A Bussoleno inaugurata una panchina a Norma Cossetto: vittima dei partigiani di Tito

foibe

È dedicata alla Giovane studentessa italiana, simbolo della strage delle foibe compiuta dai partigiani del dittatore Tito tra il 1943 e il 1945 –  Fu insignita della medaglia d’oro al valor civile ed è diventata tra gli esempi della persecuzione delle Foibe.

Ogni anno, il 10 febbraio, l’Italia commemora la Giornata del Ricordo, istituita nel 2004 dal Parlamento per rendere omaggio alle numerose vittime che tra il 1943 e il 1947 persero la vita e furono gettate nelle foibe dell’Istria e della Dalmazia per mano dei partigiani jugoslavi del dittatore Tito. Durante i mesi di maggio e giugno del 1945, molti italiani furono costretti ad abbandonare le proprie terre nell’Istria, a Fiume e nella Dalmazia, con alcuni che trovarono rifugio nella Valle di Bussoleno, mentre altri subirono brutali violenze o vennero deportati nei campi di prigionia sloveni e croati.

La panchina blu dedicata a una delle decine di migliaia di vittime italiane, stuprate, torturate e uccise partigiani del dittatore Tito

Norma Cossetto, giovane studentessa universitaria originaria dell’Istria, fu – come molte altre decine di migliaia come lei –  vittima di una tragedia indicibile. Dopo essere stata torturata e violentata, venne gettata in una foiba dai partigiani di Josip Broz, noto come Maresciallo Tito, durante la notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943. Le foibe, caratteristiche voragini rocciose a forma di imbuto rovesciato, costituivano il macabro scenario di numerosi crimini nell’Istria carsica.
Norma Cossetto nel 1943
Norma Cossetto nel 1943

La sua storia incarna il simbolo delle angosce e delle dolorose esperienze vissute dalle donne dell’Istria e della Venezia Giulia tra il 1943 e il 1945. Molte di loro furono ingiustamente prese di mira a causa dei legami familiari con individui considerati nemici dal regime, diventando spesso ostaggi o oggetto di vendette personali.

Per approfondire: Foibe. Norma Cossetto, vittima dei partigiani di Tito

Nelle foibe, le vittime venivano legate tra loro con fili di ferro ai polsi e fucilate, per poi essere gettate nelle cavità. Questo è un episodio orribile e doloroso della storia italiana del XX secolo, a lungo trascurato o ignorato, ma che la commemorazione del Giorno del Ricordo ci aiuta a non dimenticare, ribadendo il valore della pace.

Il silenzio, il negazionismo e l’indifferenza – spiega il sindaco di Bussoleno Antonella Zoggia – sono ostacoli che ancora affrontiamo nell’affrontare questa tragedia nazionale. Il presidente Carlo Azeglio Ciampi ha contribuito a sollevare questo velo di ipocrisia con il suo riconoscimento. È nostro compito, come cittadini, essere attivi nella conservazione della memoria e nella promozione della conoscenza.

Nel 2021 – continua il Sindaco di Bussoleno –  ho iniziato una piccola battaglia per dedicare una panchina in Piazzetta del Moro alle Vittime delle Foibe, accanto a quella già dedicata alla Violenza di Genere. Ho scelto il colore blu intenso poiché rappresenta la pace e l’armonia del ricordo.

Antonella Zoggia, Sindaco di Bussoleno
Antonella Zoggia, Sindaco di Bussoleno

Finalmente dopo anni di opposizione della maggioranza che amministrava Bussoleno fino ieri, è stata inaugurata la panchina dedicata Norma Cossetto, studentessa universitaria istriana, torturata, violentata e gettata in una foiba. È stata uccisa dai partigiani di Josip Broz, meglio conosciuto come Maresciallo Tito, nella notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943. La sua storia è emblematica dei drammi e delle sofferenze delle donne dell’Istria e della Venezia Giulia negli anni dal 1943 al 1945. Colpevoli spesso di essere mogli, madri, sorelle o figlie di persone ritenute condannabili dal regime, molte donne in quegli anni vennero catturate al posto dei loro congiunti, usate come ostaggi o per scontare vendette personali.

I NEGAZIONISTI: COME ESSERE DALLA PARTE SBAGLIATA DELLA STORIA

Due giorni dopo, la panchina è stata danneggiata, dimostrando che ci sono ancora sfide da affrontare, come il silenzio, il negazionismo, e l’indifferenza, e spesso anche l’omertà e l’inciviltà di coloro che preferiscono vandalizzare il ricordo di persone come questa povera ragazza che hanno subito indicibili torture. È infatti il primo anno in cui a Bussoleno viene commemorato il ricordo delle Foibe. E ancora, ci sono individui ignoranti che non lo accettano.

È cruciale contrastare queste manifestazioni di ignoranza e insensibilità al fine di preservare la verità storica e rendere omaggio alla memoria delle vittime.

Per non dimenticare coloro che hanno perso la vita nelle foibe e durante l’esodo giuliano-dalmata, il Comune di Bussoleno, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Comitato Provinciale di Torino, e il Circolo Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Torino, organizzerà nel pomeriggio di mercoledì 7 febbraio la commemorazione del Giorno del Ricordo, anticipando la data ufficiale del 10 febbraio.

Durante il pomeriggio, tutti sono invitati nella Sala Consiliare per partecipare a un confronto di opinioni con gli storici e professori Gianni Oliva e Giuseppe Parlato, con la moderazione del giornalista Marco Margrita.

Dopo la conclusione della guerra, tra maggio e giugno del 1945, migliaia di italiani provenienti dalla Venezia Giulia, dall’Istria e dalla Dalmazia vengono uccisi dalle forze armate jugoslave del maresciallo Tito. Molti di loro vengono gettati nelle “foibe”, che diventano delle enormi fosse comuni, mentre molti altri vengono deportati nei campi di prigionia in Slovenia e Croazia, dove perdono la vita a causa di privazioni e malattie.

Queste stragi sono parte di una strategia politica volta a colpire tutti coloro che si oppongono all’annessione delle regioni contese alla nuova Jugoslavia. Tra le vittime ci sono collaborazionisti e membri dell’ex Repubblica di Salò, ma anche membri dei comitati di liberazione nazionale, partigiani combattenti, comunisti contrari alla cessione territoriale e semplici cittadini.

Questi eventi vengono ricordati nella sala consiliare di Bussoleno da due storici di grande rilievo come i professori Gianni Oliva e Giuseppe Parlato.

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