Nata nel mese di ottobre, attualmente vive e lavora a Milano. Un Master in Giornalismo Enogastronomico presso l'Accademia Telematica Europea. Dopo alcune esperienze lavorative nel settore commerciale della comunicazione intraprende l'attività di consulente per aziende del food ed editorialista per alcune testate a diffusione nazionale. Giornalista, Scrittrice, trendsetter, dopo alcuni anni passati a farsi le ossa in giro per l'Italia è ora libera professionista nel campo più ampio della comunicazione di eventi legati alla cultura/lifestyle/travel, ed enogastronomia di nicchia. Appassionata d'arte, musica e letteratura, la scrittura per lei è sempre stata la sua forma di espressione più viscerale, l'intezione era quella di diventare scrittrice, per poter raccontare luoghi, persone, e pezzi di vita così diversi tra loro. Scrivere è stato un modo di riconoscersi, di mettere insieme piccoli frammenti di verità, ricordi, emozioni, destinati a prendere vita in una forma letteraria.
Sceglie di firmare i suoi libri sotto pseudonimo Isabel Sheldon, sensibile e curiosa, "abbiate anche una piccola fede, e non c'è nulla che non potrete fare", è il suo mantra.
Cosa hanno in comune Andrea Berton e Raffaele Lenzi? Di certo la maestria, due chef che contribuiscono a rendere la tavola del ristorante “Berton al Lago”, una cucina food chic, un’ambiente che emoziona, la firma di uno chef pluristellato, la presenza costante di Raffaele Lenzi, che intreccia la sua personalità in un menù dal gusto inconsueto, con tratti molto tradizionali.
Si affaccia sulle curve silenti del lago, la splendida vista mette il luce la terrazza a sbalzo sull’acqua, sofisticato e armonioso, tutto si mescola agli elementi che assecondano un lusso ricercato, non ostentato. Inaugurato nell’agosto 2016 è subito inserito nel prestigioso elenco dei Leading Hotels of the World, di seguito corredato dalla stella Michelin 2018.
Il menù e di quelli che si fanno ricordare, con piatti dedicati alle radici un mix sorprendente di sapori, abbinamenti, e tradizione logica della cucina del comasco, da qui la sfida in una cucina ricca di sapori.
Raffaele Lenzi, classe 1984, di origine napoletana, vanta una esperienza internazionale, Londra, New York, Valencia, due anni al Bulgari Hotel di Milano sotto la guida di Elio Sironi, dal 2010 all’Hotel Palazzo Sasso di Ravello nella brigata del 2 Stelle Michelin Pino Lavarra, e nel 2011 all’Hotel Villa Feltrinelli di Garniano con lo stellato Stefano Baiocco.
Raffaele Lenzi
Ricerca ed equilibrio fra mente e corpo, Raffaele Lenzi ci trasmette questa sinergia. Abbiamo il piacere di dialogare con lui.
Ci racconti il momento più bello condiviso con Berton, e che cosa hai imparato in questo tempo di interscambio con lui.
Ce ne sono diversi ma i due più significativi sono L’apertura che è stata molto complessa e la stella, arrivata in soli 8 mesi. Sotto un punto di vista gastronomico c’è un continuo confronto. Quello che di più mi sta trasmettendo la tranquillità che ha nel relazionarsi con il cliente. Io sono un po’ più timido.
Lavori molto sull’identità fusion, lo fai attraverso contrasti. Un piatto innovativo deve sempre mostrare?
Ho viaggiato molto sia per lavoro che per piacere e di conseguenza la mia cucina è anche figlia dei viaggi oltre che delle esperienze lavorative e della mia terra. Secondo me in un piatto innovativo non deve esserci la paura di sbagliare e noi con “contrasti”, stiamo cercando di farlo.
Raffaele Lenzi , tu hai fatto esperienza a Londra, New York e in Giappone, hai lavorato con tradizioni di ogni parte del mondo. Quali sono per te oggi i concetti e le realtà più interessanti e di successo nell’enogastronomia ?
Il prodotto italiano la precisione giapponese e la creatività spagnola, cose che io cerco di applicare nella mia cucina.
E’ arrivata la stella nel 2017, far parte degli stellati Michelin è importante per il tuo lavoro?
“Molto molto importate”, ma non la vivo con stress , allo stesso tempo non smetto mai di cercare di migliorare il lavoro fatto.
Qual è il punto forte della cucina del Sereno, e quella della tradizione italiana?
Al Sereno/Berton al Lago il punto di forza della cucina a mio avviso è la COERENZA, mentre invece nella tradizione italiana credo sia il PRODOTTO.
Qual è la più grande emozione che ha trovato in un piatto fatto da te, e fatto da altri.
Il raviolo ponzu ( è un mix di sapori della mia terra e della cultura asiatica). Uno dei piatti che mi è piaciuto tanto è ; “La latuga di sant’Erasmo mayo di latte di soia e furikake” di Donato Ascani Ristorante Glam. Non cito piatti di Andrea perché sarei troppo di parte
Una edizione limitata in versione 20 ml, parte tutto da Cova per poi scoprire le 8 selezionatissime location dove trovarlo; Ristorante Il Riccio presso l’Hotel Capri Palace di Capri, il Belmond Hotel in Italia, Caruso, Costiera Amalfitana; Cipriani,Venezia, Splendido, Portofino, Grand Hotel Timeo, Taormina, Villa Sant’Andrea, Taormina Mare Villa San Michele, Firenze, Castello di Casole Toscana.
Cova ha organizzato in collaborazione con Veuve Clicquot, un evento senza precedenti, si è svolto il 4 luglio sera, “SPEAKEASY” ci racconta del nuovo “Il Piccolo Rich”, edizione limitata della bottiglia di champagne Veuve Clicquot Rich in versione mini (20 ml).
RICH DI VEUVE CLICQUOT
Per l’occasione, il Cova Garden si è trasformato in un luogo, accessibile solo tramite “codice segreto”, dove i mixologist hanno proposto due Signature Cocktail con Veuve Clicquot Rich, uno con base di sciroppo di arancia, pompelmo, coriandolo e rosa; il secondo con mela green, cetriolo, fragole, sciroppo di mela e menta.
A far rivivere le atmosfere dell’era del proibizionismo e quel sapore retrò chic degli anni ’20, la performance live dei Mustacchi Bros, band pugliese nota per le esibizioni che spaziano dallo standard jazz, allo swing e Dixieland, senza trascurare i classici della musica italiana, rivisitati e adattati a un combo che prevede ottoni, banjo e percussioni.
Mauro Colagreco col suo ristorante Mirazur sale sul podio; il 1° posto dei The World’s 50 Best Restaurants 2019 è suo.
Il Mirazur, si trova a Mentone (Francia), ha raggiunto i voti di valutazione più alti per la giuria di The World’s Best Restaurant 2019, ma non si ferma qui, ritira un doppio premio per il suo ristorante, il; The Best Restaurant in Europe 2019, che ricordiamo essere sponsorizzato da S.Pellegrino & Acqua Panna.
26 ristoranti dislocati in vari paesi di tutto il mondo, la lista del 2019 si presenta così. Accoglie 12 ristoranti esordienti e 3 che ritornano sulla lista.
L’Italia figura con due posizionamenti: il Piazza Duomo di Enrico Crippa a Alba al No.29
Le Calandre di Max e Raffaele Alajmo a Rubano al No.31
Il Noma, sito a Copenaghen (Danimarca), è stato annunciato come Highest New Entry, facendo il suo debutto nella lista alla posizione No.2
Nella sua nuova incarnazioneL’Azurmendi, sito a Larrabetzu (Spagna), si aggiudica il Westholme Highest Climber Award, salendo di 29 posti fino alla posizione No.14
Alain Passard dell’Arpège, sito a Parigi (Francia), è stato votato dai suoi colleghi come vincitore dello Chefs’ Choice Award, sponsorizzato da Estrella DamIl Den a Tokyo (Giappone), si aggiudica l’Art of Hospitality Award, sponsorizzato da Legle Il Schloss Schauenstein, sito a Fürstenau (Svizzera), si porta a casa il Sustainable Restaurant Award
Tra i vincitori dei premi speciali già annunciati che hanno ricevuto tali riconoscimenti alla cerimonia, vi sono:
Daniela Soto-Innes, chef residente a New York, vincitrice del The World’s Best
Female Chef Award 2019
José Andrés, chef e filantropo spagnolo, premiato con il primo American Express
Icon Award
Il ristorante italiano Lido 84, vincitore del Miele One To Watch Award 2019
Jessica Préalpato, chef francese, nominata The World’s Best Pastry Chef 2019,
sponsorizzata da Sosa
Il giovane chef canadese Andersen Lee, a cui è stata assegnata la 50 Best BBVA
Scholarship
Le stelle del mondo della ristorazione si sono riunite questa sera (25 giugno 2019) per la premiazione dei The World’s 50 Best Restaurants 2019, sponsorizzati da S.Pellegrino & Acqua Panna, tenutasi presso il Marina Bay Sands a Singapore.
Il riconoscimento conferito al Mirazur, situato su una Costa Azzurra mozzafiato, è una testimonianza dell’amore che lo chef Colagreco nutre per i prodotti locali, la maggior parte dei quali sono coltivati nel giardino a tre piani del ristorante, a pochi metri dalla sala da pranzo.
The World’s 50 Best Restaurants 2019

Il premio The Art of Hospitality Award, sponsorizzato da Legle, viene assegnato al Den di Tokyo (No.11). Il ristorante è molto apprezzato per il suo approccio olistico nel servire gli ospiti, dal momento in cui si siedono a tavola fino al momento in cui concludono il loro pasto.
Nuovo per il 2019, l’American Express Icon Award è stato conferito allo chef e filantropo spagnolo José Andrés, residente negli Stati Uniti. Questo prestigioso riconoscimento celebra un personaggio che ha apportato un contributo eccezionale al mondo della ristorazione nel corso della propria carriera fino a oggi, la cui portata va ben oltre l’ambito culinario.
Infine, il Lido 84 a Gardone Riviera (Italia) si aggiudica il Miele One To Watch Award, premio che celebra una stella nascente tra i ristoranti di tutto il mondo presenti nella classifica ampliata, un ristorante che possiede il potenziale per fare la differenza nelle classifiche dei prossimi anni. Adesso è al 78° posto, ma chissà dove arriverà nelle classifiche future.
I seguenti ristoranti sono stati nominati No.1 nei The World’s 50 Best Restaurants dalla nascita della lista e quindi non potevano ricevere voti nel 2019 o successivamente:
TheFork, ci rivela l’esperienza gastronomica nei ristoranti con terrazza, realtà che ci danno la possibilità di vivere una emozione singolare, data dalla fusione del piacere del gusto e dall’essere immersi in un panorama indelebile.
Durante la bella stagione il piacere di godere di una vista straordinaria aumenta, in Italia c’è un incremento del (16% delle ricerche totali), mentre ci sono casi come la Spagna e il Portogallo dove le ricerche di ristoranti con terrazza sono più frequenti a pranzo.
La scelta del menù è stagionale, ci piace rispettare i ritmi della natura, con un picco di preferenza per la cucina mediterranea.
Qui abbiamo l’opportunità di sapere la classifica.
Top 10 Italia
Top of the Carlton (Venezia)
Nel cuore di Venezia all’interno dell’Hotel Carlton on the Grand Canal, una terrazza meravigliosa ed elegante, dove godere di un’ottima vista sulla città gustando specialità veneziane e mediterranee accompagnate da un cocktail.
M89 Terrace (Milano)
Ristorante panoramico al sesto piano dell’omonimo hotel, offre un’attenta cucina mediterranea, gode di una fantastica vista e di un’atmosfera accogliente e rilassante.
La Terrazza di Via Palestro (Milano)
La Terrazza di via Palestro si affaccia sugli splendidi giardini di Porta Venezia, la cucina offre ai suoi ospiti specialità in grado di soddisfare anche i palati più esigenti, con menu decisamente variegati, composti prevalentemente da piatti tipici della gastronomia italiana.
Panorama Restaurant La Scaletta (Firenze)
Un angolo di relax con vista sui tetti di Firenze dove gustare piatti di cucina creativa o classici della tradizione come la fiorentina.
La Terrazza dei Papi (Roma)
A poca distanza dalla Stazione Termini, in una zona di Roma caratterizzata da ritmi spesso frenetici, esiste una piccola oasi di tranquillità nella quale poter gustare piatti ispirati alla cucina mediterranea. La Terrazza dei Papi, splendido rooftop garden situato in via Carlo Alberto, grazie al suo strategico posizionamento offre una vista a 360° della capitale. Qui lo chef e la brigata di cucina propongono piatti che partono dalla cucina regionale del nostro Paese e da quella mediterranea per valorizzare le materie prime.
Note di Cucina (Milano)
Terrazza interna a una classica corte milanese. Anche la cucina è rustica e all’insegna della tradizione: ottima pasta fresca e ripiena da abbinare al condimento preferito e una selezioni di carni.
Latitude 45 (Milano)
Ristorante con terrazza situato all’ottavo piano, con vista mozzafiato sul Duomo, dove gustare ottima pasta fresca fatta in casa e molti altri classici italiani reinterpretati in chiave moderna e creativa, realizzati con prodotti locali, freschi e di stagione.
VII Coorte (Roma)
Nell’immaginario collettivo Trastevere è probabilmente il quartiere più conosciuto della capitale. Luogo storico dalle tante viuzze che si incrociano creando un percorso ideale per una passeggiata tra i rumori e i colori di Roma, è anche un territorio ad alta densità ristorativa, non sempre di qualità. Ma non sono pochi gli indirizzi da segnare in agenda per gli appassionati del gusto. Tra questi merita una menzione il ristorante “VII Coorte”, situato proprio nel cuore del quartiere, che dispone di una terrazza dove poter pranzare o cenare immersi in una vera e propria cartolina. Lo chef propone i piatti della tradizione, i sapori forti dei grandi classici, alternandoli a creazioni a base di pesce.
Restarurant 1-Top of the Carlton
Restarurant 3-La Terrazza di Via Palestro
La Terrazza Del Re (Napoli)
Stagionalità e territorio, materie prime dalle origini antiche e tecniche moderne: si parte dalla tradizione per rivisitazioni sul tema. Tutto da gustare sulla bellissima terrazza nel cuore di Napoli.
Ham Holy Burger Roma Termini (Roma)
Panini al latte per gli hamburger freschi e carne di razza Fassona piemontese, nata e cresciuta in allevamenti di Presidio Slow Food, sono gli elementi distintivi di questa nota catena ristorativa. A Roma Termini si colloca al primo piano, sulla terrazza con una bella vista sui binari. Apprezzato dai viaggiatori che vogliono concedersi una pausa prima della prossima partenza.
Top 20 in alcune delle principali città europee
Dispensa (Barcellona)
173 Rooftop Terrace (Barcellona)
L’Adresse (Ginevra)
Aduana – Gran Meliá Fénix (Madrid)
Top of the Carlton (Venezia)
Carlos Baena (Siviglia)
Golf Hotel René Capt (Montreux)
Septima Restaurant & Cocktail Bar (Madrid)
128 Rambla Restaurant- Hotel Rivoli (Barcellona)
Scotta! (Parigi)
Aromas da Beira Baixa (Lisbona)
M89 Terrace (Milano)
La Isabela – Hotel 1898 (Barcellona)
The MOOD Rooftop Terrace – Hotel The One (Barcellona)
Le Cercle Rouge (Marsiglia)
Santa Bica – Eat, Drink, Sleep (Lisbona)
Art Café (Strasburgo)
La Réserve (Strasburgo)
Palacio de Cibeles (Madrid)
Panorama Restaurant La Scaletta (Firenze)
Top 10 città per città ITALIA MILANO
M89 Terrace
Ristorante panoramico al sesto piano dell’omonimo hotel, offre un’attenta cucina mediterranea, gode di una fantastica vista e di un’atmosfera accogliente e rilassante.
La Terrazza di Via Palestro
La Terrazza di via Palestro si affaccia sugli splendidi giardini di Porta Venezia, la cucina offre ai suoi ospiti specialità in grado di soddisfare anche i palati più esigenti, con menu decisamente variegati, composti prevalentemente da piatti tipici della gastronomia italiana.
Latitude 45
Ristorante con terrazza situato all’ottavo piano, con vista mozzafiato sul Duomo, dove gustare ottima pasta fresca fatta in casa e molti altri classici italiani reinterpretati in chiave moderna e creativa, realizzati con prodotti locali, freschi e di stagione.
Note di Cucina
Terrazza interna a una classica corte milanese. Anche la cucina è rustica e all’insegna della tradizione: ottima pasta fresca e ripiena da abbinare al condimento preferito e una selezioni di carni.
Terrazza Gallia
Al settimo piano dell’hotel Excelsior Gallia, una delle più belle terrazze di Milano, vis à vis con la monumentale facciata della Stazione Centrale. La cucina vede la prestigiosa consulenza dei tristellati Enrico e Roberto Cerea (Da Vittorio, Bg), che hanno scelto i fratelli campani Vincenzo e Antonio Lebano come resident chef per le loro capacità, affinate con varie esperienze importanti. Il risultato è una cucina di timbro mediterraneo, piatti accattivanti e colorati dai sapori netti.
VENEZIA
Top of the Carlton
Nel cuore di Venezia all’interno dell’Hotel Carlton on the Grand Canal, una terrazza meravigliosa ed elegante, dove godere di un’ottima vista sulla città gustando specialità veneziane e mediterranee accompagnate da un cocktail.
La Calcina
Un ambiente curato e informale con un’incantevole vista sul Canale della Giudecca, dove assaporare pietanze tipiche della tradizione veneziana e mediterranea e proposte vegetariane.
Sivoli
Un ambiente accogliente, che dispone anche di una graziosa terrazza affacciata sul Canal Grande. Propone un’ampia selezione di specialità culinaria veneziane, preparate utilizzando materie prime fresche e di qualità, portate di cucina internazionale e proposte vegetariane.
Antinoo’s Lounge & Restaurant
All’interno del Centurion Palace Hotel, a pochi passi dalla Collezione Peggy Guggenheim, offre specialità mediterranee, cucinate rivisitando le ricette della tradizione e impiegando materie prime di assoluta qualità. È l’ideale per una cena romantica con vista su Venezia, grazie alla terrazza dalla quale ammirare la città lagunare.
Mirai
Dal 2013 sul Canale Grande propone l’esperienza del sushi creativo da accompagnare a una ricca varietà di cocktail e a una prestigiosa selezione di tè. Alla gastronomia e al servizio attento si unisce anche l’esclusività della terrazza sul Canal Grande.
Artemisia
Una terrazza dove cenare in un’atmosfera di grande suggestione, romantica ed esclusiva. La cucina proposta si basa sulla stagionalità e la qualità delle materie prime e spazia da piatti a base di carne alle specialità della cucina veneziana a base di pesce.
Algiubagió
Situato vicino agli imbarchi per le isole, durante la bella stagione permette di sfruttare la suggestiva terrazza con una splendida vista sulla laguna. Il menù parte dalla tradizione veneta per giungere a elaborazioni più moderne, sia di carne sia di pesce.
ROMA
La Terrazza dei Papi
A poca distanza dalla Stazione Termini, in una zona di Roma caratterizzata da ritmi spesso frenetici, esiste una piccola oasi di tranquillità nella quale poter gustare piatti ispirati alla cucina mediterranea. La Terrazza dei Papi, splendido rooftop garden situato in via Carlo Alberto, grazie al suo strategico posizionamento offre una vista a 360° della capitale. Qui lo chef e la brigata di cucina propongono piatti che partono dalla cucina regionale del nostro paese e da quella mediterranea per valorizzare le materie prime.
VII Coorte
Nell’immaginario collettivo Trastevere è probabilmente il quartiere più conosciuto della capitale. Luogo storico dalle tante viuzze che si incrociano creando un percorso ideale per una passeggiata tra i rumori e i colori di Roma, è anche un territorio ad alta densità ristorativa, non sempre di qualità. Ma non sono pochi gli indirizzi da segnare in agenda per gli appassionati del gusto. Tra questi merita una menzione il ristorante “VII Coorte”, situato proprio nel cuore del quartiere, che dispone di una terrazza nella quale poter pranzare o cenare immersi in una vera e propria cartolina. Lo chef propone i piatti della tradizione, i sapori forti dei grandi classici, alternandoli ad altre creazioni a base di pesce.
Mater Terrae
Roma è ricca di bellissime terrazze dalle quali poter ammirare un incantevole panorama e in molti casi queste terrazze ospitano ristoranti prestigiosi ed eleganti. Questa regola è confermata dal Mater Terrae, locale situato all’interno dell’Hotel Raphael. Siamo in pieno centro, a pochi passi da via dei Coronari e soprattutto da Piazza Navona. La vista dall’ultimo piano della lussuosa struttura spazia dalla cupola di San Pietro a Piazza Venezia e rende davvero unica l’esperienza gastronomica. La cucina proposta è creativa e soprattutto vegetariana, con piatti realizzati utilizzando prodotti biologici e di grande qualità.
Ham Holy Burger Roma Termini
Panini al latte per gli hamburger freschi e carne di razza Fassona piemontese, nata e cresciuta in allevamenti di Presidio Slow Food, sono gli elementi distintivi di questa nota catena ristorativa. A Roma Termini si colloca al primo piano, sulla terrazza con una bella vista sui binari. Apprezzato dai viaggiatori che vogliono concedersi una pausa prima della prossima partenza.
I Sofa Bar Restaurant & Roof Terrace
Via Giulia è una strada centrale e suggestiva non molto lontana da Campo de’ Fiori e Piazza Navona. Qui si trova un locale di grande eleganza, impreziosito da una terrazza che offre una bellissima vista sulla città eterna. In cucina la parola d’ordine è “stagionalità” ma anche la tradizione romana ha un ruolo importante, sia per quel che concerne le ricette sia per i prodotti sovente ricorrenti nei grandi classici.
Cucina Eliseo
Via Nazionale è una importante arteria della capitale, che dalla zona vicina alla Stazione Termini conduce sino a Piazza Venezia, collegando due luoghi nevralgici di Roma. Su questa elegante via c’è il Teatro Eliseo, al cui interno è situato il ristorante Cucina Eliseo, luogo estremamente raffinato, con uno spazio all’aperto ideale per pranzare o cenare nei mesi più caldi. In cucina grande importanza è data al territorio con prodotti a km zero e alla sostenibilità con la filiera corta e la biodiversità.
Thien Kim Roof Garden
Dotato di una piacevole terrazza panoramica con tavoli all’aperto, il ristorante Thien Kim Roof Garden, offre cucina tipica vietnamita ed è arredato in stile etnico.
C1B0
A Montesacro una vera e propria oasi in città dove godersi il classico comfort food americano. Gustosa carne di scottona e fritti con salse ideali per i più golosi, innaffiati da birre di qualità. Piacevolissima la terrazza.
Roof garden
Posto sulla terrazza panoramica con vista sui Fori Romani dell’Hotel Forum, offre un’ampia varietà di piatti e prelibatezze nazionali e internazionali, abbinando all’offerta culinaria una lunga lista di vini all’altezza dei migliori ristoranti della capitale.
Gaetano Costa Le Roof
Roma Nord, Parioli: la vista mozzafiato su Piazza Euclide è sicuramente uno dei punti di forza del ristorante Gaetano Costa Le Roof, a breve distanza da Villa Glori e da altri luoghi simbolo del famoso quartiere. Al settimo piano del rinnovato Gran Hotel Ritz lo chef propone creazioni gourmet in un ambiente curato in ogni particolare, nel segno di una raffinata eleganza.
FIRENZE
Panorama Restaurant La Scaletta
Un angolo di relax con vista sui tetti di Firenze dove gustare piatti di cucina creativa o classici della tradizione come la fiorentina.
Alla Torre de Rossi
Ristorante con una delle viste panoramiche più belle di Firenze, dispone di 2 terrazze, la principale con vista sulla Cupola del Brunelleschi e Palazzo Vecchio, l’altra con vista sulla Basilica di Santo Spirito e Forte Belvedere. La cucina offre una scelta di prodotti a km zero e piatti tipici del territorio.
Floret – Artisan Kitchen & Bar (inside Luisa Via Roma)
La Terrazza by Floret è il nuovo spazio nello Store di LuisaViaRoma a Firenze. Una caffetteria, un ristorante, un juice bar e un co-working, il luogo perfetto per rilassarsi e ricaricarsi. Il menù offre scelte per tutti i gusti, che nascono da una fusione di culture e ingredienti di prima qualità: da piatti come acai, budino di chia, uova in camicia su avocado, insalate e torte crude, alla pasta fatta in casa e ai formaggi.
Lo Strettoio
Ospitato negli spazi di villa Le Lepricine, un antico palazzo fortificato del 1200 arroccato su una delle colline che circondano Firenze, gode di una magnifica terrazza che si affaccia sulla città e da cui si può godere di una vista a 360 gradi. La cucina toscana, nei sapori e nelle consistenze, domina il menù. Ma non disdegna gli accenti creativi, soprattutto negli abbinamenti e nella composizione dei piatti.
Il potere del cibo ci rimanda a tante storie, che narrano in ogni luogo la saggezza, un legame indissolubile, una storia da gustare e tramandare, perché la storia di un popolo passa attraverso il cibo.
“Sine Ristorante Gastrocratico” si potrebbe leggere così; Senza l’arte in cucina il suo potere non ci conquista.
Roberto Di Pinto ridefinisce l’arte in cucina con le sue idee pulite, ma non troppo, come l’arte non è mai semplice. I legami solidi partono dalle proprie radici, che portano a tavola sapori autentici, da lì ci costruisci tutto il resto, Di Pinto ha la fortuna di essere Campano, terra di grandi tradizioni culinarie, la sua cucina torna alle origini per riscoprire un rapporto intimo che coniuga in diverse interpretazioni.
Tutto riparte da Sine il suo nuovo singolare ristorante, è stato molto interessante chiacchierare con lui e assaporare la sua cucina.
Come è nato Sine? Perché Gastrocratico e quali sono state le motivazioni che hanno spinto il progetto?
Sine è nato nella mia testa ogni giorno, lavoravo ancora al Bulgari è l’idea mi accompagnava costantemente, lavorando nel mondo del lusso per tanti anni mi ha dato un imprintig settoriale, in questo caso i dettagli importanti per me nascono in primis da eliminare il superfluo. Sine come eliminare, Gastrocratico l’ho elaborato per unire il potere del cibo al piacere democratico di fare una esperienza gourmet senza spendere cifre esorbitanti. Il mio ristorante è votato per la continuità della clientela, non vuole essere un experience.
La fama di un ristorante si fa con ?
La fama si coltiva giorno per giorno, ha bisogno di cure, attraverso la costanza, il passaparola dei clienti, l’unione di ogni aspetto, la cucina da sola non basta. Riguardo noi, ognuno contribuisce per importanza alla stessa maniera, niente esibizioni, la cena è del cliente, questo per noi è il primo comandamento. La fama è composta da tante garanzie…
Quali sono a suo giudizio i gusti della sua clientela?
Dopo qualche mese di rodaggio, abbiamo recepito che ciò che attrae la nostra clientela è legato alla mediterraneità della mia cucina, che si evolve con gli abbinamenti inconsueti, basati su un gusto familiare nonostante l’innovazione. Abbiamo notato una frizzante curiosità, e una appagante fiducia nel lasciarsi guidare.
Quale rischio deve prendersi uno chef per essere considerato un esempio?
Qui bisogna essere umili nel dire che diventi un esempio quando ammetti di aver bisogno della tua squadra, non parlerei di rischi, non credo ce ne siano quando adotti una certa filosofia.
Qual è il proverbio che non l’abbandona mai?
L’ho anche tatuato, ma non è un proverbio, è la mia frase; Peter Pan è ancora vivo, (guardate il mondo con gli occhi di un bambino, scoprirete quanta bellezza c’è nelle cose di ogni giorno).
Infine mi dica tre cose che la rendono felice di essere uno chef.
E’ il privilegio di poter fare ciò che ho sempre voluto diventare; uno “Chef”. Mi sveglio la mattina è sono felice di recarmi al lavoro, poi a seguire c’è la comunicazione che ho con la mia clientela, e infine il contatto con gli ingredienti genuini che la terra ci dona, la sensazione di toccarli per poi farli diventare una pietanza mi rende felice.
Negli Stati Uniti il barbecue è un culto della gastronomia, un punto di riferimento per assaporare il meglio della cottura lenta della carne, il barbecue ha una lunga storia è l’essenza americana del sapore del cibo cotto alla griglia.
Il barbecue ha molte tecniche di cottura e variate ricette, il BBQ parte da un processo di affumicatura e ordina una cottura lentissima, che può spingersi oltre le 4 ore a fuoco mediato, sul fuoco grossi pezzi di carne, o ali di pollo che si impregnano in puro piacere, grazie all’effetto aromatico del fumo.
Barbecue e grigliare ovviamente non sono la stessa cosa, c’è una distinzione che negli Stati Uniti d’America, che fa tutta una differenza; tempo e temperatura.
Ronald Marx, è il fondatore di Urban BBQ di Milano, la via non poteva certo smentire la sua arte, “ Via California”, una risata rassicurante, e al via con un format che propone una cucina home-made all’insegna della convivialità, tipica del barbecue all’aperto tra amici.
Un menù a base di pollo, succoso dalla pelle croccante, marinato a lungo nella salsa e cotto alla griglia, da mangiare rigorosamente con le mani, le salse (hot/ super hot/ affumicata e bbq). Zuppe di stagione, chili con carne un classico diffuso su tutto il continente, la vera cesar salad, e poi alta gustosa e soffice la New York Cheesecake, e ancora i supreme brownies al cioccolato, i dessert sono ricchi dalla porzione al gusto, tutto rigorosamente preparato come tradizione casalinga, il fritto e bandito.
Si ordina al banco ma è usuale negli USA, quindi niente lamentele inutili, non c’è servizio al tavolo, si paga, si ritirano le bevande, e ci si accomoda al tavolo, quando il vostro ordine è pronto un disco luminoso che vi è stato consegnato al momento dell’ordine inizierà a suonare interagendo in maniera simpatica con voi, et voilà tutto arriverà in un baleno.
Lo stile del locale è simbolico, rustico e spartano, due sale ad accoglierci e il bancone fulcro delle attività. Con l’arrivo della bella stagione si potrà accomodarsi nel dehors esterno.
L’idea sostenibile
Tutti i contenitori sono biodegradabili, la cura e il rispetto dell’ambiente è fondamentale per allevare in salute gli animali. Per gli amanti del genere non mancheranno eventi country, musica e menù speciali.
L’offerta è rivolta anche ai più piccoli con menù speciali per le famiglie, Inoltre, si potrà ordinare tramite le app di Just Eat, Deliveroo e Glovo.
Mano al portafoglio
Spenderete in media 10/25 € a persona incluso bevande.
Indirizzo: Via California, 15, 20144 Milano MI
Orari: Chiuso ⋅ Apre alle ore 18
Lo sapevate? Il sushi non è solo nipponico, ma esiste a Milano una versione tutta italiana, dove? Al Kitchen Society, se poi siete “sushi lover” il pasto sarà sorprendente. Al comando in cucina c’è Alex Seveso, patron e cuoco, e una grande passione per il suo lavoro, passione che trasmette in unici sushi all’italiana, che conquisteranno i vostri palati.
Kitchen Society
Ecco allora una cucina fatta di abbinamenti con materie prime italiane che creano specialità, si appunto non il solito sushi, olio extravergine d’oliva, capperi di Pantelleria, pistacchio di Bronte, tartufo bianco, erbe, spezie mediterranee.
Rustico e accurato locale, infatti è ricavato da un loft su due livelli, dove le ampie vetrate su strada lo rendono luminoso, insieme ai richiami dei colori tenui dell’arredamento, vi piacerà il dehor estivo è sempre piacevole accomodarsi all’aria aperta, soprattutto nell’intimità di una via dove regna la tranquillità.
Tra le specialità immancabile c’è il Nigiri rocher, gamberone bruciato al pepe, con granella e crema di pistacchio. Si fanno apprezzare gli imperdibili uramaki; capesante, tonno, crema e granella di pistacchio di Bronte, avocado, emu, salsa teriaky, e semi di sesamo. E ancora, seppia croccante, zucchine, salsa tonnata, coriandolo, emu, salsa teriaky, e semi di sesamo.
Gamberoni pan brioche
Gunkan
Sopra ogni cosa vi innamorerete del Totanetto scottato ripieno di riso con peperone su purea di fagioli cannellini al vino bianco.
Totanetto
Kitchen Society è un piacere tutto da scoprire, entrerete subito in sintonia con la voglia di un sushi dei vostri gusti; si ma italiano.
Buono a sapersi
Le proposte che non ti aspetti, “risotti fusion” a base di chicchi giapponesi non mantecati e declinati in tante maniere, come la versione gialla allo zafferano a quella con gamberi, avocado e peperoni, e crema di tartufo bianco, e ancora polpo con cavolo cappuccio, avocado, acciughe, parika. Segnaliamo l’insuperabile Pata Negra de Bellota, rigorosamente tagliato al coltello, e servito in tre varianti goderecce, questa è una chicca che veramente non ti aspetti.
Burger salmone
Nigiri Rocher
Mano al portafogli
Spenderete a persona bevande incluse 50 euro. Inoltre ha un’interessante carta dei vini con referenze particolari.
Pata negra burger
www.kitchensociety.it
Kitchen Society
Via Gerolamo Chizzolini 2
20154 – Milano
Tel. 340.6763939
Chiuso domenica e al pranzo di sabato
Orari cucina: 12-14.30/19.30-23.30
I prodotti artigianali della storica pasticceria meneghina saranno disponibili a Forte dei Marmi nello stabilimento balneare Alpemare della Famiglia Bocelli, una carta Dessert ideata per deliziare i palati di una estate 2019 alla soglia del gusto: quello dolce.
Un corner sarà dedicato ai selezionati prodotti di pasticceria artigianale, (cioccolatini, lievitati, prodotti da forno), un trionfo di bontà nel rispetto delle tradizioni Cova, il packaging riprende le tinte turchesi dell’elegante struttura Alpemare.
Cova Alpemare
Il Bagno Alpemare è un bijoux della Versilia, è proprio grazie alla Famiglia Bocelli, che ha ripreso vita in un aspetto tutto nuovo, lo storico stabilimento balneare ha rappresentato da sempre una meta amatissima da grandi personaggi come: i poeti Montale, Ungaretti e D’Annunzio, cantanti, da Edith Piaf a Mina e Ray Charles, Forte dei Marmi e il bagno Alpemare regalano momenti di charme in qualsiasi occasione. Gli oltre due secoli della Pasticceria Cova simbolo di eleganza e di qualità, portano un valore aggiunto, consolidando questa cooperazione in un crescendo di qualità e gusto.
Cova Alpemare
Paola Faccioli, CEO di Pasticceria Cova, nel commentare l’iniziativa dichiara: «Siamo orgogliosi che la Famiglia Bocelli abbia scelto Cova come partner privilegiato di un progetto così prestigioso. La creazione di una Carta Dessert dedicata, in linea con l’offerta gastronomica d’eccezione del ristorante, è stata una sfida che abbiamo accolto con grande entusiasmo e grazie alla collaborazione con Alpemare portiamo per la prima volta la tradizione e l’artigianalità dei nostri prodotti in riva al mare, così gli ospiti possono unire la dolcezza al relax e al riposo estivo.»
Si sta sempre più diffondendo la voglia di andare a degustare un cocktail, notando le differenze perché ci si è recati in un determinato bar, o dal vostro bartender di fiducia che è diventato un punto di riferimento, come la scelta di mangiar bene e di qualità recandosi appunto nel ristorante di fama.
L’arte di miscelare i cocktail è la chiave del successo di ogni bartender, complessi, di tendenza, o che rispettano l’etichetta, il mondo dei cocktail influenza diversi momenti di piacere che attivano i sensi.
La domanda è? dove bere il drink migliore? Chi sarà il bartender più cool? per essere sempre informati sui cocktail di tendenza, e sul bartender più in voga del momento a Milano, abbiamo incontrato Oscar Quagliarini , uno dei più celebri bartender della sua generazione.
Viaggi, aromi, contaminazioni, che si tuffano trasformandosi in sapori inediti nei suoi cocktail. In ogni esperienza in giro per il mondo Oscar Quagliarini ha saputo cogliere il miglior dettaglio e trasformarlo nella sua versione singolare.
Lo abbiamo incontrato in occasione della preview di collaborazione che firma il nuovo menù cocktail de Il Bar, lounge bar e caffetteria sulle terrazze di Rinascente Milano e Palermo.
Ecco i tratti distintivi che lo caratterizzano.
I profumi influenzano i suoi cocktail, l’odore perfetto che passa dall’olfatto al gusto e viceversa, dunque quando immagina una fragranza ha già in mente il tipo di cocktail da voler sperimentare? nasce prima la fragranza come musa, o non ha una regola?
Ciò che nasce come prima cosa è il drink. Solo dopo creo la relativa fragranza da abbinare. In questa fase decido il ruolo dell’olfatto, se creare un entree, un continuum o un contrasto.
Se le dico cocktail, quali sono le tre parole che le vengono in mente portando la sua firma?
Less is more olfatto semplicità e gusto.
Gioco tanto sull’olfatto. In realtà i miei drink sono molto semplici, non superano mai i 4 ingredienti, spesso ne hanno solo 2 0 3. Faccio molta attenzione al gusto e alle bevibilità del drink in maniera tale che il consumatore sia invogliato a berne più di uno e magari a provarne 2 o 3 differenti nella stessa occasione. Questo è possibile perché i mie drink sono sempre semplici, nonostante la ricerca e l’elaborazione attentamente studiate, tanto che il consumatore riesce a distinguere e apprezzare tutti gli ingredienti della ricetta. Per me è una questione imprescindibile, evitare accuratamente le creazioni con troppi ingredienti o con eccessive alterazioni della materia prima. Per me, davvero, lessi s more.
A breve la Drink list del Bar, il cocktail bar nella Food Hall di Rinascente Milano, porterà la sua firma, qual è la versione di Oscar Quagliarini che ha voluto disporre?
Ho creato una speciale lista cocktail traendo ispirazione dalla lunga storia di Rinascente. Ogni cocktail ha una particolare connessione con il piano di riferimento, ad esempio con la profumeria, con quello dell’uomo casual, del luxury donna ma anche con il mondo food al settimo piano proprio dove è situato il Bar.
Food and beverage pairing incomincia ad essere un nuovo stile di bere, qual è lo scopo far diventare la mixology una alternativa al vino di degustazione? Qual è il suo parere a riguardo?
Secondo me assolutamente no, ad esempio, io mangio bevendo vino. La gente non capisce ancora come affrontare il il food pairing. Personalmente ho avuto 3 occasioni con chef importanti: due con Stefano Ciotti del Nostrano di Pesaro e una al Postrivoro con lo chef Emilio Macias di Astrid y Gaston Acurio in Perù. E’ un lavoro davvero complesso, infatti occorre tenere conto che gia il piatto ha una struttura e numerosi ingredienti, di conseguenza il drink da abbinare deve essere semplicissimo e a bassa gradazione alcolica. Le tre cene sono state un successo, ma non nego che per creare le ricette ho dovuto lavorare veramente tanto.
Non a caso la facciamo a lei questa domanda, quando non lavora dove beve un ottimo drink Oscar Quagliarini?
In realtà io solitamente non bevo drink. Bevo solo orange wine e vini naturali. Nelle occasioni in cui ho voglia di un drink solitamente vado sul classico, per esempio scelgo il Martini Cocktail o il Negroni per l’aperitivo mentre il Gin Rickey in serata. In particolare il Martini Cocktail è un’arte, mi piace molto quello da Spaccio Spiriti Alimenti a Senigallia mentre a Milano all’Elira, da Toel a Pigato e da Luca Vezzali da Ugo.
Un’ultima domanda. Diverso è essere ?
Per differenziarsi è necessario essere sé stessi: creare una propria identità nel fare da bere evitando il copia e incolla e di seguire le mode cambiando continuamente il proprio stile. Differenziarsi significa essere coerenti. Alle scuole medie seguivo e imitavo il mio compagno di classe Michele. Un giorno mio padre venne chiamato da collegio perché indossavo una maglietta di Che Guevara e in quell’occasione mi fece un discorso che mi è rimasto dentro sull’importanza di avere una propria personalità. Allo stesso modo mio fratello per me è stato un esempio, per un periodo lo ho seguito molto e a lui devo tanto della mia creatività in quanto è un vero artista e sono contento, nel mio piccolo, di potermi considerare anche io, nel mio piccolo, “un artista”.
L’inaugurazione di Chef in Green 2019 ha preso il via nel suggestivo Castello di Tolcinasco, Golf Club d’eccellenza, la quinta edizione riconferma il successo della kermesse, un percorso itinerante che vuole consegnare ai nostri occhi, e al nostro palato la prospettiva di un percorso enogastronomico in evoluzione- tutto insieme al gioco del golf.
Lunedì 29 Aprile oltre 35 chef che si alterneranno negli incontri e nelle cene itineranti, mettendosi in discussione affrontandosi da diverse abilità, è lecito aspettarsi qualcosa in più, siamo soddisfatti di quello che si è visto in campo, gli chef hanno dato del loro meglio alla conquista della buca migliore. A seguire la seconda partenza degli chef, si primeggia in cucina con una serie di prelibatezze che formano una cena gourmet davvero importante.
Roberta Candus, direttore di Golf & Gusto è l’ideatrice e la conduttrice del meeting, conoscitrice della cultura enogastronomica ha reso possibile anno dopo anno la realizzazione di ogni tappa all’interno dei più belli ed esclusi golf club del panorama, coinvolgendo tantissimi grandi nomi delle cucine più autorevoli che si sono sfidati sui green più esclusivi d’Italia, “il gioco del golf fa squadra”, insieme alle ultime novità di Claudio Gatti ed i suoi dolci della via Francigena e Giuseppe Verdi, in una presentazione show di alcuni produttori che seguono questi interessanti appuntamenti.
Chef in Grren si occupa di regalare emozioni attraverso la pura esperienza del gioco, per poi giocare di gusto in cucina, presenti gli Chef stellati Claudio Sadler, Tano Simonato e Felix Lo Basso rivali con i loro ferri da golf, in campo anche Marc Bernardi, chef emergente che cucina a 2000 metri in Val Gardena.
In cucina troviamo chef Giuseppe Lo Presti del ristorante Il Casale, consigliato nella guida Michelin 2018 e Cristian Benvenuto, chef e patron del ristorante La Filanda a Macherio, e poi due new entry ristoranti milanesi Gianluca Rosano del Otivm e Pasquale Frigoli del Bistruccio, mentre con un piatto molto primaverile Sebastian Fitarau della Locanda Sensi di Rivergaro porterà in tavola le novità dell’Eccellenza Ellenica.
“Seduzione”, il pastry-chef Nicolò Moschella, considerato tra i nomi emergenti della pasticceria moderna e premiato come Top Italian Talent Chef 2018.
Gli chef giocano a coppie, “neofiti” e “golfisti”, e possono avvalersi di supporter, golfisti non-chef che partecipano o seguono il gioco. Alla fine di ogni singola gara i partecipanti chef o professionisti accumulano punti, alla fine del torneo chi raggiunge il punteggio massimo viene proclamato vincitore della Chef in Green
Menu degli autori della serata
Giuseppe LoPresti- chef Il Casale di Grimoli, Toscana: “terrina con fegato di coniglio, in arrosto morto, panima arentina, mousse al lardo di Colonnata, coulis di lamponi.
Cristian Benvenuto- chef patron ristorante La filandra, a Marechino: gelato all’olio extravergine d’oliva Zenia con tartare di manzo.
Sebastian Fitarau- chef ristorante la Locanda Sensi, Rivergaro: pasta della Grecia antica, ortiche e menta con asparagi e pecorino.
Gianluca Rosano-chef ristorante Otivm, a Milano: Ravioli cacio e pepe, bottarga di gamberi
Pasquale Frigoli- chef Bistruccio, a Milano: filetto di rombo, plancton nero di seppia e piselli novelli.