Secondo Piero Fassino Torino per cambiare dovrà affrontare dieci sfide che utilizzeranno quattro motori
Le sfide
1.restituire dignità e certezze al lavoro, insidiato dalla precarizzazione e investito da un’accelerata trasformazione delle relazioni sindacali e dal venire meno dei sistemi di garanzia del welfare;
2.l’allungamento dei tempi di vita, l’innalzamento dell’età media della popolazione e la vitale dinamica socio-demografica generata dai flussi migratori di una città che già oggi ospita il 15% di cittadini stranieri;
3.la nuova realtà oggettiva e soggettiva dei giovani che dubitano del loro futuro e un patto generazionale che ne rilanci la centralità fin dall’infanzia;
4.la competitività, intesa anche come competizione complessa tra sistemi socio-economici e tra territori;
5.la domanda crescente di istruzione e di cultura diffusa, come presupposto di uno sviluppo consapevole;
6.l’innovazione in tutti i settori, ri-orientando le produzioni, il lavoro, i profili professionali, i servizi, l’ambiente, l’energia, l’assetto urbano della città, il welfare;
7.l’esigenza di equità, giustizia, uguaglianza, legalità, solidarietà diffusa e diritti sociali;
8.la domanda di infrastrutture moderne, affrontando il tema della compatibilità ambientale e sostenibilità degli interventi, senza regressioni anti-moderne;
9.organizzare la vita della città in modo da tutelare la sicurezza dei cittadini, le loro famiglie, i loro beni e la loro quotidianità;
10.liberare e mobilitare risorse per lo sviluppo in un contesto di crisi persistente e di penuria strutturale della finanza pubblica.
I motori fondamentali:
1. l’internazionalizzazione. Torino deve avere orizzonti sempre più ampi, per le imprese, l’università e la cultura, cogliendo opportunità di integrazione su scala globale e proponendosi come crocevia strategico per il Nord. In questo ambito, Fassino ha ribadito la necessità per Torino, il Piemonte e l’Italia di partecipare al progetto del Corridoio 5 della TAV: “Ciò che è accaduto in Val di Susa (gli scontri di domenica scorsa, ndr) – ha detto – è inaccettabile per qualsiasi coscienza. Spranghe, pietre e bastoni non fanno parte della società civile e democratica. Il tracciato è stato ampiamente discusso e verificato negli anni ed è stato rimodulato per non avere significativi cantieri in bassa valle, riducendo al minimo gli impatti ambientali esterni”;
2. l’innovazione. Nel tempo della globalizzazione – ha infatti spiegato il sindaco – vince la qualità, soprattutto per Paesi come l’Italia che hanno un alto costo del lavoro”. Il programma prevede l’incremento di ricerca e innovazione nell’industria e nel terziario, il potenziamento del polo del design e dell’ingegneria dell’auto e del polo aeronautico. Tra le nuove sfide, ci sono: la realizzazione dell’Energy Center nell’area ex Westinghouse, la digitalizzazione della città (con l’incremento della banda larga), lo sviluppo dell’e-government, il miglioramento della mobilità sostenibile e della qualità ambientale, la riorganizzazione del welfare, l’aumento dell’offerta di sapere, per attrarre poli scientifici e tecnologici;
3. la trasformazione urbana. Dopo la trasformazione di 6 milioni di metri cubi di aree ex industriali, ne restano ancora 4 da riqualificare. Si tratta, ha illustrato il sindaco, di una leva strategica per riqualificare e riorganizzare la città. In particolare, per: espandere la mobilità sostenibile, ampliare gli spazi verdi, portare la linea 1 della metropolitana in piazza Bengasi e poi estenderla verso Rivoli e Moncalieri, realizzare la linea 2 della metro, incentivare le energie pulite, i parcheggi sotterranei e il bike e il car sharing, incrementare la raccolta differenziata, fare di Torino una “città d’acqua”. In un’ottica di una città policentrica, con una riqualificazione del patrimonio abitativo e nuove offerte di mobilità e servizi;
4. il sapere. Una leva strategica per lo sviluppo, la crescita e il miglioramento della qualità della vita della città. Affinché Torino sia un luogo di eccellenza del sapere e della cultura, contrastando la dispersione scolastica e proseguendo la preziosa esperienza di Italia 150, anche in vista dell’Expo 2015. “Vogliamo una città dei diritti e delle opportunità, in particolare per giovani e donne – ha affermato Fassino – e che tuteli i diritti dei nuovi cittadini”.