Il bilancio di Chiamparino fatto senza pluralismo giornalistico

In un paese anglosassone o in una diversa cultura dell’informazione, ad un incontro organizzato con il sindaco uscente di una grande città per fare il bilancio dei suoi mandati ci sarebbe un pool di giornalisti di diverse testate a a fare serenamente, delle domande a più voci e con diverse interpretazioni. Soprattutto se ad organizzare l’evento sono enti teoricamente super partes che si occupano di informazione come un sindacato di giornalisti e un ordodine professionale. A Torino il sindaco  viene intervistato da un giornalista unico e non propriamente un mastino …  Non che si voglia giudicare il lavoro di Chiamparino, ma solamente l’approccio alle cose.

Martedì 22 marzo, alle 20,30, al Circolo della Stampa, Palazzo Ceriana – Mayneri, corso Stati Uniti 27, Torino, incontro con il Sindaco Chiamparino, “Bilancio di una lunga stagione a Torino” Il sindaco sarà intervistato da Luigi La Spina, editorialista de La Stampa. L’incontro è promosso da Circolo della Stampa, Associazione Stampa Subalpina, Ordine dei Giornalisti.

Non appenderò il tricolore sul balcone

Torino brulica di tricolori per le strade. Ci sono quelli istituzionali, quelli sponsorizzati, le coccarde da negozio e le bandiere ai balconi. La quasi totale maggioranza di questi arriva dalla Cina. Niente di grave: è solo una considerazione economico-strategica. Qualcuno ha anche scelto la strada “fai da te”. Ha preso tre pezzi di stoffa rossa, bianca e verde e li ha cuciti insieme. Di norma un proliferare del genere è figlio dei risultati della nazionale di calcio che fa impazzire periodicamente gli italiani e i torinesi in particolare.

Quest’anno il tricolore è figlio delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia e i molti tricolori escono da iniziative assortite di marketing dove per farti comprare qualcosa ci mettono qualche cosa d’altro di bianco rosso e verde. Un classico di questi giorni è appunto lo stendardo tricolore. Non mi stupirei di vederlo inpacchettato insieme anche a scatole di biscotti o merendine per bambini.

Io amo questo paese, nonostante tutto e volendo anche il tricolore sul balcone, ma non mi sembra il caso di appenderlo fuori. Al massimo ce lo teniamo appeso in casa e ci riflettiamo sopra. Perchè dovrei adeguarmi a questa sorta di conformismo tricolore di facciata. E permettetemi in questo la Lega non c’entra niente.

Un giorno vedremo gli indegni lontani dal Palazzo, quelli che meritano finalmente fare carriera, i corruttori nelle prigioni, i soldi sotto banco lontani dalla gestione dell’Italia, i venditori di fumo tornare poveri e poco credibili, quelli che parlano bene e razzolano male finalmente scoperti e messi alla berlina, le donne considerate per quello che pensano e non per le loro sporgenze davanti o di dietro.

Quel giorno metterò fuori coscientemente il tricolore. L’Italia sarà finalmente un paese normale. Per ora pensiamo alla dignità composta dei Giapponesi nella tragedia. Al massimo metterò sul balcone una bandiera con il sol levante.

Perchè Testo Libero

Stavo pensando il titolo di un blog. Ero incerto. L’aggettivo che frullava in testa era libero. Ma mancava il sostantivo. Poi pensando ai vecchi temi fatti nelle scuole, che ora sono diventati “testo libero” ho pensato che il titolo non era malvagio.

Testo libero è uno spazio per scrivere liberamente, per commentare, per provocare, per evocare. Con la piena libertà di scrivere e con la totale libertà vostra di commentare e discutere e volendo di mandarmi a stendere.