Da anni si parla e si legge dei disservizi dei pendolari sulla Torino Milano sia sui treni regionali, diventati nel frattempo “veloci”, sia sui Freccia Rossa. Se pare che sui treni ad alta velocità, ed ad alto costo, le cose pare stiamo migliorando sulle tratte da pendolari “poveri” le cose non sembrano cambiare. Per circa un anno e mezzo ho fatto il pendolare da Torino a Genova. Un viaggio lungo e tortuoso. Un pendolarismo pacioso su una linea non troppo moderna ma paradossalmente abbastanza regolare: Torino, Asti, Alessandria, Appennino, Genova … e ritorno.
Ma sulla TO-MI e MI-TO le cose sono da ben diverse. Un esempio ? Il racconto di un viaggio allucinante da Milano a Torino nella giornata di mercoledì 8 giugno 2011.
Andiamo con ordine: viaggio d’andata regolare su un treno regionale veloce Vivalto. Per i pendolari “professionisti” il Vivalto è considerato un lusso. Carrozze a due piani di fattura recente, non troppo spaziose, ma con prese di corrente e tavolini utili per lavorare, ricaricare cellulare e computer. Passiamo al ritorno. Si parte da Milano Centrale per le ore 16.15. Arrivo previsto a Torino Porta Nuova alle 18.10. Siamo di nuovo su un Vivalto, primo pensiero: “ci è andata bene”. Di fronte a noi un treno delle ferrovie svizzere nuovo, pulito, organizzato. Beati loro, ma questa sera in fondo ci siamo salvati potevano capitarci altre carrozze sporche e puzzolenti. Partiamo, è il solito treno del pomeriggio pieno di studenti o lavoratori, quasi tutti pendolari abituali. Molti dormono, altri leggono o sentono musica in cuffia, altri ancora con occhi stanchi lavorano al laptop. Nessuno bada allo scorrere delle stazioni, salvo che dopo un quarto d’ora il treno si ferma in un luogo ignoto in mezzo a un grosso temporale. Strano … i treni vanno anche in mezzo ai temporali peggiori. Passa il tempo e nessuno ci dice niente. Che succede ? Problemi tecnici ? Il maltempo ? Nulla. I viaggiatori iniziano a telefonare a parenti e amici per annunciare il ritardo. I più informati sostengono che ci troviamo a Vittuone, comune ignoto a buona parte dei viaggiatori. Il tempo passa e non succede niente. Qualcuno va su e giù per il treno a raccogliere informazioni. Dopo una buona mezz’ora il tam tam sul treno dice che bisogna scendere per prendere un altro treno per arrivare a Novara … “poi si vedrà”. Pare ci sia un treno fermo nella stazione di Magenta che blocca tutta la linea verso Torino. Fuori diluvia. La processione dei viaggiatori – bestie scende dal treno stoppato, si infilza nel sottopassaggio, qualcuno un po’ folle attraversa direttamente i binari. Ovviamente i nervi diventano sempre più tesi. Iniziano insulti fra i viaggiatori e il personale delle ferrovie. Saliamo sulla tradotta Vittuone – Novara.
La situazione è allucinante (vedi foto) con persone in piedi, sedute ovunque. No conosciamo le normative di sicurezza, ma siamo ben oltre qualsiasi buon senso. Probabilmente sulla tradotta hanno imbarcato più treni bloccati dal tappo a Magenta. Si parte e italianamente cerchiamo di prenderla con filosofia. Altri invece inveiscono contro le ferrovie, il governo, l’Italia, il vicino di casa, e tutto quello puà essere utile a sfogare i nervi. Qualcuno però racconta: “ capita un volta al mese e nessuno fa niente. Si rompe sempre qualcosa e noi qui a perdere tempo e salute”. Il treno percorre la tratta molto lentamente, evidentemente l’eccessivo carico umano induce prudenza. Superiamo nel binario rimasto bloccato diversi treni tra cui un TGV francese. I suoi viaggiatori non possono essere trasbordati, devono aspettare che si liberi il loro binario. A Porta Susa il Milano – Parigi avrà già 170 minuti di ritardo quando raggiungeremo Torino. Arriviamo a Novara sudati, stanchi e sfatti. Ora occorre prendere il primo treno che passa per raggiungere Torino. Arriva un Intercity. Ci informiamo. Possiamo prenderlo senza supplemento ? in effetti al personale delle ferrovie non sembra il caso di mettersi a fare i difficili. Mai il problema è di tipo volumetrico. L’Intercity sta raccattando tutti i viaggiatori bloccati ed è anche lui pieno in un modo inverosimile: prima e seconda classe sono stipate come sardime. Non si riesce neppure a salire. Non vale la pena di riammassarsi. Tanto non piove più e oramai siamo in ritardo. La fortuna aiuta gli audaci, o i pigri. Dopo circa dieci minuti arriva un nuovo regionale (veloce) con ritardo imprecisato che va a Torino. E’ meravigliosamente semivuoto. Sembra il paradiso … lo prendiamo al volo. Ci sediamo. Il treno ci condurrà a Torino Porta Susa alle ore 20.30 con solo 2 ore e venti di ritardo. Condizioni psico-fisiche: corpi e cervelli sfatti.
Che bello il treno svizzero in stazione Centrale. Che bella la Svizzera !