Oscar Quagliarini Si Racconta In Una Dettagliata Intervista

Si sta sempre più diffondendo la voglia di andare a degustare un cocktail, notando le differenze perché ci si è recati in un determinato bar, o dal vostro bartender di fiducia che è diventato un punto di riferimento, come la scelta di mangiar bene e di qualità recandosi appunto nel ristorante di fama.

L’arte di miscelare i cocktail è la chiave del successo di ogni bartender, complessi, di tendenza, o che rispettano l’etichetta, il mondo dei cocktail influenza diversi momenti di piacere che attivano i sensi.

La domanda è? dove bere il drink migliore? Chi sarà il bartender più cool? per essere sempre informati sui cocktail di tendenza, e sul bartender più in voga del momento a Milano, abbiamo incontrato Oscar Quagliarini , uno dei più celebri bartender della sua generazione.

 

Viaggi, aromi, contaminazioni, che si tuffano trasformandosi in sapori inediti nei suoi cocktail. In ogni esperienza in giro per il mondo Oscar Quagliarini ha saputo cogliere il miglior dettaglio e trasformarlo nella sua versione singolare.

Lo abbiamo incontrato in occasione della preview di collaborazione che firma il nuovo menù cocktail de Il Bar, lounge bar e caffetteria sulle terrazze di Rinascente Milano e Palermo.

 

Ecco i tratti distintivi che lo caratterizzano.

I profumi influenzano i suoi cocktail, l’odore perfetto che passa dall’olfatto al gusto e viceversa, dunque quando immagina una fragranza ha già in mente il tipo di cocktail da voler sperimentare? nasce prima la fragranza come musa, o non ha una regola?

Ciò che nasce come prima cosa è il drink. Solo dopo creo la relativa fragranza da abbinare. In questa fase decido il ruolo dell’olfatto, se creare un entree, un continuum o un contrasto.

Se le dico cocktail, quali sono le tre parole che le vengono in mente portando la sua firma?

 Less is more olfatto semplicità e gusto.

Gioco tanto sull’olfatto. In realtà i miei drink sono molto semplici, non superano mai i 4 ingredienti, spesso ne hanno solo 2 0 3. Faccio molta attenzione al gusto e alle bevibilità del drink in maniera tale che il consumatore sia invogliato a berne più di uno e magari a provarne 2 o 3 differenti nella stessa occasione. Questo è possibile perché i mie drink sono sempre semplici, nonostante la ricerca e l’elaborazione attentamente studiate, tanto che il consumatore riesce a distinguere e apprezzare tutti gli ingredienti della ricetta. Per me è una questione imprescindibile, evitare accuratamente le creazioni con troppi ingredienti o con eccessive alterazioni della materia prima. Per me, davvero, lessi s more.

A breve la Drink list del Bar, il cocktail bar nella Food Hall di Rinascente Milano, porterà la sua firma, qual è la versione di Oscar Quagliarini che ha voluto disporre?

Ho creato una speciale lista cocktail traendo ispirazione dalla lunga storia di Rinascente. Ogni cocktail ha una particolare connessione con il piano di riferimento, ad esempio con la profumeria, con quello dell’uomo casual, del luxury donna ma anche con il mondo food al settimo piano proprio dove è situato il Bar.

Food and beverage pairing incomincia ad essere un nuovo stile di bere, qual è lo scopo far diventare la mixology una alternativa al vino di degustazione? Qual è il suo parere a riguardo?

Secondo me assolutamente no, ad esempio, io mangio bevendo vino. La gente non capisce ancora come affrontare il il food pairing. Personalmente ho avuto 3 occasioni con chef importanti: due con Stefano Ciotti del Nostrano di Pesaro e una al Postrivoro con lo chef Emilio Macias di Astrid y Gaston Acurio in Perù. E’ un lavoro davvero complesso, infatti occorre tenere conto che gia il piatto ha una struttura e numerosi ingredienti, di conseguenza il drink da abbinare deve essere semplicissimo e a bassa gradazione alcolica. Le tre cene sono state un successo, ma non nego che per creare le ricette ho dovuto lavorare veramente tanto.

Non a caso la facciamo a lei questa domanda, quando non lavora dove beve un ottimo drink Oscar Quagliarini?

In realtà io solitamente non bevo drink. Bevo solo orange wine e vini naturali. Nelle occasioni in cui ho voglia di un drink solitamente vado sul classico, per esempio scelgo il Martini Cocktail o il Negroni per l’aperitivo mentre il Gin Rickey in serata. In particolare il Martini Cocktail è un’arte, mi piace molto quello da Spaccio Spiriti Alimenti a Senigallia mentre a Milano all’Elira, da Toel a Pigato e da Luca Vezzali da Ugo.

Un’ultima domanda. Diverso è essere ?

Per differenziarsi è necessario essere sé stessi: creare una propria identità nel fare da bere evitando il copia e incolla e di seguire le mode cambiando continuamente il proprio stile. Differenziarsi significa essere coerenti. Alle scuole medie seguivo e imitavo il mio compagno di classe Michele. Un giorno mio padre venne chiamato da collegio perché indossavo una maglietta di Che Guevara e in quell’occasione mi fece un discorso che mi è rimasto dentro sull’importanza di avere una propria personalità. Allo stesso modo mio fratello per me è stato un esempio, per un periodo lo ho seguito molto e a lui devo tanto della mia creatività in quanto è un vero artista e sono contento, nel mio piccolo, di potermi considerare anche io, nel mio piccolo, “un artista”.

 

Grazie Oscar Quagliarini

Chef E Green 2019

L’inaugurazione di Chef in Green 2019 ha preso il via nel suggestivo Castello di Tolcinasco, Golf Club d’eccellenza, la quinta edizione riconferma il successo della kermesse, un percorso itinerante che vuole consegnare ai nostri occhi, e al nostro palato la prospettiva di un percorso enogastronomico in evoluzione- tutto insieme al gioco del golf.

Lunedì 29 Aprile oltre 35 chef che si alterneranno negli incontri e nelle cene itineranti, mettendosi in discussione affrontandosi da diverse abilità, è lecito aspettarsi qualcosa in più, siamo soddisfatti di quello che si è visto in campo, gli chef hanno dato del loro meglio alla conquista della buca migliore. A seguire la seconda partenza degli chef, si primeggia in cucina con una serie di prelibatezze che formano una cena gourmet davvero importante.

Roberta Candus, direttore di Golf & Gusto è l’ideatrice e la conduttrice del meeting, conoscitrice della cultura enogastronomica ha reso possibile anno dopo anno la realizzazione di ogni tappa all’interno dei più belli ed esclusi golf club del panorama, coinvolgendo tantissimi grandi nomi delle cucine più autorevoli che si sono sfidati sui green più esclusivi d’Italia, “il gioco del golf fa squadra”, insieme alle ultime novità di Claudio Gatti ed i suoi dolci della via Francigena e Giuseppe Verdi, in una presentazione show di alcuni produttori che seguono questi interessanti appuntamenti.

Chef in Grren si occupa di regalare emozioni attraverso la pura esperienza del gioco, per poi giocare di gusto in cucina, presenti gli Chef stellati Claudio Sadler, Tano Simonato e Felix Lo Basso rivali con i loro ferri da golf, in campo anche Marc Bernardi, chef emergente che cucina a 2000 metri in Val Gardena.

In cucina troviamo chef Giuseppe Lo Presti del ristorante Il Casale, consigliato nella guida Michelin 2018 e Cristian Benvenuto, chef e patron del ristorante La Filanda a Macherio, e poi due new entry ristoranti milanesi Gianluca Rosano del Otivm e Pasquale Frigoli del Bistruccio, mentre con un piatto molto primaverile Sebastian Fitarau della Locanda Sensi di Rivergaro porterà in tavola le novità dell’Eccellenza Ellenica.

“Seduzione”, il pastry-chef Nicolò Moschella, considerato tra i nomi emergenti della pasticceria moderna e premiato come Top Italian Talent Chef 2018.

Gli chef giocano a coppie, “neofiti” e “golfisti”, e possono avvalersi di supporter, golfisti non-chef che partecipano o seguono il gioco. Alla fine di ogni singola gara i partecipanti chef o professionisti accumulano punti, alla fine del torneo chi raggiunge il punteggio massimo viene proclamato vincitore della Chef in Green

 

Menu degli autori della serata

Giuseppe LoPresti- chef  Il Casale di Grimoli, Toscana: “terrina con fegato di coniglio, in arrosto morto, panima arentina, mousse al lardo di Colonnata, coulis di lamponi.

Cristian Benvenuto- chef patron ristorante La filandra, a Marechino: gelato all’olio extravergine d’oliva Zenia con tartare di manzo.

Sebastian Fitarau- chef ristorante la Locanda Sensi, Rivergaro: pasta della Grecia antica, ortiche e menta con asparagi e pecorino.

Gianluca Rosano-chef ristorante Otivm, a Milano: Ravioli cacio e pepe, bottarga di gamberi

Pasquale Frigoli- chef Bistruccio, a Milano: filetto di rombo, plancton nero di seppia e piselli novelli.

 

 

 

 

 

 

 

 

www.chefingreen.it

C-Style, La Cucina del Sichuan Un Concentrato Di Sapori Piccanti

C-Style presenta la cucina del Sichuan piena di gusto, mette insieme i pregi delle altre cucine cinesi, dal nord al sud, l’effetto è la vera tradizione cinese, come il detto che non si smentisce; “mangiando in Cina il vero gusto si trova nel Sichuan”.

La tradizione culinaria del Sichuan è tipica della regione della Cina sudoccidentale, si contraddistingue per la tendenza dei sapori forti, sapidi e principalmente piccanti, tutto si riconduce all’utilizzo del peperoncino, zenzero, e il noto “pepe del Sichuan.

Diverse le ricette e diverse le preparazioni, troviamo una forte presenza nella cultura locale del Sichuan dell’utilizzo delle arachidi, pasta di sesamo, germogli di bambù e funghi. I metodi di cottura vedono l’utilizzo della frittura in padella, lunghi brasati, e la cottura a vapore. Di fatto la cucina del Sichuan offre un’esperienza di sette sapori di base: acido, piccante, pungente, salato, dolce, amaro ed aromatico.

 

C-Style, La Cucina del Sichuan

 

Accogliente, ben curato nei dettagli, come la singolare tettoia che ti accoglie all’ingresso come quelle che un tempo adornavano gli accessi di una casa ricca (ora di nuovo di moda per le case di campagna delle famiglie più benestanti).

Nulla è lasciato a caso sedie, tavoli, lampadari e accessori ripropongono fedelmente il tipico arredo della Cina del Sud di 150 anni fa. Così come i lavelli in ceramica del bagno. Fa scena il Gu Zheng, antico strumento simile a una cetra, un tempo suonato dalle orchestre alla corte dell’imperatore, che appartiene da diverse generazioni alla famiglia di uno dei titolari. Ogni ultimo mercoledì del mese una musicista professionista intrattiene gli ospiti suonandone le sue note.

 

C-Style, La Cucina del Sichuan

 

C-Style è tutto un programma, una new entry che arricchisce Milano di un ristorante decisamente interessante, dove poter provare veramente la cucina cinese del Sichuan autentica. Aspettatevi il piccante, il molto piccante, al molto molto piccante, gli amanti del genere lo adoreranno, ovviamente le pietanze presentano tutte l’aroma caratteristica del pepe del Sichuan che gli conferisce un retrogusto che addolcisce.

Alcuni piatti speciali dello chef: Costolette di agnello (con vari peperoncini secchi e verdi). Stinco di Maiale in salsa marrone, la Rana saltata in padella con pollo in salsa di peperoncino rosso, il Pesce arrosto C-Style (con verdure sotto aceto e salsa segreta piccante).

Antipasti Tofu con uova di cent’anni, Trippe bollite e tritate con salsa di peperoncino piccante, il Collo d’anatra al Supergusto (una salsa marinata con olio e pepe verde, il Manzo con aceto e pepe. Tra le portate principali Coniglio in salsa di peperoncini piccanti, Vermicelli saltati con maiale macinato piccante, Stufato di rana con verdure piccanti.

 

 

Intestini di maiale brasati con salsa di soia, Pancetta fritta in brodo con centrifuga di zucca e il riso saltato C-Style (due tipi di riso con salsa ai frutti di mare e gamberi). E ancora molti piatti per vegetariani, dal Taro alla piastra alla Zuppa di tofu con verdure, così come le hot pot, pentola calda dove cuocere direttamente gli ingredienti (dalla testa d’anatra alle zampe di maiale, dalle ali di pollo ai funghi dell’albero del tè) in un brodo più o meno piccante e speziato.

 

Curiosità

Il pepe del Sichuan contrariamente al suo nome non ha un sapore pungente, ne tantomeno piccante. Dona alle pietanze un sapore delicato che ricorda quello del limone. Dei grani del pepe del Sichuan vengono scartati i semi ed utilizzati solo i gusci esterni, che sono sottoposti a tostatura e macinatura.

Usi

Il tè è parte integrante della quotidianità di ogni cinese, ad oggi c’è una varietà molto apprezzata per accompagnare le pietanze, il profumatissimo te al grano, ha una aroma dolce con sentori di frutta secca.

Mano al Portafoglio

I prezzi sono democratici, variano dai 6 ai 16 euro a portata, quindi in media spenderete da 20/30 euro a persona incluse bevande. Rapporto qualità prezzo assolutamente promossa.

 

 

C-Style sarà uno spazio esperienziale dove gustare una cucina non convenzionale, tutto ha un suo carattere di gusto, la materia prima è di qualità, non vi basta altro che trovare la compagnia giusta.

C-Style – Milano, via degli Imbriani 1

Tel. 02/36.53.22.87 chiuso lunedì

PANINO GIUSTO AL PRIMO PIANO IN PIAZZA CORDUSIO; LOCATION D’ECCEZIONE E PATERSHIP CON YAMAMAY

Sarà Caterina Ceraudo a firmare il lancio entrando nel menu “Maestri con il panino”, Petelia è stato il primo panino ad ispirare tutto il resto. Calabrese di origine omaggia la sua terra con la scelta delle materie prima.

Mercoledì 18 Aprile, siamo in Cordusio quadrilatero pulsante di una Milano che non dorme mai, palazzi storici, prestigio, popolarità, un rodaggio di break tutto nuovo per il celebre marchio. Parte tutto dalla posizione non più su strada, 450 mq complessivi, distribuiti tra via Cordusio, via Casati e Via Santa Maria Segreta, il locale è visibile all’esterno da 5 grandi vetrine al primo piano e relative insegne su Via Cordusio, 11 vetrine su Via Casati ed una, splendida, su Via Santa Maria Segreta.

L’accesso al locale è situato sia da Via Cordusio, che da Via Casati e Santa Maria Segreta, e prevede l’ingresso nel negozio Yamamay, partner dell’iniziativa.

 

Il Panino Signature

Petelia, Capocollo, insalatina di campo e agrumi canditi, cipolla di Tropea marinata in aceto di lamponi e stracciatella, il tutto racchiuso in un pane speciale ottenuto da grano tenero Verna, antica varietà coltivata nella Sila catanzarese a 1300 metri d’altezza da almeno 60 anni, il cosiddetto “grano di montagna”.

 

Elena Riva, Presidente di Panino Giusto, dichiara: “Abbiamo coinvolto Caterina Ceraudo perché con questo locale inauguriamo un percorso sull’incoraggiamento del talento femminile e Caterina ci è sembrata, per la sua classe e la sua determinazione a fare e fare bene, una grande ambasciatrice delle donne della ristorazione; di lei apprezzo molto il “give back” che sta facendo alla sua comunità e al suo territorio”.

L’idea in più

L’aperitivo si fa buono, o la cena ricca di panini elaborati come piatti gourmet, non manca nulla, e per un aperitivo deluxe il banco vi da il benvenuto con un nuovo inizio, la scelta rimane una vera esperienza in un mood da lounge bar.

 

Caterina Ceraudo



Classe 1987, Caterina Ceraudo è alla guida della brigata di Dattilo, il ristorante di famiglia che vanta una stella Michelin, la giovane chef ha già in curriculum di premi e riconoscimenti importanti, come quello di Migliore Chef del 2016 per la Guida di Identità Golose, quello di “Chef Donna” guadagnato l’anno successivo per la Guida Michelin. Sempre nel 2017 diventa Ambasciatrice Illy ed entra a far parte dell’Atelier des Grandes Dames, network ideato dalla Maison de Champagne Veuve Clicquot, per sostenere i talenti femminili dell’alta ristorazione che hanno saputo affermare con passione la loro imprenditorialità e il loro stile professionale e, infine, il premio “Miglior Chef Under 35” dei Food Community Awards assegnatole nel 2018.

 

 

La sua è una cucina equilibrata e leggera, una missione che può apparire paradossale in Calabria, ma solo all’apparenza. È semplice, pulita, creativa. La sua filosofia è la riscoperta del territorio calabrese con un accurato controllo di filiera, rispettando il cibo e la sua provenienza naturale, dalla nascita e crescita di ogni ingrediente fino alla sua trasformazione nel piatto. Utilizza pochi elementi, cercando di esaltare i sapori semplici, con una spiccata componente vegetale che in molti piatti diventa la parte dominante della ricetta.

 

http://www.paninogiusto.it 

AGUA SANCTA: Il Locale Per Gli Appassionati Della Cucina Messicana

Piatti, tequila, Mezcal, ingredienti, per conoscere meglio la cucina messicana; un indirizzo già noto è Agua Sancta mexcaleria, andiamo alla scoperta di un paese con radici profonde delle tradizioni a tavola, lo street food è uno dei pezzi forti, sicuramente Agua Sancta potrà portarvi dentro le abitudini a tavola dei Mexicani, con qualche imput in più, quale? Ve lo racconto.

Tutto inizia dall’idea di Fabio Morelli bartender, e giovanissimo imprenditore, lavora con professionalità e rigore, e col sorriso in bocca, lui e tutti i componenti e vi garantisco che non è scontato…

Pranzo, aperitivo, cena, la parola d’ordine è Mexico che passione. Il menu food & drink da solo è capace di dare le giuste motivazioni per farci un salto, per gli amanti delle tortas assaggerete “Tortas con Carne al pastor, ananas, cipolla e maionese al chipotle, o ancora tacos a base di tilapia marinata nel lime e chile ancho, con salsa al mango e crescione d’acqua, o come il tacos con pollo e salsa tomatillo, guacamole, nachos, insalate e un alternativa molto sfiziosa di aguachile, proposto nella sua versione con i gamberi rossi di Mazara.

 

L’emblema rimangono i distillati a base di agave, tequila e mezcal, con una drink list interessante suddivisa in tre sezioni: hot drinks, signature cocktails ed una parte esclusivamente dedicata ai Margaritas.

El Clavo” un drink dove la tequila viene unita a the earl grey, zucchero e lime.

Sexy Moscow, la versione calda del Moscow Mule.

Banana Joe, tequila infusa alle foglie di banana e sciroppo di espasote.

Gringoa base di barbou.

Il Suave con vodk.

Big Bamboo, con il rum.

Cilantro gimlet con gin Hendrick’s, lime, cetriolo e coriandolo.

 

 

La signature list

El vejo, con negroni riposato in botte, unisce il mezcal al

Campari antica formula, il Montanaro, mix tra l’Amaro Braulio e la tequila.

 

Le varianti del Magarita:

Mezcal Margarita. Pomelo con tequila agli agrumi e pompelmo, o il Caliente, piccante,

a base di tequila Don Julio bianca, tequila infusa all’habanero, triple sec e lime.

 

 

New entry estive

Sunset (Martini Bianco, Lychees, Pompelmo, Menta e Prosecco),  tra i  margaritas  I’m Blue (Tequila Don Julio alla lavanda, Limone, Zucchero, Albumina), e i diversi tipi di sangria.

 

Buono a sapersi

Novità della stagione il brunch della domenica, il suo dehor all’aria aperta è un valore aggiunto per gli amanti dell’atmosfera messicana. Piatto, frutta, un dolce un caffè e bevande no limits. Costi del brunch: 25€ con analcolico, 30€ Drinks by Don Julio, 35€ Vino / Bollicine.

 

Agua Sancta una tappa che racconta un Messico contemporaneo. Ci piace!

 

 

Agua Sancta

Corso Garibaldi, 110 – Milano

Martedì – Domenica 18:00 – 2:00 – Chiuso il lunedì

Info e prenotazioni: +39 3755350033

L’Anno del Dolcetto il Consorzio di Tutela dell’Ovada DOCG Ce Lo Racconta

L’Anno del Dolcetto, il Consorzio di Tutela dell’Ovada DOCG punta la lente d’ingrandimento in uno dei vitigni più tipici e diffusi del Piemonte.

Al Vinitaly è un gran protagonista, martedì 9 aprile si è effettuata una degustazione di annate recenti e longeve dell’Ovada DOCG: un viaggio nel tempo nell’arco di tre decenni, fino al 1991.

Ovada DOCG in occasione del Progetto “2019 – Anno del Dolcetto” lanciato dalla Regione Piemonte per riportare alla ribalta la potenzialità di un vitigno storico tra i più tipici del Piemonte e coltivato diffusamente in tutto il territorio regionale.

Consorzio Ovada DOCG_panorama vitato

Il territorio dell’Ovadese è protagonista di due vini a denominazione di origine: il Dolcetto di Ovada Doc e l’Ovada Docg, denominabile anche Dolcetto di Ovada Superiore Docg. I due vini provengono da due distinti provvedimenti legislativi e ciascuno è regolato da uno specifico disciplinare di produzione.

Dolcetto di Ovada Docg, è un vino ricco e austero e appartenere certamente alla selezione di vini importanti, contrariamente al detto che sia un vino di facile beva. Italo Danielli, Presidente del Consorzio di Tutela dell’Ovada DOCG – c’è ne dimostra le grandi potenzialità, un vino unico, è il vino che da sempre ha accompagnato e accompagna l’uomo delle Langhe, le colline anticamente delimitate dal Tanaro da una parte e dall’Orba dall’altra e le pianure vicine.

Una sola è la tipologia per il Dolcetto di Ovada, mentre sono quattro per l’Ovada Docg: Ovada, Ovada Riserva, Ovada con riferimento della Vigna e Ovada con riferimento della Vigna e Riserva.

 

“Degustazione narrativa” così si è intitolata, dove hanno partecipato diversi protagonisti, tra cui la Regione Piemonte con l’Assessore all’Agricoltura Giorgio Ferrero; Piemonte Land con il Presidente Filippo Mobrici; il Consorzio di Tutela dell’Ovada DOCG e l’Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato, rispettivamente rappresentati dai Presidenti Italo Danielli e Mario Arosio.

In prima linea la nuova generazione di Produttori dell’Ovada DOCG, costituitasi in Consorzio nel 2013 e che partecipa a Vinitaly per la prima volta, con un viaggio nel tempo nell’arco di tre decenni, degustando le produzioni più recenti datate 2017 e 2016, passando per agli anni 2011 e 2004, fino a bottiglie datate 1998 e 1991.

 

Consorzio Ovada DOCG_lavoro vigne

“I produttori dell’Ovadese, la zona più vocata per i vini Dolcetto “di struttura” – afferma Daniele Oddone, Vicepresidente del giovane Consorzio – “negli ultimi decenni hanno privilegiato una produzione con vendita a breve termine, a pochi mesi dalla vendemmia.

 

Ma il vitigno Dolcetto ha caratteristiche tali da poter produrre vini eccellenti e longevi”; ed è per perseguire questa strada che una trentina di Produttori, principalmente rappresentati dalle nuove generazioni di viticoltori del territorio, hanno deciso di costituirsi in Consorzio e avviare l’Ovada Revolution.

  

Tommaso Arrigoni, Chef di “Innocenti Evasioni” di Milano (1 stella Michelin), che propone l’Ovada DOCG come abbinamento ottimale al suo ‘agnello al succo di ciliegie’, in carta nel menu di Pasqua. Arrigoni sostiene che “Il Dolcetto è un vino che va usato, al contrario di quello che si può pensare, per accompagnare piatti ‘di struttura’ che hanno bisogno di un vino in grado di supportarli ed esaltarli, come guancia brasata, carni rosse pregiate e appunto la carne di agnello”.

 La nostra esperienza, dopo aver degustato annate dal 1991 al 2017, e che l’Ovada Docg, è un vino raro nel suo genere, si evolve nel tempo con una sua personale crescita molto appassionante.

 

#ovadarevolution

COVA’S CREATIVE LAB PRESENTA SDA BOCCONI & COVA DESIGN PROJECT

10 progetti sono stati presentati a Milano in occasione della settimana del design davanti a una giuria di esperti. SDA Bocconi & Cova Design Project, un’iniziativa dedicata al design 70 studenti resi complici facente parte dei corsi MAFED e MAMA, Master della Business School dell’Università Bocconi.

8 aprile 2019 . Cova’s Creative Lab, l’impegno degli studenti è stato di rimodellare il packaging della storica pasticceria, lo sprint è la creatività, la sostenibilità è l’innovazione.

La giuria di esperti valuterà i dieci progetti, il migliore si aggiudicherà la capsule collection che verrà inserita nel prossimo catalogo A/I.

 

 

Garden Cova

La giuria d’eccellenza:

Paola Faccioli (CEO di Cova), Marco Tortoriello (Associate Dean Master Division SDA Bocconi), David Pambianco (Vice Presidente di Pambianco Strategie d’Impresa), Sonia Calzoni (architetto e titolare dello studio Calzoni Architetti) e Alberto Fabbri (Vice Presidente di LVMH Italia).

L’idea di creare un laboratorio di idee commenta Paola Faccioli, CEO di Cova – è nata dalla volontà di creare uno spazio, denominato Cova’s Creative Lab, dove poter sperimentare con coraggio e passione.

 

Pasticceria Cova | via Montenapoleone, 8

 

Sito web: www.pasticceriacova.com

Fish&Chef Celebra il decennale attraverso la Cucina d’Autore

Dal 6 al 13 maggio 2019 riflettori accesi per la 10a edizione di Fish&Chef, il lago di Garda ci conquista.

Dieci anni di Fish&Chef, grandi festeggiamenti per onorare la Kermesse volta a raccontare il territorio del lago di Garda, ricco di materie prime, tra le materie prime che caratterizzano la filosofia gourmet c’è sicuramente il pesce d’acqua dolce, ricco di gusto, emozioni, profumi.

Fish&Chef è il format del gusto del lago che ha come obiettivo quello di comunicare l’ambiente, l’offerta della tradizione locale, i paesaggi affascinanti ricchi di storia e cultura, coinvolgendo in questo percorso di valorizzazione professionisti, aziende e pubblico con cui in questi anni hanno creato un rapporto di familiarità.

Punta San-Vigilio
Punta San-Vigilio

 

Venerdì 5 aprile si è svolta la cena di gala presso la suggestiva cantina Cà Maiol ci danno il benvenuto Elvira Trimeloni, Leandro Luppi e tutti i cuochi del Dream Team, nel segno di una cerimonia singolare.

Il format di Fish&Chef, prevede 6 tappe itineranti in 6 serate dove chef e ristoratori del lago di fama nazionale e internazionale propongono alla clientela un vasto panorama dei prodotti tipici del territorio che vengono poi rivisitati abilmente dall’estrosi chef.

 

 

 

 

 

Dieci edizioni dopo Fish&Chef ha creato vero e proprio movimento culturale, propagandando il pesce di lago in ricette semplici ed allo stesso tempo uniche e particolari.

Per celebrare l’anniversario Fish&Chef ha scelto un’eccellenza del Lago di Garda: Cà Maiol, che fin dal 1967 – anno della sua fondazione – si fa promotrice in Italia, così come all’estero, di una tra le più apprezzate produzioni enologiche del territorio gardesano.

 

 

 

 

Una grande rassegna di assaggi ha caratterizzato la serata; Cà Maiol spumante Metodo Charmat, Lugana DOC Sebastian Brut e Sebastian Brut Rosé, accanto al più strutturato Lugana DOC Metodo Classico Brut, Lugana DOC Prestige e Molin, Lugana DOC Fabio Contato 2016; il Valtènesi Riviera del Garda Classico Chiaretto Roseri, il Negresco e il Valtènesi DOC Fabio Contato Rosso, referenze che rappresentano l’eccellenza del settore vini in abbinamento ai sapori del territorio.

L’evento Happy Birthday Fish&Chef è stato inc

ontro unico, un connubio tra cucina d’autore e grandi vini, proposte straordinarie che portano le firme di 19 chef del Dream Team, con le loro 8 stelle Michelin.

 

 

 

 

Tutti gli chef del Team Dream

Leandro Luppi CHEF A MALCESINE, Orietta e Maria Filippini CHEF A GARGNANO SUL GARDA, Massimo Fezzardi CHEF A DESENZANO DEL GARDA, Isidoro Consolini CHEF A LIMONE DEL GARDA, Roberto Stefan CHEF A SIRMIONE, Alberto Bertani CHEF A SALÒ, Stefano Baiocco CHEF A GARGNANO SUL GARDA (BS), Michele Iaconeta CHEF A COSTERMANO, Maurizio Bufi CHEF A GARGNANO SUL GARDA, Matteo Felter CHEF A GARDONE RIVIERA, Andrea Costantini CHEF A GARDA, Andrea Mantovanelli CHEF A FOLGARIA, Giuliana e Francesca Germiniasi CHEF A MANERBA DEL GARDA (BS), Fabio Mazzolini CHEF A MANERBA DEL GARDA (BS), David Cattoi CHEF A RIVA DEL GARDA (TN),Carmelo Di Novo CHEF PASTICCERE A MANERBA DEL GARDA, Fabio Cordella CHEF A BARDOLINO (VR), Saulo Della Valle CHEF A MONIGA DEL GARDA, Marco Cozza & Andrea De CarliCHEF A SALÒ (BS)

Ogni sera un ristorante gourmet diverso, sensazioni diverse, gusti miscelati esaltando le specialità di lago; trota, tinca, carpione, lavarello ma anche un corredo di prodotti di fama internazionale come l’Olio Extravergine di Oliva Dop del Garda, la carne Garronese Veneta, i formaggi tipici di montagna, dove l’influenza del trentino si fa sentire, la cucina del lago di Garda è una cucina a 360 gradi una gastronomia delicata, raffinata, dove la passione per i piatti a base di di pesce d’acqua dolce, sono un plus ultra.

www.fishandchef.it

Identità Golose 2019 Quindidicesima Edizione Del Congresso Gastronomico Italiano.

Costruire Nuove Memorie è il tema di Identità Golose 2019, la somma di storie e culture che alimentano fortemente i tempi moderni. La necessità di recuperare delle memorie in cucina e renderle attuali.

Osservazione e consapevolezza è il focus che rende il congresso sempre più interessante, relatori, chef, produttori, pasticceri, maitre, pizzaioli, allo scopo di rendere la gastronomia; memoria, elementi e quotidianità.

Tanti i relatori, insieme ai grandi della ristorazione italiana e non solo, un programma ricco di ogni aspetto; due nuovi esordi di prima, si è discusso sul tema Identità TV – 60 anni di alta qualità a tavola, l’attenzione cade su alcune trasmissioni più seguite e interessanti.

Contaminazioni, protagonisti otto chef a cavallo tra le frontiere del gusto. Tornano invece Dossier Dessert e Identità di Gelato sul fronte dolce, così come Identità Naturali, dedicata alla cucina green, e le bollicine di Identità di Champagne.

 

Costruire Nuove Memorie, parlano i Maestri: Cracco, Alajmo, Berton e Oldani (in un connubio… marchesiano) e Beck, Martinez e, ad anni di distanza, del turco Gürs, oltre all’esordio di grandi nomi internazionali: Avillez, Raue, Guerrero.

Salgono sul palco l’ultimo giorno gli amati di sempre del Congresso Massimo Bottura Dominique Crenn, Riccardo Camanini, Niko Romito, Enrique Olvera.

La pasticceria italiana contemporanea, ha una forte presenza al Congresso; vediamo Assenza,Fusto,e altri magnifici sei, e ancora Identità di Pane e di Pizza, dodici relatori tra grandi maestri e volti giovani.

La crescita e il successo di iniziative come il Congresso di Identità Golose si pongono l’obiettivo di ridisegnare nuovi ponti tra tradizione e innovazione, verso uno dei patrimoni più belli della cultura Italiana; “l’enogastronomia”. Grazie.

Milano – Mi.Co. – via Gattamelata, Gate 14

dal 23 al 25 marzo 2019

Le Soste è arrivata alla trentasettesima edizione

Le Soste è arrivata alla trentasettesima edizione, il 2019 presenta 5 nuovi ristoranti.

L’associazione Le Soste ha presentato oggi 20 marzo 2019 la sua nuova guida. Una raccolta di indirizzi che illustrano locandieri e grandi cuochi per portarci dentro ad una esperienza gastronomica piena di sapori e tradizioni.

Trentasette anni dunque, interessante, distinta, ma soprattutto utile, il volume conta 300 pagine edito da Mediavalue – coordinate di Mario Cucci. La Guida è stata presentata dal giornalista e scrittore Roberto Perrone.

Molteplici indirizzi della buona cucina italiana, il criterio è semplice ne giudizi né voti, tutti i ristoranti che fanno parte de Le Soste, sono semplicemente linee del gusto dove fare una esperienza singolare e soggettiva, il valore della guida è dato dal piacere unico del viaggiatore gourmet, senza critiche di grandi esperti.

Ovviamente i membri sono valutati dall’unanimità dal Consiglio direttivo prima di farne parete, la guida viene pubblicata in italiano e in inglese contiamo 25.00 copie.

 

Numerosi i premi 2019 votati sempre a premiare l’efficienza della cucina, la forma, l’accoglienza e l’eccellenza enogastronomia italiana:

Il premio Franco Ziliani-Le Soste all’innovazione di Berlucchi è stato assegnato a Mauro Uliassi.

Il premio Le Soste Ospitalità di Sala di cantine Ferrari è stato assegnato a Simonetta Mosconi, maitre del ristorante Mosconi.

Il premio Le Soste di Mario Felluga Russiz Superiore è stato assegnatoa Ezio e Renata Santin.

Il premio Le Soste per la Sostenibilità de La Fenice è stato assegnato a Giancarlo Morelli.

Il premio ASPI Best Wine Estates of Italy è stato attribuito alla azienda agricola Fratelli Bucci.

Il premio Experience Pommery alla migliore selezione di champagne è stata assegnata a Don Alfonso 1980.

  

Ecco le new entry, ristoranti, chef e località:

Il ristorante Cracco a Milano, nuovo nato dello chef Carlo Cracco; Magnolia di Cesenatico seguito dallo chef Alberto Faccani, Taverna Esria a Brusciano NA con l’eleganza dello chef Francesco Sposito, Il Ristorante- Luca Fantin all’interno dellìhotel Bvlgari Tokyo, Amelia di San Sebastian diretto dal giovane Paulo Airaudo.

 

 

Associazione Le Soste

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20871 Vimercate (MB)

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