Una giustizia lenta e non sempre dal risultato imparziale su un tema così complesso, ha poi permesso, nelle more dei contenziosi attivati contro la Pubblica Amministrazione, il consolidamento di situazioni aberranti che, se non troveranno tempestiva soluzione nei Tribunali Italiani, dovranno inevitabilmente essere denunciate e risolte alla Corte di Giustizia Europea.
Se è vero che “la giustizia è lenta ma inesorabile”, è altrettanto vero che, (in attesa che si aprano le porte delle patrie galere per qualche infedele impiegato dello Stato), noi non siamo più nella condizione di affrontare la gestione di un’attività in perdita che – di fatto – il Ministero dello Sviluppo Economico ha consapevolmente privato delle condizioni operative essenziali al raggiungimento del proprio oggetto sociale.
In attesa che, nelle competenti sedi giudiziarie, vengano individuati ed allontanati i soggetti responsabili sia delle violazioni di legge sia degli evidenti abusi del potere loro attribuito dallo Stato, e pur auspicando una celere definizione dei contenziosi in essere, si rende ormai improrogabile una temporanea ma tempestiva sospensione di ogni attività con effetto a partire dalle ore 24,00 del 31 dicembre 2015.
VIDEO
Il comunicato della redazione di Rete Canavese
La notizia della sospensione a fine anno delle trasmissioni di Rete Canavese è diventata ufficiale con il comunicato dell’Editore. Dell’opportunità o meno di continuare a trasmettere si discute con l’Editore almeno dall’estate dello scorso anno, con alterni stati d’animo e d’umore, ma la volontà dell’Editore è sempre stata quella di resistere fino alla fine (delle possibilità e delle risorse, soprattutto). Che il passaggio dall’analogico al digitale sarebbe stato gestito nell’interesse di pochi gruppi a discapito delle tv locali ed in particolare dei piccoli editori indipendenti lo si è capito fin dall’inizio, ma in molti (e noi fra questi) abbiamo pensato che comunque saremo stati tutelati da leggi e norme che avrebbero almeno riconosciuto i diritti acquisiti. Così non è stato: una classe politica che (in modo bipartisan) non sa governare, una giustizia lenta e non sempre giusta e una burocrazia e funzionari spesso al servizio di pochi anziché della collettività, che agiscono senza controllo, hanno vanificato gli sforzi fatti negli anni e prosciugato ogni risorsa economica. Ora l’Editore ci ha comunicato che intende sospendere le trasmissioni dalla mezzanotte del dicembre, mettendo fine (almeno per adesso) a quasi anni di una tv che fin dal suo esordio si è votata al servizio del territorio. Ne prendiamo atto, ringraziamo l’Editore per aver fino all’ultimo lottato per scongiurare questa evenienza, e ci prepariamo al futuro da dare a questi quasi quarant’anni di informazione televisiva in Canavese. Perché un futuro comunque glielo vogliamo dare.”
Il comunicato del direttore di Rete Canavese Elso Merlo
Che il binario sul quale stavamo facendo la nostra strada fosse un binario morto lo abbiamo capito un anno e mezzo fa. Avevamo intuito fin dall’inizio che il treno che ci avrebbe traghettato dal sistema analogico a quello digitale sarebbe stato lento, con tante soste, ma speravamo ci portasse alle soglie di una nuova frontiera, da attraversare con l’entusiasmo di sempre. Invece, un anno e mezzo fa, abbiamo capito che era stata solo un’illusione, anche se speravamo di sbagliarci. Ci siamo guardati negli occhi, tutti, ci siamo detti tutti che sarebbe stato più conveniente per ciascuno di noi scendere e andare ognuno per la sua strada, che almeno così non ci avremo rimesso tempo e denaro, ma l’Editore è stato irremovibile, e non ha voluto mollare. In questi diciotto mesi lo abbiamo visto sputare sangue, bruciare letteralmente nella caldaia della locomotiva tutte le sue risorse, professionali ed economiche. E ci siamo detti che sarebbe stato da codardi mollare, scendere e lasciarlo solo sarebbe stata una vigliaccheria, e siamo andati con lui fino in fondo al nostro binario, con la “schiena diritta”, con la fierezza di chi sa che è una battaglia impari, ma che vale comunque la pena di combatterla, perché l’onore non sta nella vittoria ma nell’averla combattuta. Non siamo quindi stati colti di sorpresa, abbiamo un piano A (non B, A e con la A maiuscola), ma l’abbiamo lasciato in fondo al treno, perché prima di cominciare un’altra avventura dovevamo, tutti insieme, con l’Editore, chiudere con dignità e onore questa parentesi, e aspettiamo con ansia i suoi sviluppi. Siamo arrivati in fondo: ora scendiamo dal treno il nostro piano A, ce lo carichiamo sulle spalle, facendo gruppo come sempre, e andiamo per la nostra nuova strada, che sarà ancora Tv, sarà in Canavese e per il Canavese, sarà ancora la Tv del Canavese e della Città Metropolitana della quale fa parte, e sarà la nostra nuova frontiera, la partita che con la stessa fierezza e dignità ci giocheremo. E se (e quando) l’Editore vorrà rimettersi in gioco, il suo posto in squadra c’è, siamo pronti a tornare a giocare anche sul suo terreno di gioco, a condividere ancora le sue battaglie: il suo numero di maglia, il numero 1, non lo diamo a nessuno, lo teniamo per lui.