due gol, i primi per lui in Serie A). Passando per il rientro di Cesare Bovo, eccellente ieri pur a discapito del capitano e simbolo Glik. E chiudendo infine con il ritrovamento di un attaccante con la “A” maiuscola: Ciro Immobile, chiamato finalmente a cercare la porta e non la sponda, l’area avversaria e non la trequarti, la profondità e non il “meggiorinismo”.
Il centravanti napoletano ieri ha effettuato più tiri verso la porta (otto) di quanti ne avesse finora totalizzati in tutto l’avvio di stagione. Argento vivo addosso, sempre pronto a chiamare il pallone o ad aspettare il compagno, ne ha fatti 5 nelle ultime 6 partite: se lui dovesse andare avanti così, e Cerci non dovesse fermarsi, sarebbe lecito non già sognare, ma almeno sperare.
A proposito dell’esterno: ieri non é andato a segno, ma ne aveva una voglia matta, come dimostrano le per lui inconsuete rincorse su ogni pallone vagante fino al 90′. Non c’é riuscito, seppur per centimetri, ma guai ad accusarlo – a fine gara e sul 4 a 1 – di “egoismo”: prima di guardarlo in tralice come l’ha guardato, il buon Meggiorini faccia la metà della metà di quel che fatto Cerci (spesso tutto da solo) per il Toro, magari vedendo il suo lavoro vanificato da attaccanti sciagurati, poi forse lo potrà fare con diritto. Esageroma nen.
p.s.: il fatto che la sua squadra, intimorita e innervosita dal gol catanese susseguente ad un mancato rigore (ohibò) su El Kaddouri, si sia rimessa a giocare non appena mister Ventura é stato cacciato dall’arbitro é solo una coincidenza. Lo é davvero 🙂
p.p.s.: difficile dire se Legrottaglie sia degno di gratitudine più per aver regalato al Toro il gol che ha aperto la partita, o per averci regalato una piccola riserva di risate che non si esaurirà mai. Impossibile, a distanza di ore, guardarlo accartocciarsi senza sghignazzare…