Un omaggio di Emanuela Martini, direttrice del Torino Film Festival e “gattara” cinéphile al mondo dei gatti. La sezione dedicata ai gatti, che presenta 6 film che spaziano dal classico Disneyiano Alice nel paese delle meraviglie a Una strega in paradiso di Richard Quine, passando anche per un thriller gotico ispirato ad una storia di Edgar Allan Poe, si collega idealmente alla mostra attualmente in corso al Museo Nazionale del Cinema intitolata “Bestiale! Animal Film Stars” (inaugurata il 14 giugno, prosegue fino all’8 gennaio).
I gatti – impassibili, magnetici, sinuosi, dispettosi e imprevedibili – non sono solo i comprimari delle star protagoniste dei film selezionati: spesso rubano letteralmente la scena agli umani e catturano lo spettatore con il loro charme, contribuendo in modo determinante al successo del film in cui recitano. Cheshire Cat e Cagliostro sono parte del nostro immaginario e proprio quest’ultimo compare assieme a Kim Novak nell’ immagine della 35° edizione del TFF.
ALICE IN WONDERLAND di Clyde Geronimi, Wilfred Jackson e Hamilton Luske (Alice nel paese delle meraviglie, USA, 1951, DCP, 75’)
Rilettura del celebre romanzo di Lewis Carroll, l’Alice disneyana è la protagonista di un film lisergico e barocco: l’avventura della bionda ragazzina è punteggiata da incontri inquietanti e simbolismi misteriosi, lontanissima dal canone rassicurante dei film Disney degli anni Cinquanta. Tra i personaggi spicca una versione tondeggiante del Cheshire Cat, lo Stregatto che, con il suo manto rosa e viola e il suo sorriso ipnotico, accompagna Alice nei meandri del suo inconscio.
BELL, BOOK AND CANDLE di Richard Quine (Una strega in paradiso, USA, 1958, DCP, 106’)
Si chiama Cagliostro, è un siamese dagli occhi azzurri e ha poteri magici. Zampetta per il Greenwich Village assieme a una padrona molto sexy che ama girare a piedi nudi e che è una strega: Kim Novak. Insieme, faranno innamorare un certo James Stewart, mentre Jack Lemmon, stregone a sua volta, suona i bonghi a orari improbabili e spegne i lampioni con la forza del pensiero. Diretta da Richard Quine, una commedia romantica elegante, ironica e sofisticata, proprio come il gatto che ne è indubbio e impassibile protagonista.
BLACK CAT di Lucio Fulci (Italia, 1981, DCP, 92’)
In mezzo alla sua delirante trilogia gore (Paura nella città dei morti viventi, L’aldilà e Quella villa accanto al cimitero), Fulci si ispira vagamente al racconto “Il gatto nero” di Edgar Allan Poe per un mystery medianico ad altezza micio, ambientato in un sonnacchioso paesino inglese tra nebbie e zoom. Con parte del gotha del fanta-thriller italiano (Mimsy Farmer, David Warbeck, Al Cliver, Dagmar Lassander) e uno spiritato Patrick Magee (Arancia meccanica, Marat – Sade).
CHAT ECOUTANT LA MUSIQUE di Chris Marker (Francia, 1990, DCP, 3’)
Primo dei tre “haiku” di Chris Marker della serie Bestiaire (1990). Un gatto soriano sonnecchia su una pianola, reagendo con gli occhi e le orecchie alle note di pianoforte diffuse da una cassa. Una bolla sospesa, dove fotografie, tastiera, spartiti, zampe e vibrazioni si amalgamo a creare il possibile mondo interiore di un animale fra i più misteriosi e affascinanti. Sguardo warholiano, ma anche piacere del frammento aperto, parziale, sospeso.
RHUBARB di Arthur Lubin (Il gatto milionario, USA, 1951, DCP, 94’)
Il gatto Rhubarb è la vera star di questo film. Non solo è il protagonista della storia che lo vede trasformarsi da trovatello in milionario quando il suo ricco padrone decide di lasciargli in eredità la squadra di baseball di cui è proprietario, ma è anche il cardine della strategia commerciale Paramount che punta l’intera operazione su di lui, a cominciare dal titolo. Oltre al mitico Orangey, il micione rosso più famoso di Hollywood, per il personaggio di Rhubarb furono impiegati altri trentacinque gatti.
THE SHADOW OF THE CAT di John Gilling (L’ombra del gatto, UK, 1961, DCP, 79’)
Tabitha, una pacifica soriana, assiste una notte al cruento assassinio della sua padrona e, furibonda, comincia a evitare i colpevoli, che decidono insieme ai loro complici di sbarazzarsi di questo scomodo testimone. Sfida impari di sei umani contro una gatta, trappole, trabocchetti, soggettive feline, in un thriller gotico ambientato nell’Inghilterra vittoriana, diretto da John Gilling (un piccolo maestro del B-horror, autore del dittico cult La morte arriva strisciando e La lunga notte dell’orrore).