Maria Baratto si è uccisa con un coltello due settimane fa.
Maria Baratto una donna di 47 anni, operaia Fiat in cassa integrazione del reparto logistico Fiat a Nola, si è uccisa nella propria abitazione sabato 24 maggio, ma il suo cadavere è stato ritrovato martedì 27 maggio. La donna è morta per le forti emorragie interne provocate da alcuni fendenti all’addome che si sarebbe inferta per uccidersi La donna si è stesa sul letto e si è uccisa con un coltello. L’operaia era da circa sei anni in cig, che le sarebbe scaduta il 13 luglio prossimo, e pare soffrisse di crisi depressive.
Maria Baratto il 2 agosto 2011 aveva scritto sul sito del Comitato mogli operai Pomigliano D’Arco:
Dopo aver lucrato negli anni scorsi finanziamenti pubblici multimiliardari, lo speculatore Marchionne chiude e ridimensiona le fabbriche Italiane e delocalizza la produzione all’estero per fare profitti letteralmente sulla pelle dei lavoratori che sono costretti ormai da anni alla miseria di una cassa integrazione senza fine ed a un futuro di disoccupazione.
A Pomigliano l’unica certezza dei cinquemila lavoratori consiste nella lettera di altri due anni di cassa integrazione speciale e cessazione dell’attività di Fiat Group Automobiles nella consapevolezza che buona parte di loro non saranno assunti da fabbrica Italia.
Il tentato suicidio di oggi di Carmine P., cui auguriamo di tutto cuore di farcela, il suicidio di Agostino Bova dei giorni scorsi, che dopo aver avuto la lettera di licenziamento dalla fiat per futili motivi è impazzito dalla disperazione ammazzando la moglie e tentando di ammazzare la figlia prima di togliersi la vita, sono solo la punta iceberg della barbarie industriale e sociale in cui la fiat sta precipitando i lavoratori.
Anche per questo la lotta dei lavoratori fiat contro il piano Marchionne ed a tutela dei diritti e dell’ occupazione rappresenta un forte presidio di tenuta democratica per l’ intera società.