L’Anno del Dolcetto, il Consorzio di Tutela dell’Ovada DOCG punta la lente d’ingrandimento in uno dei vitigni più tipici e diffusi del Piemonte.
Al Vinitaly è un gran protagonista, martedì 9 aprile si è effettuata una degustazione di annate recenti e longeve dell’Ovada DOCG: un viaggio nel tempo nell’arco di tre decenni, fino al 1991.
Ovada DOCG in occasione del Progetto “2019 – Anno del Dolcetto” lanciato dalla Regione Piemonte per riportare alla ribalta la potenzialità di un vitigno storico tra i più tipici del Piemonte e coltivato diffusamente in tutto il territorio regionale.
Il territorio dell’Ovadese è protagonista di due vini a denominazione di origine: il Dolcetto di Ovada Doc e l’Ovada Docg, denominabile anche Dolcetto di Ovada Superiore Docg. I due vini provengono da due distinti provvedimenti legislativi e ciascuno è regolato da uno specifico disciplinare di produzione.
Dolcetto di Ovada Docg, è un vino ricco e austero e appartenere certamente alla selezione di vini importanti, contrariamente al detto che sia un vino di facile beva. Italo Danielli, Presidente del Consorzio di Tutela dell’Ovada DOCG – c’è ne dimostra le grandi potenzialità, un vino unico, è il vino che da sempre ha accompagnato e accompagna l’uomo delle Langhe, le colline anticamente delimitate dal Tanaro da una parte e dall’Orba dall’altra e le pianure vicine.
Una sola è la tipologia per il Dolcetto di Ovada, mentre sono quattro per l’Ovada Docg: Ovada, Ovada Riserva, Ovada con riferimento della Vigna e Ovada con riferimento della Vigna e Riserva.
“Degustazione narrativa” così si è intitolata, dove hanno partecipato diversi protagonisti, tra cui la Regione Piemonte con l’Assessore all’Agricoltura Giorgio Ferrero; Piemonte Land con il Presidente Filippo Mobrici; il Consorzio di Tutela dell’Ovada DOCG e l’Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato, rispettivamente rappresentati dai Presidenti Italo Danielli e Mario Arosio.
In prima linea la nuova generazione di Produttori dell’Ovada DOCG, costituitasi in Consorzio nel 2013 e che partecipa a Vinitaly per la prima volta, con un viaggio nel tempo nell’arco di tre decenni, degustando le produzioni più recenti datate 2017 e 2016, passando per agli anni 2011 e 2004, fino a bottiglie datate 1998 e 1991.
“I produttori dell’Ovadese, la zona più vocata per i vini Dolcetto “di struttura” – afferma Daniele Oddone, Vicepresidente del giovane Consorzio – “negli ultimi decenni hanno privilegiato una produzione con vendita a breve termine, a pochi mesi dalla vendemmia.
Ma il vitigno Dolcetto ha caratteristiche tali da poter produrre vini eccellenti e longevi”; ed è per perseguire questa strada che una trentina di Produttori, principalmente rappresentati dalle nuove generazioni di viticoltori del territorio, hanno deciso di costituirsi in Consorzio e avviare l’Ovada Revolution.
Tommaso Arrigoni, Chef di “Innocenti Evasioni” di Milano (1 stella Michelin), che propone l’Ovada DOCG come abbinamento ottimale al suo ‘agnello al succo di ciliegie’, in carta nel menu di Pasqua. Arrigoni sostiene che “Il Dolcetto è un vino che va usato, al contrario di quello che si può pensare, per accompagnare piatti ‘di struttura’ che hanno bisogno di un vino in grado di supportarli ed esaltarli, come guancia brasata, carni rosse pregiate e appunto la carne di agnello”.
La nostra esperienza, dopo aver degustato annate dal 1991 al 2017, e che l’Ovada Docg, è un vino raro nel suo genere, si evolve nel tempo con una sua personale crescita molto appassionante.
#ovadarevolution