Un evento per parlare di autismo, una mattinata per raccontare come lo ha affrontato, dal 2003 a oggi, il Presidio sanitario San Camillo. È questo il filo conduttore di “Giochi non solo per gioco”, il
convegno-corso in programma venerdì 6 aprile presso la sede del Presidio, in strada Santa Margherita 136 a Torino.
Dalle 8.30 e fino alle 13 gli specialisti invitati illustreranno l’esperienza accumulata in un delicato settore. E sarà presentato il manuale che dà il titolo all’appuntamento: “Giochi non solo per gioco”, pubblicazione curata dal San Camillo in cui sono descritte attività che aiutano a instaurare un contatto e una comunicazione con i bambini autistici, sviluppandone funzioni motorie e cognitive specifiche. È il frutto del lavoro di quindici anni portato avanti dall’équipe del Presidio.
Un lavoro che ha sempre avuto al centro non solo il bambino o l’adolescente ma la famiglia intera, nel solco di “Più cuore in quelle mani”, il motto identificativo della missione del San Camillo.
I genitori sono coinvolti a pieno titolo in un progetto multiprofessionale e multicentrico, con caratteristiche di unicità. Il messaggio trasmesso è semplice: imparare a crescere insieme un bambino speciale, difficile e diverso, sfatando l’illusione che la terapia possa trasformarsi in cura definitiva. Al San Camillo sono accolti non meno di cinquanta casi l’anno, seguiti da un’équipe riabilitativa composta, oltre che dalle figure proprie della disciplina, anche dal neuropsichiatra infantile, dallo psicologo e dall’educatore professionale.
Il progetto, poi, coinvolge la Struttura Complessa di Neuropsichiatria infantile dell’azienda ospedaliera-universitaria Città della salute della scienza di Torino, la Struttura Complessa di Neuropsichiatria infantile dell’Asl Città di Torino e delle altre Asl del territorio torinese (come riferimento territoriale per la diagnosi e la presa in carico sin dall’età precoce) e l’Angsa Piemonte (Associazione nazionale genitori soggetti autistici), sezione Torino e il Gruppo Asperger, in qualità di rappresentanza dei bisogni delle famiglie.
Il lavoro con queste ultime è decisivo fin dal momento della valutazione diagnostica, specie se il bambino è piccolo. I genitori-tutor dell’Angsa intervengono con un’opera di parental training confrontandosi con i professionisti del Presidio, con lo scopo che papà e mamma diventino genitori-educatori.
Il tutto per prendere coscienza delle potenzialità di cui già il bambino dispone e percepire maggiormente il ruolo decisivo che essi stessi svolgono nell’andamento degli interventi educativi. Un compito che ha un punto di riferimento nello staff del San Camillo: il Presidio, dal 2003, ha avviato una attività specializzata riabilitativa per i ragazzi autistici, con l’applicazione di specifiche metodiche di recupero di tipo cognitivo comportamentale, associate a trattamenti neuropsicomotori, logopedici e neuropsicologici.
Quindici anni sfociati in risultati positivi, grazie alla consapevolezza di un procedimento in rete – che ha al centro la famiglia e la persona colpita dall’autismo – e alla precisa definizione di obiettivi singoli, insieme con i genitori. Un lavoro di squadra, che il 6 aprile sarà possibile conoscere (e apprezzare) in tutta la sua interezza e complessità.