Nuova Società ha pubblicato la lettera di una pendolare torinese
Sono una pendolare che ogni mattina, dal lunedì al venerdì, si reca alla stazione Porta Susa di Torino. Lo snodo ferroviario ammodernato di recente che pare, nei piani del Comune, dovrà sostituire quella di Porta Nuova diventando così la principale stazione torinese.
Vorrei portare alla Vs attenzione e a quella dei Vs lettori un fatto. Qualche giorno fa, dopo le copiose piogge cadute sul capoluogo torinese, la Stazione di Susa era a tratti impraticabile. L’acqua piovana filtrava nelle gallerie sotterranee per cadere sulle banchine che gli atletici fruitori di Fs cercavano di dribblare. Non un singolo caso isolato, ma diverse zone distanti pochi metri l’una dall’altra, nelle quali continuava a gocciolare copiosamente. Ironicamente, alcuni dei cartelli di avviso non erano i consueti “Attenzione pavimento bagnato”, ma avvertivano sul “Pericolo di caduta, apertura nel pavimento”. Insomma, non solo la stazione ha evidenti problemi di infiltrazione, ma non pare avere neanche un numero di cartelli sufficiente per questo genere di “emergenze”. Ho deciso di fare qualche foto nei giorni seguenti, che Vi invio, precisando però che sono state scattate martedì 8 novembre, quando la situazione meteo era decisamente migliorata. Un dato, quest’ultimo, che rende ancora più grave la valutazione sulla tenuta di Porta Susa rispetto alle precipitazioni atmosferiche.
Ovviamente non è la prima volta che mi trovo a dover constatare una situazione simile, ma in questo periodo di grandi polemiche rispetto alla costruzione del famigerato Tav, il mio disappunto non può che crescere. Mi chiedo, infatti, come potrà essere possibile costruire un efficiente asse ferroviario che colleghi Torino alla Francia, quando non si è stati capaci neppure di rendere confortevole una stazione nuova come quella di Susa, per cui si sono spesi e si spenderà tanto denaro pubblico.