Malbec World Day 2016 Milano

Il Malbec world è un’occasione di grande approfondimento per degustare e familiarizzare con le grandi etichette Argentine, il vino e le sue latitudini, infatti si passa dalla Patagonia fino ad estendersi nella zona di Mendoza e San Juan, e la provincia di Salta con i suoi q3.000 metri, ben oltre 20 cantine saranno protagoniste di degustazioni mirate ad eleggere il miglior Malbec 2016.

18 Aprile siamo al Westin Palace di Milano, il palcoscenico scelto per l’occasione, le premesse sono alte, l’Italia ospita l’Argentina, non è di certo una partita del mondiale, ma lo spettacolo è di ben altra portata, “ il wine Argentino diventa protagonista”, più di 40 le etichette che concorrono al banco della giuria formata da esperti Sommelier, insieme a giornalisti, enologi, ristoratori, distributori, insomma non mancano i palati affini per blind tasting, per eleggere il miglior Malbec 2016, che risulta essere, “La Gostra Del Vino Bacàn Malbec 2011”. Colore rosso scuro con aromi fruttati, prugna, cassis, more, liquirizia, cioccolato fondente e violetta, queste sono le caratteristiche inconfondibili dell’uva Malbec, “il vino nero”, il suo apostrofo migliore, corposi e rotondi, forte anche per il posizionamento delle vigne che sono fra i più alti del mondo, sorgono a 1.500 metri sopra il livello del mare, ai piedi delle Ande, qui ha trovato la posizione perfetta la zona principe della produzione è Lujan de Cuyo de Mendoza, capitale del vino Argentino.

Il Malbec è stato lo slancio economico per la cultura vinicola Argentina.

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Vini bevuti e consigliati:

La Gostra Del Vino Bacàn Malbec 2011 (Mendoza)

Bodega Aleanna  El Enemigo 2011 (Mendoza)

Finca La Luz Malbec 2014  (Malbec valle De Uco)

Bodega Rolland Yacochuya Malbec 2006 (Salta)

Achaval Ferrer Finca Altamira 2012 Malbec (Mendoza)

Ruitini Wines Apartado gran Malbec 2010 (Mendoza)

Bodega Rolland Val De Flores  Malbec 2004 (Mendoza)

 

Il colore è magnifico, l’olfatto è molto intenso, incentrato sui f rutti neri e note di catrame, il palato è rotondo i tannini sono morbidi, un vino ben elaborato.

 

Il vino che mi è piaciuto di più di: Bodega Rolland Yacochuya Malbec 2006

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Un’esperienza bellissima, gli assaggi di questi straordinari vini lasciano impressi nel palato ricordi indelebili, che come ogni grande vino assaggiato hanno il potere di appagare la costante sete di eccellenze, nel corso di questa rassegna avevo previsto di assaggiare qualche buon Malbec, ma, dopo il mio incontro diretto con diverse varietà, non avrei mai immaginato di trovarmi in una realtà vinicola così dinamica e evoluta, e ancor più armonica.

Il mio consiglio? Chiudo dicendo, comunicare un valore è cultura soggettiva o collettiva, quindi cari degustatori se non avete provato ancora un calice di Malbec non c’è ragione migliore per porvi rimedio, stappatene una bottiglia, magari abbinata ad una succosa bistecca di carne rossa.

 

A voi il giudizio.

 

 

 

 

 

Vinitaly 20016 E I Suoi Primi 50 Anni

Il ritorno al Vinitaly è sempre un’esperienza che rende ancor più incantevole il rapporto col settore vinicolo, sia da parte degli eccezionali produttori, che dagli innumerevoli personaggi e stimatori del vino per eccellenza, il 50°anno si dimostra molto attivo ed energico, quattro giorni dove il prestigio, la memoria, la grandezza del settore vinicolo sottolinea non ha frontiere.

Domenica 10 aprile il debutto di apertura per poi concludersi mercoledì 13 aprile, in questo splendido soggiorno ci avventuriamo per testimoniarvi le numerose varietà di cantine e non solo, protagoniste di questo meraviglioso mondo.

Citiamo un po’ di numeri 150mila visitatori più di 4.100 espositori oltre 4mila aziende da 24 Paesi, che operano in rappresentanza di tutti i continenti.

Siamo al banco di prova, affianco ad una grande professionista, Rosita Dorigo, food desing è precisa degustatrice di grande rispetto, scegliamo il lunedì di un secondo giorno apparentemente meno frenetico, anche il vino ha le sue olimpiadi, e nel segno di un virtuoso ode al vino iniziamo la nostra ascesa alla personalissima winelist .

Alcuni sono intensi, profumati, morbidi fruttati, dotati di ricche storie che recitano anniversari d’annata, grandi degustazioni ci hanno portato a testare le proprietà organolettiche di eccezionali cantine, dove la parola che gli accomuna tutte, è, winepassion!

Una particolare emozione c’è arrivata da alcune particolari degustazioni.

 

Siamo nella zona DOC del Collio, padron Gianni e Giorgio Venica, raccolta in 37 ettari situati su differenti colline, ci accomodiamo dopo un breve scambio di cordiali convenevoli, ma c’è da dire che la famiglia Venica a completo è affabile e attenta a comunicare la sua devozione, “quella di produrre vino”, il primo calice di benvenuto, Sauvignon Collio Ronco delle mele DOC, la prima caratteristica che spicca al palato è la sua sapidità, indubbiamente fresco, un vino che dei profumi intensi, frutti gialli, un vino bianco diretto. (calice avvolgente).

 

Castello delle Regine storici vigneti, l’Umbria terra di tartufi e vignaioli, loro sono maestri in questa nobile arte, ma non è l’unica dote potente che hanno, l’azienda estesa in circa 400 ettari di terreno, dove sorgono diverse culture, come l’allevamento di bovini Chianini, gode inoltre di un complesso turistico capace di lasciarti nel cuore un pezzetto della loro realtà, “ te ne innamori”. I suoi vini sono piccoli capolavori, una bella armonia nel calice del Merlot IGT, la Barrique si percepisce, ha una struttura capricciosa, perché si fa notare per le sue caratteristiche, frutti maturi e buona persistenza. Grande cantina.

Maso Martis, Antonio e Roberta Stelzer, per chi ha nel cuore il Trentodoc non può non apprezzare questa famiglia di produttori, parliamo di riserva uve selezionate tra Chardonnay e Pinot Nero rispettivamente nella misura del 30% e 70%, un gusto morbido,bouquet molto delicato, incisivo, saporito, eccentrico, fresco, e di lunga durata, persiste al palato, è innegabile dire che è una chicca dell’azienda. Nel Trentino si trovano sempre delle etichette indimenticabili.

Il vino a volte è come l’età matura, generosa e sapiente, è come l’età che lo caratterizza, ampio e morbido, dico questo parlando di un’incredibile sorpresa, l’Amarone della Valpolicella DOC Pietro dal Cero Cà dei Frati 2009, si perché la cantina Ca Dei Frati, ama il vino, quindi vendemmia uve Corvina, Corvinone, Rondinella e Croatina, coltivate nei vigneti di Pian di Castagnè, sulle colline Veronesi, ha catturato subito il mio interesse, frutto di uno stile sapiente, qui davvero sono stati bravi, è un 2009, ma sembra più maturo, deciso, amarena e cioccolato sono le noti principali insieme a un lieve tocco di tabacco, il suo colore è intenso, rosso rubino scuro, non si smentisce merita una grande riverenza. Il tocco della pienezza dell’Amarone

IMG_3348La passione ci dà gli strumenti necessari per creare la nostra sostanza, così come nella cultura vinicola è un valore imprescindibile insieme alle sue mille sfumature associate. Il vino ci comunica sensazioni, esperienze che si snodano lungo radici, tradizioni vissute e tramandate, c’è chi afferma che il vino possiede un’anima, l’anima delle persone che lo lavorano, che lo crescono, questo fa riflettere, perché dentro a quella bottiglia esistono tante cose, e se si riesce ad immaginarlo, ogni nota del vino che si degusta sarà un segreto svelato.

 

 

 

 

 

 

Benvenuto Bistrot Il Focus Gourmet di Autogrill

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Il gusto e il sapore di una volta, “Benvenuto Bistrot” Autogrill la prima multinazionale nei servizi di ristorazione per chi viaggia lancia un nuovo concept, la sostenibilità sta alla base di questo nuovo criterio, un valore che rappresenta la cultura gastronomica della tradizione, sapori antichi e nuovi, familiari e ruspanti, un grande ritorno alla sostanza, il prodotto artigianale vuole essere una scelta che si differenza sempre da un sapore standard, la capacità di coordinare un modello che sia in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione nel rispetto delle risorse è una delle principali combinazioni che l’azienda Autogrill difende, l’amministratore Delegato Gianmario Tondato Da Ruos, afferma che la sostenibilità è la guida per innovare costantemente e allacciare partnership con gli enti, le imprese e le istituzioni più prestigiose.

Se ci riflettiamo bene non esiste la tradizione senza l’innovazione, e Autogrill negli ultimi dieci anni ha conseguito diversi accordi produttivi con la complicità del territorio, ha voluto lanciare un concpet dal valore aggiunto, una realtà già nota a Milano dal 2013, con Bistrot Milano Centrale e Il Mercato del Duomo, proprio lui premiato come miglior brand identity al Gran Prix 2016 – ma, anche, negli aeroporti di Roma Fiumicino, Dusseldorf, Helsinki, Ginevra e la stazione ferroviaria di Utrecht, in Olanda, un posto non solo familiare in tutte le sue declinazioni, ma un ritorno professionale che un azienda come solo Autogrill sa rappresentare, nel 2016 il gruppo decide di lanciare la linea Bistrot sostenibile anche in autostrada, con l’apertura del primo Bistrot presso la storica area di servizio di Fiorenzuola d’Arda. (PC), autostrada A1.

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Siamo presenti all’inagurazione del lancio ufficiale, insieme agli esponenti del gruppo e i numerosi giornalisti e addetti ai lavori, produttori, un incontro che comunica un esempio vincente di fare ristorazione, e al tempo stesso tramandare la migliore tradizione Italiana.

Presenti Ezio Ballarini Direttore Marketing Autogrill Group, Andrea Olivero, Vice Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Silvio Barbero, Vice Presidente L’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, una collaborazione che è stata premiata come Best Railway F&B Offer ai FAB awards 2013, è un concept emblematico del nuovo modo di fare ristorazione del Gruppo. Modera Luigi Gia caporedattore la Repubblica, Affari&Finanza.

Un punto di partenza che ha dietro le spalle riconoscimenti ed incrementi, certamente non finiranno qui le iniziative, ma intanto godiamoci questa anticipazione, il Bistrot è organizzato per banconi in modo che il cliente abbia libera scelta nel consumare il pasto che più gli aggrada, nel rispetto di un consumo più fugace, o nella tempo di un pausa gourmet dedicata ad un approccio totalmente gratificante.

Il forno sforna pane e pizza da impasto con lievito madre, centrifughe frullati freschi, il corner caffetteria ha un’accurata selezione dei migliori prodotti di pasticceria del territorio e di produzione propria.

Il dettaglio della pasta fresca si può ammirare direttamente dal laboratorio a vista, l’appetito prende forma un primo che posta l’attenzione direttamente dalla filiera, “quando si dice un primo eccellente”, per l’angolo bakery; la cosiddetta cucina di strada porta avanti i piatti tipici della tradizione gastronomica regionale a braccio col il wine bar che propone anche un’ampia selezione di birre artigianali.

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I fornitori ufficiali del Bistrot, diamo qualche nome come fonte inesauribile di garanzia: Parmareggio leader nel settore al livello mondiale, Cavaliere Uberto Boschi Salumi tipici della provincia di Parma, Salumificio Giordano, salumi della provincia di Piacenza, Fratelli Salini salumificio, azienda agricola Pisaroni e Pizzavacca prodotti di punta e celebre giardiniera, caseficio Fior di Latte latticini e formaggi di Alessio Mogliani, pastificio Fontana, azienda agricola Morini, per la qualità della carne, azienda agricola Eugenio Percossi produzione di patate, Golosi di Salute la creature di Luca Montersino, pasticceria Perrazzi, Bardini cioccolateria, azienda vinicola Chiarli.

Lo sguardo alla location ha il suo mood caratteristico, spicca il lato artigianale di un classico Bistrot, si ma polifunzionale, parquet, complementi d’arredo rustici, decori, piastrelle, comunica a chi ha il piacere di una sosta una dimensione accogliente, con la sua esperienza al servizio del gusto tradizionale.

Un’esperienza intorno al gusto, trovo tutto questo molto bello, una sorta di ritorno alle origini ma con la capacità di fondere l’innovazione avvalorando la sostenibilità del territorio.

Noi c’eravamo.

Quindi cari avventori delle soste, se lungo il tragitto autostradale vi trovate presso la tratta A1 dell’area Pavesi di Fiorenzuola d’Arda, fermi e senza esitazioni dateci il vostro contributo, perché il cliente ha sempre (o quasi) ragione.

 

 

 

Art & wine Dipingere Col Vino- Mostra D’Arte Contemporanea Ezio Ferraris

sconosciuto 1.01.25 PMCi sono storie vere, e storie vere straordinarie, quando l’arte si fonde con la sostanza di esprimersi attraverso un soggetto di alto valore come il vino si crea una sorta di magia che rende unici e senza eguali arte e artisti.

“Il vino è un valore reale che ci dà l’irreale”, è una bellissima frase di Luigi Veronelli con un chiaro pensiero, cultura, passione, arte, cibo, vino, celebrano un grande modello di vita, la tradizione, e l’Italia è ricca di contenuti dove ha costruito la propria opera, il vino come l’arte è un linguaggio universale dove hanno trovato spazio del proprio estro molti artisti, Art & Wine Magazybook Club presieduta da Fabio Carisio, giornalista, critico e curatore d’arte, in collaborazione con la Cantina Comunale di La Morra guidata da Giorgio Viberti ha unito un parterre di artisti da sei regioni d’Italia che esibiscono in una mostra collettiva con gli artisti di Art & Wine Club Barolo Pantings, sulle opere dedicate al vino una realtà già nata nel 2014 con il contributo fondamentale della compianta Claudia Ferraresi, artista, giornalista e donna del vino.

Il programma della prossima mostra è dedicata ad un artista dal genere singolare, Ezio Ferraris già apprezzato dalla critica e dai collezionisti per l’originalità della sua espressione pittorica che utilizza come unico elemento il vino e le vinacce, si è ritrovato acclamato e stimato in una recente esposizione a Venezia durante l’evento Call’Art, mostra ufficiale del Carnevale di Venezia, Ferraris ha guardato dentro se stesso, e dentro chi l’arte la osserva rapito, bensì ha sperimenta la sua tecnica di pittura contemporanea l’impronta enoica, non certamente semplice da attuare visto la complessità del fluido, Ferraris ha dato una grande svolta alla sua tecnica di lavorazione sulla carta, tramite l’utilizzo di speciali gommature, così da riuscire a cimentarsi nell’espressione figurativa. Ma diamo seguito a un dettaglio che esprime eleganza, la sapiente tecnica di calibrazione dei vini (Nebbiolo, Barbera, Dolcetto), di differenti annate rendono ricche le sfumature dei timbri cromatici a cui si addiziona l’impiego di vinacce al fine di dare consistenza anche materica ai dipinti, soprattutto in alcune opere di figurazione astrattiva-informale.

Ma chi è Ezio Ferraris per chi non lo conoscesse, diamo un identikit sul percorso biografico e sulla critica, il wine painting innanzitutto è una nuova forma di espressione materiale di fare pittura, oggettiva, primordiale, lontana da un’identità idealistica, sottolineando la propria identità di individuo e di artista nel suo luogo di nascita attraverso una materia che è attinente al suo territorio, il vino, e ne è parte integrante, viva, pulsante di cui le verdi colline di Agliano Terme ne sono testimonianza. Materiali utilizzati: solfato di rame in cristalli, poltiglia bordolese in polvere, zolfo in polvere,
varie tipologie di terre,
tralci di vite,
foglie di vite,
vinaccia,
vinaccioli,
acini di uva dopo la torchiatura. Vini: Barbera, Grignolino, Nebbiolo.

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Ezio Ferraris è di Agliano Terme, classe 1957 è uno dei pittori che meglio rappresenta la filosofia Art & Wine, le sue creazioni in raffinata carta Hammer-Schoeller diventano elemento sostanziale dell’opera d’arte proprio il pregiato nettare di Barbera, Nebbiolo, Grignolino, Freisa ed altri vitigni tipici del Monferrato, così come i depositi (fecce vinacce e acini in fermentazione).

 

 

 

 

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Non vuole essere di certo una classifica alle provocazioni, come spesso le capacità artistiche si evolvono in certe correnti, Ferraris ha seguito un’evoluzione pittorica nel suo genere, unendo l’arte al vino più di quanto simbolicamente e tecnicamente è stato fatto, lanciando inoltre nel mercato dell’arte la sua eclettica personalità, accumulando consensi e favori non solo dalla critica, ma già da innumerevoli collezionisti dei suoi dipinti.

La mostra si terrà dal 2 al 16 aprile presso la cantina comunale di La Mora (Cn) personale di arte contemporanea di EZIO FERRARIS – Wine Painting a cura di Fabio Carisio, Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato. Partner: Art & Wine Club, Art & Wine Magazybook

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Identità Golose 2016Ritorna Col Suo Carico di Gusto

Scabin 3 (2)E’ questa la cosa più importante , la libertà di espressione, lontana da tutto quello che può creare asservimento.

La dodicesima edizione di Identità Golose 2016 elabora in tutta la sua forma massima, “ La forza della libertà”, dunque una questione che tocca i tratti distintivi del genio creativo che c’è in ognuno dei grandi chef di straordinaria maestria.

Il 6 marzo si sono accesi i riflettori su una kermesse davvero speciale: chef celebrities, produttori, giornalisti, fotografi, hanno affollato le sale dello spazio congressi Mi.Co , in via Gattamelata , Gate 14 Milano, il filo conduttore di Paolo Marchi giornalista e critico enogastronomico, fondatore del congresso con la prima edizione nel 2004, è sempre quello: valorizzare la tradizione delle eccellenze del territorio attraverso la cucina d’autore.

Siamo in rassegna in sala Auditorium, sul palco chef italiani e stranieri che ci hanno documentato la loro libertà di espressione. Presenti, Davide Scabin, Enrico Crippa, Massimiliano Alajmo, Ricard Camarena, Carlos Garcia, Josean Alija e Matias Perdomo e molti altri. Lo studio che c’è dietro un apparente semplicità è molto complesso, questo lo dico rivolgendomi ad  Enrico Crippa, lui si abbandona ragionando,  ed è questa la chiave del suo grande successo, non ha gabbie mentali, ci illustra e racconta a colpo d’occhio cos’è la sua libertà in cucina.

Le novità di quest’anno alla prima giornata sono potenziate da, identità di gelato, identità di formaggio  e alla prima di identità di Champagne, mentre in sala blu si concentra il mondo e le novità di identità naturali, a raccontarvi quello che mi ha catturato complice un grande personaggio, Simone Salvini, chef di natura generosa e di spiccata spiritualità, ha dato forma alla sua maniera di trasmettere la sua di filosofia in cucina.

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Classe 1969,dottorato in Psicologia, chef Ambassador di Alce Nero, un legame indissolubile per la cucina vegetariana, un passato che gli permette di espandere i suoi concetti, le sue idee, lavora per molte realtà nel 2005 è capo chef della cucina del ristorante Joia di Pietro Leemann, nel 2008 è docente in alcuni istituti alberghieri di Milano e collabora più volte alla formazione dei cuochi interni alla Camera dei Deputati a Roma, dal 2009 è chef docente dell’Associazione Vegetariani Italiana, e dell’Istituto Europeo di Oncologia di Umberto Veronesi, dal 2010 svolge corsi di cucina naturale vegetariana per la Scuola di Cucina di Alma. Dal 2011 è executive chef di Organic Academy. Chiaro, pulito, essenziale, Simone Salvini è un punto fermo del congresso, quest’anno mette in atto due creazioni uniti da un contenuto comune, l’incontro, una globalizzazione tra Europa e due continenti come Africa e Sud America, abbondanti  di materie prime e influenze di vita che segnano il quotidiano di persone di diverse identità culturali.

L’espressione delle sue ricette  sono spesso valorizzate dai legumi, prodotto dell’anno per la FAO e fonte di sostanze nutrienti e salutari. Salvini, ci conduce nella creazione delle meringhe senza uova e addensanti, utilizza l’acqua di cottura dei legumi, con dosi specifiche di solo zucchero di canna, grazie a proteine e saponine contenute naturalmente nei legumi. Nella seconda ricetta è invece la tapioca il soggetto, un tubero dai  molteplici derivati, il risultato è molto interessante  corrisponde alla realizzazione di una morbida crema aromatizzata al limone cotta nel latte di cocco, ( la tapioca ha delle note proprietà regolatrici del sistema gastrico), in un dolce epilogo nel piatto finito abbiamo due ingredienti principali, che valorizzano il tema natura e gusto,  meringhe croccanti e leggerissime e caviale di tapioca, almeno così Salvini l’ha apostrofato, sensuali, l’ho trovato un dessert  intuitivo e raffinato nella sua semplicità.

 

merinhe e tapioca

Mia ultima battuta di chiusura rivolgendomi al parterre di tutti i presenti:

Se il cibo è un arte, Identità Golose è la bottega dove gli artisti in cucina danno oltre la loro fama, perche il bello di questo congresso mi risulta evidente, come in ogni edition, rende omaggio alla tradizione e al futuro del cibo.

IL PREMIO NONINO “QUARANTUNESIMO ANNO”: ALTA CULTURA, SOSTENIBILITA’ E ARTIGIANATO CHE SARA’ ETERNO

Ronchi di Percoto, 30 Gennaio 2016

L'arrivo

Già da molti anni il Premio Nonino è diventato un punto di riferimento obbligato per il mondo della cultura: cio’ non solo perchè la scelta dei premiati va a individuare ogni anno personaggi di prima grandezza a livello internazionale, ma soprattutto perche’ in ogni sua edizione va a toccare temi di estrema importanza in un mondo nel quale sembrano sgretolarsi i valori tradizionali, in cui la stessa etica e’ messa pesantemente in discussione dalle ragioni della politica, dell’economia e della finanza, in cui un’informazione ansiosa e superficiale finisce per mettere in ombra, con la cronaca del momento, la riflessione sui problemi reali della nostra società. Quest’anno la Giuria del Premio Nonino, presieduta da V.S. Naipaul, premio Nobel per la Letteratura 2001, e composta da Adonis, John Banville, Ulderico Bernardi, Peter Brook, Luca Cendali, Antonio R. Damasio, Fabiola Gianotti, Emmanuel Le Roy Ladurie, James Lovelock, Claudio Magris, Norman Manea, Edgar Morin ed Ermanno Olmi ha così assegnato i Premi Nonino Quarantunesimo Anno.

Premio Nonino Risit d’Aur – Barbatella d’Oro 2016 a SIMONIT&SIRCh PREPARATORI D’UVA

Il loro operare è magistrale ed è un grande esempio per le nuove generazioni: riscoprire l’antica tradizione della potatura manuale della vite, rispettando gli equilibri naturali, ricercando la qualità assoluta, sfidando il futuro senza dimenticare la parte migliore del passato. In questo modo hanno preservato e innovato la potatura della vite, un’eccellenza che si era perduta. un’intuizione straordinaria che li ha portati ad essere i referenti dei più prestigiosi vignaioli del mondo. Ha consegnato il premio Ulderico Bernardi.

 

Premio Internazionale Nonino 2016 a LARS GUSTAFSSON

Il suo narrare (anche in versi) è unico, sempre ironico con se stesso, immerso fra la fantasia e l’erudizione che diventano improvvisamente un gioco profondo nel tempo che scandisce il nostro trascorrere.

una scrittura che trova il vero nella natura, dove vita e morte si affratellano e i colori diventano uno come le sensazioni, perdendosi nell’assoluto. Ha consegnato il premio Claudio Magris.

 

Massimo e Pamela Gelati

 

Premio Nonino 2016 a NATI PER LEGGERE

Arricchire la mente di un bambino raccontando storie è una tradizione che si sta perdendo nel mondo moderno con la sua comunicazione elettronica istantanea. Dobbiamo far proseguire quella tradizione e caratterizzare la vita dei giovani con la sapiente narrativa del passato. Ha consegnato il premio Antonio R. Damasio.

 

 

 

 

Premio Nonino 2016 a ‘un Maestro del nostro tempo’ ad ALAIN TOURAINE

Nel suo pensare ha coniato uno dei termini più usati ed abusati dei nostri tempi: “società post-industriale”. La sua analisi sociologica, lucida e attenta, spazia dalla politica all’etica individuale sino all’azione sociale, mantenendo sempre il suo cardine sui dinamismi sociali e sulla loro coesione. L’individuo, privato di un antico mondo sacro, diviene soggetto umano che, capace di trasformarsi, nel suo agire diventa creatore e arbitro del suo destino. Ha consegnato il premio Edgar Morin.

La consegna dei premi e’ avvenuta presso le Distillerie Nonino a Ronchi di Percoto, Sabato 30 Gennaio, dove, dopo l’arrivo alle distillerie di Cristina, Antonella, Elisabetta, Benito e Giannola Nonino, con Chiara, Davide, Francesca, Sofia, Gaia, Caterina, Costanza e Beatrice , ed il brindisi di benvenuto con Grappa UE ed Amaro Nonino in fantastici cocktail, e’ avvenuta, in anteprima assoluta, la distillazione di una piccola riserva di monovitigni del Friuli. La distillazione delle vinacce di singolo vitigno e’ la rivoluzione Nonino nel modo di produrre e proporre la Grappa in Italia e nel mondo.

Prima della cerimonia e’ stato festeggiato il grande maestro Ermanno Olmi, presente in sala.

Dopo la toccante performance del Coro Manos Blancas del Friuli, sostenuto sin dalla nascita da Giannola Nonino, che si pone l’obiettivo di emancipare bambini e ragazzi dal disagio, offrendo loro un’opportunità di riscatto sociale tramite l’accesso gratuito allo studio della musica, lo spettacolo e’ proseguito con il coro “Artemisia” di Torviscosa ed il coro del Friuli Venezia Giulia, per concludersi con il gruppo folkloristico “Chino Ermacora” di Tarcento, diretto da Massimo Boldi.

Le tre sorelle NonninoAl termine dell’assegnazione dei Premi, ballo e brindisi in distilleria. Si inizia con una sinfonia di aperitivi, serviti da eleganti cameriere in tipico costume “furlan”: uno strepitoso Prosciutto di San Daniele DOP, e i tipici Luanie e Polente, Salam e Soprésse di Rino Lestuzzi, oltre all’immancabile formaggio Frico e varie golosita’ friulane; il tutto accompagnato da una Ribolla Gialla 2011 spumantizzata da Collavini e dalle performance dei mixologist Nonino, che hanno servito agli eleganti ospiti i piu’ svariati cocktail a base di Grappa Nonino.

Una volta seduti, lo chef Romeo Sturma “Viroca” ha deliziato i presenti con specialissimi Uàrdi, puar e luianie, accompagnati da un Broy Bianco Collio 2013 di Collavini. Si prosegue con cuesse di raze in umid e cren e polente di sorture, e ancora musetto con la brovada, accompagnati da un Merlot Ravost riserva 2013 di Angoris. Al termine del pranzo, la tradizionale rottura del torrone Canelin di Visone da parte del paròn Benito, dolcetti tipici di carnevale, marron glaces alla Grappa Nonino Riserva, praline Lindt alla Grappa Nonino Monovitigno Moscato e crepes alla Grappa Nonino Riserva, preparate dai Maitres A.M.I.R.A. Friuli Venezia Giulia.

Durante il pranzo, emozionante la distillazione in diretta di Grappa Nonino Riserva Antica Cuvee 5 Years in barriques di quercia Limousine, Nevers, Gresigne ed ex-Cherry.

Moltissime le personalita’ presenti, tra i quali si notavano il Conte Marzotto, l’Avvocato Cesare Rimini, Rosita Missoni, Debora Serracchiani, numerosi giornalisti televisivi e della carta stampata, autorita’ civili e militari e rappresentanti dell’industria e della finanza internazionale.

Il segreto di questo successo risiede sicuramente nella capacita’ di pensare in grande, ma anche nel coraggio di saper decidere di modificare continuamente la propria creatura, anche quando sembra essere gia’ baciata dal successo internazionale. Giannola Nonino questa manifestazione l’ha fatta nascere e crescere, e continua ancora a emozionarsi come nelle prime edizioni, garantendo l’eternita’ al Premio Nonino.

 

Massimo Gelati e Gianni Mura

 

Gianni Mura e Ing. Massimo Gelati

Presidente Gruppo Gelati

Membro dell’Accademia Italiana della Cucina

 

 

 

Speciale 5 Edizione Olio Officina Food Festival

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Milano dal 21 al 23 gennaio ritorna la nuova edizione di Olio Officina Food Festival, la sfilata dedicata all’olio e ai condimenti ideata dall’oleologo e giornalista Luigi Caricato.

Siamo alla quinta edizione al Palazzo delle Stelline, in Corso Magenta 61, sono molti i partner e i sostenitori della manifestazione, che ha come main sponsor Pantaleo, Esselunga, Monini, Bertolli, Consorzio Extravergine di Qualità, Regione Puglia Assessorato Risorse Agroalimentari.
Degustazioni guidate di oli, finger food oliocentrici e acetocentrici, dimostrazioni di cucina per capire e gustare le diverse possibilità di abbinamento, un’area approfondimento (conferenze e tavole rotonde sull’olio di oliva, presentazioni libri, con nutrizionisti, chef, medici, economisti, filosofi).Una visione completa sul mondo dell’olio, e sulle difficoltà che la filiera affronta, e dunque tema caldo che Universofood tiene sempre in evidenza.

 

Dalla cantine d’autore ai frantoi d’autore. Presente il Consorzio dell’olio Dop Umbria, molte sono le novità nel grande happening milanese un incontro su un concetto singolare, che coinvolge l’Accademia Belle Arti di Perugia, un docente di restauro architettonico e due agronomi e degustatori. Non si tralasciano i cinque sensi, coinvolti una degustazione guidata dallo stile insolito. L’assaggio sarà infatti effettuato rigorosamente fuori dal bicchiere, su cinque differenti pani, un approccio che non può chiedere di meglio.

Il tema di quest’anno è l’olio del futuro, che crea e individua nuove tendenze, quindi pensato, essenziale, tradizionale, moderno, gusto e conoscenza, uno sviluppo pensato non solo per continuare ad apprezzare un condimento porta bandiera dell’Italia, ma con la differenza di comunicare oltre il gusto, cioè col quell’approccio che fa capo alla cultura dell’olio in maniera più variegata, spiegandone qualità, potenzialità, e misure, insomma l’informazione a 360°.

L’olio a stretto contatto con l’arte, l‘olivo è sempre stato rappresentato nell’arte come frutto di lavoro e storia, quindi non si tratta solo di comunicare il valore di produrre l’oro verde oliva, ma con l’audacia di sperimentare attraverso interpretazioni di alcuni artisti di, “Noi Brera” appunto Accademia delle belle arti di Brera, l ‘ebrezza di espressione che crea singolari opere d’arte con l’utilizzo del packaging come filo comunicatore oltre la vera sostanza dell’olio d’oliva.

Ritorna Misteri, Dario Nuzzo svela le leggende della Chiesa.

I segreti hanno sempre quel ritmo occulto, e Roma spesso ne diviene protagonista, non si smentisce di fronte ai misteri della fede.Miracoli, leggende, e la chiesa di Santa Maria, ove si trova il pozzo dei miracoli. Nel lontano 1256  al posto della chiesa vi era una semplice stalla comunicante al palazzo del cardinale Pietro Capocci, dove esisteva un normalissimo pozzo per attingere l’acqua. Si narra che in una notte di settembre, un servo del cardinale, per errore fece cadere nel pozzo un’immagine della Madonna dipinta su una pesante tegola di terracotta, da quel momento improvvisamente le acque  rigurgitarono abbondantemente, tutti  gli inservienti si recarono sul posto per arginare i danni, quando si accorsero  che dalle acque galleggiava la tegola con su dipinta l’immagine della Madonna, cercarono di afferrarla, ma inutilmente, la tegola sfuggiva  dalle loro mani, allorché il cardinale giunto al pozzo incominciò a pregare insieme a tutti i presenti, poco appena le acque del pozzo spontaneamente cominciarono a ritirarsi, e la tegola fu recuperata.

A seguito di questo evento al posto della stalla fu costruita la chiesa, nella quale ancora oggi l’immagine – della cosiddetta Madonna del Pozzo – è culto di grande devozione.

Questa sera, lunedì 21 dicembre, ritorna in onda Mistero Adventure, si riveleranno avvenimenti nell’ambito del paranormale, misticismo e fatti speciali legati alla fede, la nuova rubrica condotta da Dario Nuzzo sui Misteri della Chiesa di Roma, sarà la prima prova che questa speciale rubrica ha su Roma ed il Vaticano, luogo di esplorazione di enigmi celati. La prima puntata sarà dedicata allo storico mistero del Pozzo di Santa Maria a Roma.

Dario Nuzzo, new entry del programma, su questa nuova rubrica racconta: “i miti e le leggende legati alla storia Vaticana, sintomi dai poteri suggestivi, che si perdono nella tradizione e nel credo religioso. Aspetti che caratterizzano intrecci soprannaturali stretti ad eloquenti  fatti storici.

Al centro degli interessi misteriosi l’autore e conduttore tv, ci condurrà dentro i meandri delle storie che saranno soltanto l’inizio di incredibili segreti e misteri, che Dario Nuzzo racconterà ai telespettatori nelle puntate di Mistero Adventure, in onda stasera su Italia 1.

E come tutti i misteri l’importante è saper dare una costruzione originale.

 

GRANDI CHEF DI MILANO SI RIUNISCONO PER REGALARE UNA SERATA SPECIALE AI SENZATETTO E DONARE LORO UN VERO CENONE DI NATALE.

Un cenone dal valore tutto solidale per i senza tetto di Milano.
Che valore ha una cena di Natale per chi, come tante persone meno fortunate, e forse ancor meno, non hanno la possibilità
di garantirsi un pasto caldo. A regalare loro un privilegio di Natale come ogni anno è l’Associazione MIA di Milano col
supporto dell’Associazione del Maestro Martino, capitanata dallo chef Carlo Cracco, insieme a tanti colleghi dal grande
intento caritatevole, si sono uniti per cucinare il menù più profondo che mai hanno potuto dedicare.

Il 20 dicembre in Piazza Affari, avrà luogo la cena offerta dai volontari di Mia. L’armonia di essere guardati
con occhi diversi, riuniti al caldo, si condivide una tavola e il segno che questi piccoli grandi gesti danno un significato più umano nella condivisione del cibo.

Il tepore di quel piatto accogliente, la cena sarà una zuppa di ceci e polpo all’olio d’oliva preparata
da Claudio Sadler, a cui seguirà un risotto cucinato direttamente in piazza da Gaetano Simonato, chef del
ristorante “Tano Passami l’olio”. Tra i secondi compaiono una panzanella offerta dagli chef de “Il luogo di Aimo e Nadia”Fabio Pisani e Alessandro Negrini e polpette alla veneta con polenta preparate dallo chef del Ristorante “Il Liberty”, Andrea Provenzani.

Per finire verrà servita, come da tradizione, una fetta di panettone guarnita con crema al limone offerta da Viviana Varese, chef del ristorante “Alice”. L’appuntamento è alle ore 20.00 nella centralissima piazza milanese che verrà riscaldata dai funghi di Ricci Milano allestita con tavoli e panche offerti dalla Protezione Civile e ovviamente decorata con addobbi natalizi. L’associazione MIA Milano In Azione, nata nel 2012 grazie alla volontà di cittadini con e senza dimora, porta avanti progetti a sostegno delle fasce più deboli della società www.milanoinazione.org

L’Associazione Maestro Martino nasce con lo scopo di valorizzare la figura storica del Maestro Martino grande cuoco del Rinascimento e padre della Cucina d’Autore italiana. E così è di scena una lezione autentica, dove le stelle quelle che brillano non sono i titoli di uno chef, ma il buon cuore di uomini che portano la gioia di un Santo Natale.