Chiamparino si porta dietro alla Compagnia di San Paolo il suo team del Comune

Il fatto che Chiamparino sia diventato presidente della Compagnia di San Paolo nel quasi silenzio critico della società torinese è un fatto preoccupante. Ora ha deciso di portarsi dietro tutto il suo staff. Saprà capire che non è più sindaco ?

Nel nuovo incarico Sergio Chiamparino continuerà anzitutto ad avvalersi dei servigi di Carlo Bongiovanni, il fido civich già capo della sua segreteria: confidente, compagno di cordata nelle gite in montagna, sempre al suo fianco nelle sgambate domenicali. Lo raggiungerà anche l’ex portavoce Riccardo Caldara, richiamato in servizio dopo aver assaporato qualche mese di pensione. Dato per certo anche l’arrivo di Anna Martina, super dirigente del settore Cultura, comunicazione e promozione della città (dal mega stipendio) declassata da Piero Fassino alle Attività internazionali. Per l’ambiziosa manager, consorte di Walter Barberis dell’Einaudi (nonché curatore di eventi per Italia 150), sarebbe in ballo la poltrona di segretario generale, attualmente occupata da Piero Gastaldo, o un ruolo di coordinamento delle strategie sul territorio, nell’eventualità che l’ex assessore della giunta Castellani (in queste settimane particolarmente attivo nei suoi rapporti, a partire dal Colle) salvi il posto. Ma non sarà l’unica donna di peso nella squadra. Chiamparino si è infatti assicurato la collaborazione di Caterina Ginzburg, nipote della scrittrice einaudiana Natalia, e soprattutto maritata con il direttore della Stampa Mario Calabresi. Già in attività nella Fondazione per la scuola della Compagnia, la Ginzburg avrà il compito di collegamento con il sistema della formazione di eccellenza, ambito nel quale il neo presidente intende porre grande attenzione.

Il Salone del Libro e i numeri veri dell’evento

Secondo il comunicato stampa di chiusura degli organizzatori della kermesse del Lingotto: “Il venticinquesimo  Salone Internazionale del Libro non è stato il Salone della crisi. A poche ore dalla chiusura, le biglietterie parlano di un incremento del 4.1% rispetto al 2011, che, se mantenuto fino alle 22,  attesterà i visitatori fra i 317 e i 318.000. Un vero boom è quello rappresentato dagli ingressi delle scuole, che hanno fatto registrare un incremento del 149.68% sull’anno scorso.

Il problema che se hanno fatto crescere di una volta e mezza gli studenti in visita, i visitatori veri sono scesi clamorosamente, dato che pensiamo che stiano nella contabilità generali degli ingressi.

E questo nessuno lo ha detto …

La caccia e l’attentato alla Costituzione in Piemonte

La mozione anti referendum sulla caccia della Giunta Regionale del Piemonte non è piaciuta a Fabio Balocco (e non solo)  che parla di attentato alla Costituzione

In Piemonte è in queste ore in atto un vero e proprio attentato alla Costituzione, ed in particolare al suo articolo 48, relativo al diritto/dovere di voto. Come i lettori del mio blog sapranno, la Giunta regionale, retta dal governatore Cota, dopo 25 anni di battaglie legali, è stata costretta dal Tar Piemonte ad indire il referendum per limitare sensibilmente la caccia in Piemonte. In pratica, tra l’altro, si chiede di limitare la caccia a sole quattro specie, di non andare la caccia alla domenica, e di non poter cacciare su terreni innevati. Leggi tutto “La caccia e l’attentato alla Costituzione in Piemonte”

Caro Passoni a Torino non mancano le idee, basta guardarsi intorno fuori dalle solite cricche

Nei giorni scorsi l’assessore al bilancio del Comune di Torino Gianguido Passoni ha rilasciato una dichiarazione che dimostra che vive poco la città

( a Torino ) “Non mancano solo i soldi, ma le idee». L’assessore al Bilancio del Comune, Passoni, è convinto che a dieci anni da Torino Internazionale serva un nuovo tavolo di confronto, non per discutere come spendere i quattrini, ma per confrontarsi su come uscire dalla crisi. “Nessuno propone soluzioni, sento solo silenzio”, sottolinea durante il convegno Economia e crisi: chi paga?. Non è più sostenibile il modello, è necessario sapere con certezza il ritorno degli investimenti in cultura, sport e servizi per capire «quali sono i bisogni reali, qual è la gerarchia.

E qui si rincara

Le cifre sono da brivido: in Provincia di Torino ci sono circa 5500 esodati. Un numero altissimo, forse uno dei più alti d’Italia, qualunque siano le vere cifre che ballano in questa intricata vicenda. Il governo parla di 65 mila persone, e allora il peso del Torinese sarebbe devastante: oltre l’otto per cento per un territorio che pesa come popolazione per poco più del tre sullo scacchiere nazionale. L’Inps ha ipotizzato 130 mila ex lavoratori interessati, e l’impatto di Torino e dintorni sarebbe comunque rilevante – più del 4 per cento – anche se meno massiccio.

Stimiamo Passoni come un politico competente e onesto e grazie alla sua sapienza il bilancio del Comune di Torino è stato salvato dal baratro creativo finanziario lasciato da chi stava prima di lui al suo assessorato. Ma ora occorre cambiare interlocutori, ragionare sull’apririrsi non sul concentrarsi. Evitare i think tank blindati.

Gli converrebbe smetterla di girare le solite parrocchie che detengono oligarchicamente il potere politico, mediatico ed economico e che stanno perdendo drammaticamente il loro potere.

Scoprirebbe molti e moltissimi che hanno un sacco di idee, ma non sono amici degli amici degli amici di quanti dominavano la città. Se vuole possiamo fornirgli degli indirizzi 🙂

Approvata la legge per l’equo compenso per i giornalisti

La commissione Cultura della Camera, in sede legislativa, ha dato il via libera alla legge sull’equo compenso per i giornalisti precari, relatore Enzo Carra. Il provvedimento passa ora al Senato. “Il testo, presentato da Silvano Moffa  e firmato da parlamentari di tutti i gruppi, è stato votato all’unanimità”, rende noto Giuseppe Giulietti,  portavoce di Articolo 21. “Il parere favorevole del governo è stato dato dal sottosegretario Peluffo. Ci auguriamo che questo provvedimento possa ora essere approvato anche al Senato ed entrare così immediatamente in vigore, tanto più in un momento segnato dalla crisi del settore e da una riforma del mercato del lavoro – conclude Giulietti – che rischia di aggravare ulteriormente il regime delle tutele sociali e degli ammortizzatori”.

Cie e Cara, Istruzioni per l’uso a Torino il 14 marzo

Proseguono gli incontri di formazione per giornalisti “CIE e CARA – Istruzioni per l’uso” a cura della campagna LasciateCIEntrare in collaborazione con la Federazione nazionale della stampa italiana e l’Ordine nazionale dei Giornalisti. Il prossimo appuntamento è a Torino il 14 marzo. Dopo il successo della campagna con la rimozione del divieto di accesso alla stampa a tutti i centri per migranti, dal dicembre 2011 i giornalisti possono di nuovo chiedere l’autorizzazione ai prefetti per visitare i centri di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) e i centri di identificazione e di espulsione (Cie), che sono invece dei luoghi di detenzione amministrativa.
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La crisi delle televisioni piemontesi e il modello di business delle televendite

Lo Spiffero racconta la crisi nera nera delle televisioni locali

Le tv private locali in Piemonte sono al collasso. Entro pochi mesi il 50% delle emittenti regionali potrebbe chiudere definitivamente. Sono dati impietosi quelli snocciolati dal presidente delCorecom del Piemonte, l’ex caporedattore RaiBruno Geraci, nel corso della riunione congiunta della III Commissione del Comune diTorino, presieduta da Domenico Mangone, e della Conferenza dei capigruppo. Tra le reti che annaspano ci sono Telesubalpina, Videogruppo, Quinta Rete, Telestudio e Grp. Potrebbero avere le settimane contate, lasciando a spasso oltre 100 tra impiegati e giornalisti, senza tener conto dell’indotto. Telesubalpina, a lungo voce ufficiale della diovesi poi ceduta ai paolini, rischia di staccare la spina già quest’anno, probabilmente assorbita da Telenova, la sua casa madre lombard-albese. Come lei potrebbero finire molte altre reti piemontesi, tutte inglobate dal sistema televisivo lombardo, decisamente più solido e robusto. Alla base di questa profonda crisi i massicci investimenti economici, causati dal passaggio al digitale terrestre con relativa moltiplicazione dei canali e conseguente necessità di trovare contenuti adeguati per far fronte a all’improvvisa abbondanza di canali televisivi. Investimenti sostenuti proprio mentre a causa della crisi crollano le inserzioni pubblicitarie. Leggi tutto “La crisi delle televisioni piemontesi e il modello di business delle televendite”