Nata nel mese di ottobre, attualmente vive e lavora a Milano. Un Master in Giornalismo Enogastronomico presso l'Accademia Telematica Europea. Dopo alcune esperienze lavorative nel settore commerciale della comunicazione intraprende l'attività di consulente per aziende del food ed editorialista per alcune testate a diffusione nazionale. Giornalista, Scrittrice, trendsetter, dopo alcuni anni passati a farsi le ossa in giro per l'Italia è ora libera professionista nel campo più ampio della comunicazione di eventi legati alla cultura/lifestyle/travel, ed enogastronomia di nicchia. Appassionata d'arte, musica e letteratura, la scrittura per lei è sempre stata la sua forma di espressione più viscerale, l'intezione era quella di diventare scrittrice, per poter raccontare luoghi, persone, e pezzi di vita così diversi tra loro. Scrivere è stato un modo di riconoscersi, di mettere insieme piccoli frammenti di verità, ricordi, emozioni, destinati a prendere vita in una forma letteraria.
Sceglie di firmare i suoi libri sotto pseudonimo Isabel Sheldon, sensibile e curiosa, "abbiate anche una piccola fede, e non c'è nulla che non potrete fare", è il suo mantra.
L’appuntamento con il condimento più amato dagli italiani; l’olio, va in scena oggi dal 1 al 3 febbraio a Milano, la kermesse è “Olio Offina Festival” un movimento ideato da Luigi Caricato, appassionato e grande conoscitore in materia.
Olio Officina Festival 2018
Il tema è comunicare l’importanza e le diversità degli oli esistenti con l’obiettivo di valorizzarne la cultura, il tema di sostegno del 2018 è; “Io sono un albero”, dove albero è vita, legame con la terra e l’olio che ne rappresenta uno dei suoi frutti.
Tante questioni di attualità e di analisi, ne elenchiamo alcuni: l’olio nella Gdo, il packaging, la comunicazione visiva, le nuove tendenze dell’olio, l’olio nella ristorazione, i frantoi del futuro, la sintesi percettiva attribuita all’olio, gli abbinamenti tra carne e olio, e tanti numerosi contenuti.
Stimolante l’argomento; “Progettare Cibo”, relativamente alla recenti acquisizioni intorno alla caratterizzazione dei fattori nutrizionali dell’olio extra vergine di oliva, del cacao, della mela e del globulo di grasso del latte.
Oltre 60 oli in degustazione da tastare in purezza o combinati alle vivande. Non mancherà un importante inchiesta sugli oli territoriali italiani senza dubbio realtà olivicole affascinanti, motore di una materia prima che rende l’Italia il cuore pulsante della produzione.
L’olio adatto a ogni piatto, a ogni inclinazione a ogni appetito, a ogni momento della giornata, potete venire a scoprirlo ad “Olio Officina Festival”
Olio Officina Festival 2018
Presso Palazzo delle Stelline, C.so Magenta, 61, Milano.
Siamo sul set del premio Nonino con l’inviato Massimo Gelati, un viaggio enogastronomico, culturale, all’interno della più celebre distilleria Italiana, a cui si riconosce profondamente l’arte della tradizione volta a valorizzare i valori globali della conoscenza. In questo report ve lo raccontiamo.
Ronchi di Percoto, 27 Gennaio 2018
Gia’ da molti anni il Premio Nonino è diventato un punto di riferimento obbligato per il mondo della cultura: ciò non solo perchè la scelta dei premiati va a individuare ogni anno personaggi di prima grandezza a livello internazionale, ma soprattutto perchè in ogni sua edizione va a toccare temi di estrema importanza in un mondo nel quale sembrano sgretolarsi i valori tradizionali, in cui la stessa etica e’ messa pesantemente in discussione dalle ragioni della politica, dell’economia e della finanza, in cui un’informazione ansiosa e superficiale finisce per mettere in ombra con la cronaca del momento, la riflessione sui problemi reali della nostra società.
Premio Nonino 2018
Quest’anno la Giuria del Premio Nonino, presieduta da V.S. Naipaul, premio Nobel per la Letteratura 2001, e composta da Adonis, John Banville, Ulderico Bernardi, Peter Brook, Luca Cendali, Antonio R. Damasio, Emmanuel Le Roy Ladurie, James Lovelock, Claudio Magris, Norman Manea, Edgar Morin ed Ermanno Olmi ha così assegnato i Premi Nonino Quarantatresimo Anno.
Premio Nonino Risit d’Aur – Barbatella d’Oro 2018 a P(our)
Nel nome, unione delle parole OUR e PURE, cioè nostro e puro, si sottolinea la missione del gruppo, che ricerca la “purezza” del prodotto, non contaminato, e del “nostro” inteso come passato condiviso in ogni angolo della terra. tre sono i paradigmi imprescindibili di P(our): conoscenza, sostenibilità e crescita. Alex Kratena, Ryan Chetiyawardana, Jim Meehan, Simone Caporale, Monica Berg, Joerg Meyer e Xavier Padovani sono i sette giovani bartender che si sono lanciati nella non facile impresa di rilanciare i valori fondanti di ogni società, gli stessi alla base del Premio Nonino.
Il loro progetto più significativo è PourProject Progetto Amazzonia, ideato per salvare l’ajè negro, una salsa fermentata di manioca amara, frutto di una cultura millenaria preparata dalle tribù indigene della foresta fluviale amazzonica. Esploratori del passato, immersi nel presente e proiettati nel futuro, ogni anno, organizzano il Symposium, un incontro internazionale per affrontare e approfondire temi fondamentali della società, come la questione del Gender, anche nel settore della bartender community. Ha consegnato il premio Adonis.
Premio Nonino 2018
Nel 1975 ricercando gli antichi vitigni autoctoni friulani, per distillarne le vinacce, i nonino scoprono che i più rappresentativi – schioppettino, pignolo e tazzelenghe – sono in via d’estinzione, essendone vietate la coltivazione. Ad essi si aggiunge la ribolla gialla. il 29 novembre, con lo scopo di “stimolare, premiare e far ufficialmente riconoscere gli antichi vitigni autoctoni friulani”, e preservare così la biodiversità del territorio, istituiscono il Premio nonino risit d’aur – Barbatella d’oro.
Premio Internazionale Nonino 2018 a ISMAIL KADARE
Poeta, romanziere, autore di saggi e sceneggiatore nato in Albania, aedo innamorato e critico del suo popolo, tra realtà storiche e leggende, che rievocano grandezze e tragedie del passato balcanico e ottomano, ha creato grandi narrazioni. Esule a Parigi dal tempo della dittatura “per non offrire i suoi servigi alla tirannide”, ha rifiutato il silenzio, che è la metà del male, immergendo spesso il suo raccontare in mondi immaginari, divenendo testimone degli orrori perpetrati dal totalitarismo e dai suoi inquisitori. Ha fatto della tolleranza religiosa uno dei cardini della sua opera. Ha consegna il premio John Banville, dopo un videomessaggio di Claudio Magris.
Premio Nonino 2018 a ‘un Maestro del nostro tempo’ a GIORGIO AGAMBEN
Le sue indagini, sempre in cerca delle fonti, spaziano dal linguaggio alla metafisica e dall’estetica all’etica. Giorgio Agamben si definisce un epigono, considerate le sue intense esperienze con il fiorire del libero pensiero; costruisce sull’esempio di Michel Foucault, delle sue idee e intuizioni, una biopolitica e crea il concetto dell’Homo Sacer, un essere umano la cui vita è sacra, il che significa che può essere ucciso ma non sacrificato; traccia un’evoluzione, da un uomo antico che “poteva” a un uomo moderno che “vuole”, e si pone al di sopra sia delle leggi umane sia di quelle divine, aprendo la strada a un’età di olocausti. Per rendersi visibili, le società devono lottare fra due opposti principi: quello dei diritti legali e quello dell’anomia. Agamben spesso traduce la sua filosofia in pura poesia immersa nella natura; ascoltate la sua mirabile descrizione tratta dal suo ultimo libro, Autoritratto nello studio: “L’erba è Dio. nell’erba – in Dio – sono tutti coloro che ho amato. Per l’erba e nell’erba e come l’erba ho vissuto e vivrò”. Ha consegnato il premio Antonio R. Damasio.
La consegna dei premi è avvenuta presso le Distillerie Nonino a Ronchi di Percoto, Sabato 27 Gennaio, dove, dopo l’arrivo alle distillerie di Cristina, Antonella, Elisabetta, Benito e Giannola Nonino, con Chiara, Davide, Francesca, Sofia, Gaia, Caterina, Costanza e Beatrice, si sono aperte le celebrazioni per gli oltre 120 anni delle Distillerie Nonino.
Per il brindisi di benvenuto la Famiglia Nonino a distillato per gli ospiti una preziosissima Grappa Nonino Monovitigno® Ribolla gialla* Cru Vigna Nonino Buttrio-Friuli.
Dopo la toccante performance del Coro Manos Blancas del Friuli, sostenuto sin dalla nascita da Giannola Nonino, che si pone l’obiettivo di emancipare bambini e ragazzi dal disagio, offrendo loro un’opportunità di riscatto sociale tramite l’accesso gratuito allo studio della musica, lo spettacolo è proseguito con il coro “Artemisia” di Torviscosa ed il coro del Friuli Venezia Giulia, per concludersi con il gruppo folkloristico “Chino Ermacora” di Tarcento.
Al termine della pranzo, brindisi con Grappa Nonino Riserva Antivca Cuvee®, invecchiata 5 anni in barriques e piccole botti, e ÙE ® Acquavite d’Uva Nonino in barriques.
Moltissime le personalità presenti, tra i quali si notavano Rosita Missoni, il Conte Marzotto, Matteo Zoppas, Cesare Rimini, Riccardo Illy, numerosi giornalisti televisivi e della carta stampata, autorità civili e militari e rappresentanti dell’industria e della finanza internazionale.
Il segreto di questo successo risiede sicuramente nella capacità di pensare in grande, ma anche nel coraggio di saper decidere di modificare continuamente la propria creatura, anche quando sembra essere già baciata dal successo internazionale. Giannola Nonino questa manifestazione l’ha fatta nascere e crescere, e continua ancora a emozionarsi come nelle prime edizioni, garantendo l’eternità al Premio Nonino.
Il Moro propone una cucina di tradizione ispirata dal mare, e sempre con una punta di innovazione, tutti sapori che valgono un viaggio, tra cui spicca il gusto delle materie prime.
Quando si tratta della famiglia Butticè rimaniamo sempre soddisfatti perché la loro cucina fonde elementi Siciliani e influssi creativi, tutto caratterizzato da una filosofia elegante, molto ben equilibrata, frutto di una precisa ricerca.
Salvatore Butticè
Il Moro propone una cucina di tradizione ispirata dal mare, e sempre con una punta di innovazione, tutti sapori che valgono un viaggio, tra cui spicca il gusto delle materie prime.
L’ambiente trasmette una sensazione di intimità, favorita dall’accoglienza di Antonella Butticè, responsabile di sala e attenta tutrice nella scelta delle etichette in cantina. Non sfugge la preferenza di costruire una lista dei vini mirata alle biodiversità italiane, con una forte vocazione ai vini della terra natia, la Sicilia. E come tale ci accompagna a degustarne alcune etichette.
Zuppetta di conchiglie e granita
Salvatore e Vincenzo Butticè gli chef si fanno apprezzare, hanno pensato ad un menu di trasporto con tante raffinate creazioni. Le sarde beccafico, cipolla bruciata, finocchietto e arancia, l’uovo di gallina allevata a terra, calamaro spillo Sicilia e tartufo uncinato, i paccheri dei Monti Sibillini con pistacchio di Raffadali e gamberi. Tra il secondo e il pesce crudo; zuppetta di conchiglie e granita, polpo, zucca piacentina e i suoi semi, indivia e amaretto.
La grande degustazione di crudo, ostriche, fasolari, cannelli, tartufi di mare, gamberi e scampi di Mazara del Vallo e carpacci (€60,00)
Uovo di gallina allevata a terra, calamaro spillo Sicilia, tartufo uncinato
Le sarde beccafico, cipolla bruciata, finocchietto e arancia
Lasagna al ragu di tonno
Ma un buon pasto deve accompagnarsi ad un buon vino
Lalùci Baglio del Cristo di Campobello è un vino bianco siciliano ottenuto da sole uve Grillo
Carricante Planeta Brut Spumante Metodo Classico Sicilia
Sciuscia, vendemmia tardiva di Nero d’Avola, un vino di notevole struttura, fresco e complesso
Note Positive
Profumi e sapori autentici, con delle proposte a mano libera dei “Butticè”. Si possono sperimentare tre diverse combinazioni elaborate così: 3 portate €55,00. 4 portate €65,00. 5 portate €70,00. Una buona soluzione che unisce il giusto connubio tra “gusto, qualità, prezzo”. Per la pausa pranzo hanno creato un Menu Business Lunch, un piatto unico a €18,00.
Riso carnaroli riserva San Massimo, tartufo e gamberi di Sicilia
Guazzetto di spigola e molluschi con ortaggi
Mano al Portafogli
Prezzo medio p.p. bevande incluse: 55€
Così aggiungo alle parole un pizzico di sale, personalmente i piatti dei fratelli Butticè mi hanno dato golose soddisfazioni, ho ritrovato i sapori della mia terra, la “Sicilia”, una terra che una volta scoperta e assaporata vi si aprirà un mondo, in questi piatti ritroverete il gusto di meravigliarvi.
Crema di cime di rapa, ragù di tonno. Arancino di riso, Parmigiano e zafferano
Io bevo così ci insegna a conoscere ed apprezzare una categoria di vini non convenzionali, dove il risultato ci consegna un vino con profumi, colori e sapori ampiamente diversi, stuzzicando i nostri sensi ad apprezzare elementi di carattere più complessi.
La Quinta Edizione di “Io Bevo Così” si è svolta oggi lunedì 22 gennaio 2018, presso l’Hotel Excelsior Gallia nella cosmopolita Milano
Il focus è sempre il vino e i suoi produttori. Una rassegna che ci ha permesso di assaggiare e degustare più di 600 vini naturali, biologici e biodinamici provenienti da tutta Italia e da alcune regioni della Francia, Spagna e Grecia così da confrontandosi con diversi produttori.
Ca Del Vent Memoria e Sogno (Io Bevo Così)
Un appuntamento dedicato ai vini naturali e il territorio.
Biologico, biodinamico, naturale, quali differenze possiedono? non si può infatti dire che biologico e il naturale siano la stessa cosa, ecco una breve sintesi che vi riferisce le diversità degli attributi.
L’entrata in vigore della legislazione europea sul vino Biologico è stata varata nel (2012) è necessario sapere che i prodotti coltivati secondo le norme ‘bio’ vantano l’eliminazione di sostanze chimiche per il trattamento delle piante., quindi seguono precisi standard qualitativi.
Non è consentito l’uso di acido sorbico e la desolforazione
Viene stabilito un tetto per i solfiti pari a 30-50 mg/litro in meno rispetto al vino convenzionale.
La derivazione del prodotto da uve biologiche sarà controllata e certificata.
Vino naturale
Con la dicitura “vino naturale” si fa cenno alla categoria di vini che adottano le tecniche dell’agricoltura biologica, ma non aggiungono nessuna sostanza al mosto, quindi nessun correttore di acidità, anidride solforosa o coadiuvanti vari. Non essendo controllati da nessuna normativa e spesso i solfiti vengono comunque aggiunti per prevenire ossidazioni o deviazioni batteriche.
Vino Biodinamico
Con la dicitura “vino biodinamico” si fa riferimento ad un vino ottenuto da uve da agricoltura biodinamica, dove vengono fissano limiti ancor più severi dal bio, soprattutto nella fase della lavorazione in cantina.
Nell’agricoltura biodinamica non vengono utilizzati prodotti di sintesi chimica (concimi, fitofarmaci, diserbanti). Si somministrano in dosi omeopatiche dei preparati naturali ottenuti da processi fermentativi, decotti e minerali, come polvere di quarzo, sempre tenendo conto delle fasi della luna e del sole. Il terreno si lavora con metodi tradizionali come arare (con il cavallo, non con il trattore).
Viene seguito un calendario lunare sia in cantina che per i travasi e l’imbottigliamento. L’uva sana e maturata bene e non ricorre ad interventi fisici o chimici, il mosto fermenta sui propri lieviti originari.
I vini ottenuti da uve di agricoltura biodinamica sono caratterizzati da una grande vivacità e da un colore intenso.
Di seguito riportiamo la nostra personale lista degli assaggi per regione:
Merita la mia preferenza: la Lombardia con “Stefanago Ancestrale Rosé” e “Stefanago Cruasé” DOCG dell’Oltrepò Pavese. Con la stessa tecnica anche lo Spumante Metodo Classico da uve Müller Thurgau.
LA TORRETTA (Piemonte)
ALDO VIOLA (Sicilia)
I MANDORLI (Toscana)
VITTORIO STILLO (Calabria)
CASEBIANCHE (Campania)
IL GELSOMORO (Marche)
ORESTE TOMBOLINI (Puglia)
MONTISCI (Sardegna)
BODEGA SCHATZ (Spagna)
VIN DES POTES (Francia)
JORG BRETZ (Austria)
MARVLA TINDO (Slovacchia)
KTIMA LIGAS (Macedonia)
I Mandorli vino Bio e biodinamico della costa Toscana. (Io Bevo Così)
Io bevo così ci insegna a conoscere ed apprezzare una categoria di vini non convenzionali, dove il risultato ci consegna un vino con profumi, colori e sapori ampiamente diversi, stuzzicando i nostri sensi ad apprezzare elementi di carattere più complessi.
Oggi vi parlo di Kisen restaurant, già dal nome si capice che si tratta di un ristorante giapponese, fa parte di una catena di ristoranti in grado di soddisfare pienamente ogni necessità, la sperimentazione e la scelta delle materie prime rendono il un menù prelibato e unico.
Oggi vi parlo di Kisen restaurant, già dal nome si capisce che si tratta di un ristorante giapponese, fa parte di una catena di ristoranti in grado di soddisfare pienamente ogni necessità, la sperimentazione e la scelta delle materie prime rendono il menù prelibato e unico.
Flower_nero_double_Kinsen
Uno spazio ampio che richiama la natura giapponese, la pietra solida e caratteristica, il legno caldo che richiama semplicità, le canne di bambu fonte d’ispirazione culturale estetica.
La cucina giapponese è amatissima e viene a sua volta rielaborata e spiegata in maniera più alternativa, i giapponesi sono liberi di scegliere tra una varietà di abbinamenti incredibili visto che la cultura gastronomica giapponese si basa sulla mescolanza di cucine diverse e ingredienti ereditati dalle varie incursioni straniere.
Kisen Restaurant è un’evoluzione di combinazioni che valorizzano fin da subito ogni proposta assaggiata, sfogliando il menù si apprende la creatività e nel contempo la semplicità della loro filosofia, assaggiamo ciò che viene pensato per noi per essere gustato.
Piatti tipici senz’altro il sushi cardine primario la varietà tris di tartare preparate con armonia di forme e colori (Salmone,avocado, tobiko, mandorle, chicchi di melograno con salsa maio sbagliata.Tonno, avocado, tobiko, mela verde, philadelphia, kisen souce. Ricciola, avocado, pomodorini, olive taggiasche e salsa al sesamo).
Bellezza e soddisfazione ci donano queste proposte;
Bignè di patate croccanti avvolte da salmone scottato alla piastra. kani cream korokke (crocchette in crema di granchi al latte con salsa dello chef) Ebi flower (tempura di gambero e fiore di zucca avvolto da salmone scottato alla piastra) dim sum (alla barbietola al the verde, nero di seppia e zafferano).
Degustazione mista di gunkan
degustazione mista di dragon ball (salmone, tonno, gambero) Temaki (Sake furai: salmone impanato, tartare di salmone, insalata e tobiko; Amaebi: gambero crudo avocado e tobiko; Yellow: riso allo zafferano, tartare di ricciola, mango, gambero rosso e chips di fiori di loto)
Tra gli special roll (Yellow roll con riso giallo, tartare di ricciola, gambero rosso e chips di fiori di loto; Fritto Maki Special; Barbabietola con riso rosso, salmone teriyaki, avocado, gambero crudo e chips di barbabietola)
Dragon ball
Special roll
Tris di tartare
Per tutti gli appassionati di conoscere una nuova apertura giapponese il Kisen vi coinvolgerà deliziandovi sulle più gustose specialità nipponiche.
19,26 Bistrò: rispecchia una vocazione “simply food” l’ideale per stare qualche ora rilassati ad assaggiare i piatti più buoni della tradizione casalinga, caratterizzata dai piatti regionali della tradizione di “Mammà”, sapori unici, piatti e ricette che sono stati creati dalle nonne più che dagli chef, qui assaggerete la cucina casereccia con una nota originale.
Così cercate un posto dalla cucina tradizionale ma con l’attenzione alla qualità; 19.26 la data di nascita di Livia, mamma dei proprietari. Questo delizioso Bistrò nel cuore di Milano in zona Brera è quello che fa per voi.
Il locale rispecchia una vocazione “simply food” l’ideale per stare qualche ora rilassati ad assaggiare i piatti più buoni della tradizione casalinga, la filosofia di questo luogo è proprio caratterizzata dai piatti regionali della tradizione di “Mammà”, sapori unici, piatti e ricette che sono stati creati dalle nonne più che dagli chef, qui assaggerete la cucina casereccia con una nota originale. I proprietari Aldo Franco e Anita, vogliono darci il meglio.
Dopo aver dato un’occhiata al locale nato negli spazi di uno storico ristorante milanese (il Giallo), il concept si rivoluziona lasciando spazio al gusto retrò con sfumature moderne, anni ’50 con arredamenti alternativi dei tempi contemporanei, colori calmi dalle panche in ecopelle, ai tavoli in legno, fino al tocco stravagante delle lampade in cristallo molato e l’elegante tavolo conviviale tirato a lucido, di personalità ce n’e tanta la carta da parati presente è un dettaglio che non passa inosservato, tutto risalta la scelta dei colori beige e grigio antracite.
E’ lo chef Domenico di Capua a curare le proposte del Bistrò 19,26, piatti dalla struttura forte, dai sapori della terra.
Assaggiamo alcuni must da decantare senza falsa modesta; tortino di riso Venere con verdure croccanti gamberoni argentini al curry sono una delizia. Tra gli antipasti un’inedita parmigiana di zucchine con mozzarella di bufala, un’eccellente variante del tipico piatto conosciuto, pietanza diffusa nella tradizione culinaria napoletana, si continua col tortino di patate e porcini con fonduta allo Zola dolce novarese, un antipasto perfetto se e amate i sapori delicati ma irresistibili, allora questo piatto è quello che fa per voi!
Tortino Venere con verdure croccanti gamberoni argentini al curry
Tortino patate porcini e zola
Parmigiana di zucchine
I primi favolosi. Paccheri 19.26 al ragù bianco di vitella ti apre l’appetito, tutti in silenzio, una ricetta tradizionale campana che ha un solo segreto: un ragù prelibato. Passiamo alle Chicche di patate verdi con fonduta di Zola, guanciale di amatrice e gherigli di noci, sono uno di quei primi piatti che gli amanti del gorgonzola non possono lasciarsi scappare, e non solo perché hanno messo tutti d’accordo.
Paccheri 19.26 al ragù bianco di vitella
Chicche di patate verdi con fonduta di Zola, guanciale di amatrice e gherigli di noci
E trai secondi assaggiamo il filetto di manzo ai carciofi con salsa allo zafferano, un delizioso piatto dei mesi invernali indubbiamente la salsa è avvolgente delicata e dolce. l’Ossobuco accompagnato da un profumato risotto giallo è un piatto unico ricco di gusto.
Filetto di manzo ai carciofi con salsa allo zafferano
Piovra scottata
Mano al portafogli
Si parla di rapporto qualità/ prezzo. Spenderete per gli antipasti da €10/15 la selezione di antipasti è ottima e senz’altro conveniente, per i primi piatti i prezzi si aggirano intorno a €12/18 , secondi di carne e pesce €18/24, i dolci da €5/8. Il rapporto qualità prezzo è un punto di forza per questo delizioso Bistrò, difficile da trovare a certi standard.
Note positive
Dal punto di vista dell’accoglienza tutto è coordinato per far si che il cliente si senta davvero il benvenuto. Le porzioni sono generose che in effetti non guasta mai. A pranzo propongono il menù alla carta o un piatto unico del giorno. La cucina chiude oltre le 23 per i nottambuli milanesi affamati. E’ possibile fermarsi per bere un interessante aperitivo, dalle 19 alle 21, con formula di tre assaggi degli antipasti in menu, serviti con un calice di vino, o una birra o un cocktail a 10
La cena dei sapori si è conclusa, ovvero siamo sazi e appagati, la genuinità e la tradizione dei piatti del bistrò 19,26 ci ha reso ghiotti di voler presto ritornare, del resto non c’è piacere più grande di quello del cibo, e se poi è tradizionale ci piace di più.
La cucina di Dario Pisani si traduce nella creatività obbiettiva, i suoi piatti parlano di energia ed emozioni, vanitosi e diretti al palato.
I Tre Cristi Restaurant può diventare il vostro punto di riferimento a tavola, a dare sprint alla cucina troviamo il giovane chef Dario Pisani, napoletano di provenienza e nuova punta gourmet del quartiere futurista di Porta Nuova Varesine a Milano.
Con Dario Pisani in cucina il gusto ampio della tradizione è sempre a portata di forchetta, ovviamente tutte le portate hanno l’innovazione e la sapienza di uno chef che ha appreso la sua arte dai migliori; 3 anni da Enrico Crippa al Piazza Duomo di Alba, gli ha tramandato la rilevanza del bello in un piatto, Carlo Cracco a Milano, dove ha forgiato la disciplina che comporta lavorare in cucina in sinergia con il resto della brigata, allievo di Gualtiero Marchesi al Teatro alla Scala, ha appreso il sentimento e il rispetto per la materia prima che si riassume in un piatto.
Materie prime di qualità che si uniscono all’anima dei profumi mediterranei, non passa inosservata l’abilità di rendere i suoi piatti seducenti, l’equilibrio dei sapori si fonde all’estro estetico dando così il risultato caratteristico da portata gourmet.
Non solo piatti creativi nulla è trascurato la pasta fresca e il pane sono rigorosamente fatti in casa non si rinuncia all’animo familiare.
Siamo stati ospiti da Dario Pisani che ha presentato il suo menu stagionale partendo da un amuse-bouche di ottima fattura, Canapè di semola con baccalà mantecato e polvere d’alloro, un sapore delicato e per niente scontato.
Qui vi elenco le varie proposte degustate
Il Risotto affumicato con gamberi e limone candito è uno dei piatti signature di Pisani un omaggio alla sua terra, un piatto dove i sapori del luogo si legano esprimendo in bocca il mare, si sentono i forti legami con la terra, si godono i profumi del limone e dell’affumicatura, il risultato è sincero.
Risotto affumicato con gamberi di Mazara del Vallo e limone candito
La Location è intima ed elegante, l’ambiente confortevole, studiato per valorizzare al meglio i 35 coperti.
Un team ha una singolare peculiarità sono tutti giovanissimi non superando la soglia dei 27 anni, in cucina troviamo; Davide Pisani chef, Simone Rocca sous-chef, Federica Russo restaurant manager e Monica Angeli esperta di vini.
Nella cucina del Ristorante Tre Cristi si lavora moltissimo e Pisani fin da subito ha dimostrato di avere grandi capacità e soprattutto una buona tecnica. Attento, premuroso, i suoi piatti sono in sintonia con determinazione e gusto.
Bravo Pisani.
Location Tre Cristi Restaurant
Amuse Bouche Canapè di semola con baccalà mantecato e polvere d’alloro
Crema di patata dolce con nocciola, polvere di capperi e panna all’acciuga
Via Galileo Galilei, 5, Angolo Via Marco Polo, 20124 Milano MI
Gialle&Co la cucina che trasforma la tipica baked potato inglese nella versione più originale made in Italy.
Le portate sono guidate sul principio delle patate cotte al forno quindici proposte e tanti mini assaggi, per una pausa gustosa e leggera che non appesantisce, ma anzi allo stesso tempo è di sostanza per reggere bene tutto il ritmo della giornata. Via libera dunque alle proposte signature e stagionali ideate dallo chef Andrea Vigna.
Qualunque sia la vostra scelta il gusto è servito; Fishytariane per gli amanti del pesce, in Meatariane, per chi non può fare a meno della carne, in Veggytariane e Vegane per il popolo green.
In un’inedita reinterpretazione ve ne elenchiamo alcune: Dr. Salmon & Mr. Butter Salmone, burro alle erbe, crème fraîche, semi di zucca. Italian Rhapsody Costine di maiale sfilacciate, concentrato di pomodoro, verza. Vegane Cime di rapa in crema e al vapore, peperoncino, olio EVO pugliese. VEGGYTARIANE Assai Good Taleggio Ganassa, radicchio cotto e crudo, noci.
Il design è costruito con uno stile rustico, la scelta dei materiali grezzi lavorati in maniera stilosa rendono il concept originale e particolarmente vintage ma in chiave moderna, l’innovazione della serra all’interno del locale custodisce la cucina in un singolare mosaico di vetrate, studiato in maniera ingegnosa consentendo al locale di aprirsi completamente nelle giornate miti e soleggiate cosi da concedere nuovi preziosi posti a sedere.
L’idea in più? L’aperitivo con le gialle dove il profumo delle patate si mescola all’happy hour meneghino, dei sfiziossisimi finger food di degustazione in accompagnamento a dell’ottimo vino e ricercata birra artigianale.
GIALLE_CO_RUBAHEARTS_
Gialle&Co è aperto 7 giorni su 7 dalle 12 alle 23 2con consegna a domicilio
Dove: Gialle&Co Via A. Volta, 12 www.gialleandco.com
Le terre del Prosecco: terre di gioia e di grandi bevute
Il vino è cultura della natura per mano dell’uomo, quella cultura che fa degli uomini i custodi delle proprie radici.
Il prosecco di Valdobbiadene non è quindi solo vino, è la storia dell’agricoltura di un grande patrimonio culturale ed economico, le colline di Conegliano Valdobbiadene sono il cuore della DOCG del Prosecco, insieme a tutta la fascia Pedemontana del territorio circondata da paesaggi incantevoli e splendidi borghi storici.
La zona di produzione interessa 15 comuni e si estende su un’area di circa 18 mila ettari di superficie agricola, la vite viene coltivata solo sui versanti meridionali, a un’altitudine compresa tra i 50 e i 500 metri, la presenza della vite risale probabilmente all’epoca della centuriazione romana nel I sec. a.C.
Le terre del Prosecco
Il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene ha delle precise regole che lo rendono singolare e autentico, si distingue per il colore giallo paglierino leggero, un elegante corposità, e un ’intenso profumo fruttato e floreale, esso può essere tranquillo, Frizzante o Spumante, ecco com’è il vero Prosecco Doc di Conegliano-Valdobbiadene.
Conosciamone bene alcune versioni; docg Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, docg Asolo Prosecco Superiore e doc Prosecco.
Il Conegliano Valdobbiadene si può degustare nelle versioni Brut, Extra Dry e Dry, che si distinguono per il residuo zuccherino.
Il PROSECCO SPUMANTE, ha un’effervescenza persistente ed è la versione simbolo della denominazione.
PROSECCO TRANQUILLO il perlage è assente
Il PROSECCO FRIZZANTE il perlage lieve e meno persistente.
Vino in Villa
Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene frizzante, risulta asciutto e leggero il colore è il caratteristico paglierino leggero, al naso l’aroma è ricco di sentori floreali e fruttati, con un prevalere di mela acerba e limone.
Prosecco di Valdobbiadene Superiore di Cartizze, un area di 106 ettari di vigneto, compresa tra le colline di S.Pietro di Barbozza, Santo Stefano e Saccol, nel comune di Vadobbiadene, dove si produce un Prosecco particolarmente pregevole, le uve vengono vendemmiate tardi quando gli acini mostrano i primi segni di appassimento naturale, il colore è più intenso ha una complessità ampia, mela, pera, albicocca, agrumi, fino al piacevole retrogusto di mandorla glassata, il sapore è rotondo con un finissimo perlage.
Prosecco Asolo DOCG, la denominazione Colli Asolani Prosecco o Asolo Prosecco DOCG include le province di Treviso ed è stata creata nel 2010. Si sviluppa a nord ovest della città di Treviso, nella prima fascia collinare pedemontana.
Tre sono i vini della denominazione;
Colli Asolani-Prosecco o Asolo-Prosecco DOCG
Colli Asolani-Prosecco o Asolo-Prosecco DOCG spumante superiore
Colli Asolani-Prosecco o Asolo-Prosecco DOCG frizzante
Il colore è giallo paglierino tenue, il bouquet è tenue, profumi fruttati supportati da una nota minerale. In bocca è secco, molto fresco, finale persistente.
Il Prosecco Doc, il Prosecco Superiore, quello di Conegliano e Valdobbiadene, con l’appoggio del più giovane Asolo, non cessano la loro travolgente crescita in ogni lembo del mondo. Tutti adoriamo il Prosecco una volta scoperte l’unicità di questo grande vino.
Tenzone del Panettone 2017. Vince per la tradizione il panettone tradizionale di Fabrizio Galla, Trionfa per l’innovativo Borioli
La sesta edizione della Tenzone si è conclusa domenica 19 Novembre nella suggestiva capitale della Food Valley Parma. Una sfida che schiera in campo 90 giurati per decidere quali dei oltre cento panettoni artigianali dei 68 partecipanti in gara sia il migliore d’Italia. Oltre ai classici si sono premiati gli innovativi, la migliore Pastry Queen e i più brillanti pasticceri Big.
La sfida della Tenzone dei panettoni
La Tenzone del Panettone è una kermesse ideata da Massimo Gelati e Vittorio Brandonisio nel 2011, oggi siamo giunti alla sesta edizione organizzata per celebrare i migliori grandi lievitati d’Italia, la gara ha delle regole ben precise che come da rituale include premi di categoria. Una giuria di esperti formata da due categorie, (giuria tecnica di giornalisti, critici e addetti ai lavori, e giuria di qualità, formata da gourmet e soggetti diversi). Insieme ci siamo misurati all’assaggio di tutti i panettoni in gara stabilendo tra gli altri anche il Junior Pastry Award, la migliore prova dei Big, gli altri singolari riconoscimenti come il premio rosa per la Pastry Queen, e la medaglia al miglior packaging.
Sabato 18 novembre la giuria si è riunita per scremare la selezione dei tanti lievitati in gara per poi proclamarne solo venticinque pasticceri per la finalissima di domenica 19.
I criteri di valutazione sono gusto, forma, colore, qualità, ingredienti, profumo, sofficità, taglio, alveolatura, distribuzione uniforme della frutta e cottura.
Tra gli sfidanti presenti tanti nomi celebri della pasticceria nazionale, da Valter Tagliazucchi, Andrea Urbani a Mario Fiasconaro, a Denis Dianin.
Tra le partecipanti in gara per il titolo di pastry queen troviamo Paola Ziliani, Pina Toscani e Laura Coletti.
Tra i giovani under 30 figurano Alessandro Gaido, Angelo Tramontano, Raffaele Vignola.
Per ogni delizia c’è una fantasia che ci conduce al desiderio di mangiarla, quella della meraviglia è solo più eccellente, ovvero un gusto indimenticabile che ci provoca emozioni.
Provate a pensare ai vostri dolci ricordi, il gusto della festa, l’olfatto silenzioso ma esigente, la ricchezza di un gusto squisito, la memoria dei Natali di un tempo e il fascino del suo dolce diletto, il “Panettone artigianale”.
La cucina Italiana è fatta di tradizioni antiche e ricordi familiari, noi quell’impronta e questa eredità la conserviamo nel bagaglio delle conoscenze preziose, ogni palato è un mondo, ma il sapore delle cose buone ha solo un codice; la prelibatezza, e quella tutti la riconosciamo.
Nel team di Infermentum si posizionano seguente Francesco Borioli,Luca dal Corso, Danielle Massella, Elisa Dalle Pezze.
I vincitori suddivisi per categoria:
I migliori 5 panettoni tradizionali
Galla Fabrizio
Tagliazucchi Valter
Urbani Andrea
Antoniazzi Davide
Gatti Stefano
I migliori 5 panettoni innovativi
Borioli Francesco Infermetum
Poli Diego
Ciacci Gabriele
Carosi Corrado
Lorenzetti Daniele
La top 10 assoluta
1 Borioli Francesco Infermetum
2 Galla Fabrizio
3 Tagliazucchi Valter
4 Poli Diego
5 Urbani Andrea
6 Antoniazzi Davide
7 Gatti Stefano
8 Gabbiano Salvatore
9 Scaglia Mauro
10 Ranieri Antonio
BIG
Borioli Francesco Infermetum
Ranieri Antonio
Ciacci Gabriele
Lorenzetti Daniele
Slama Alessandro