A Tavola Con La Storia; I Ristoranti Più Antichi D’Italia

Le tavole più longeve del nostro paese sono delle vere e proprie istituzioni del gusto, molte cose della tradizione della nostra cucina è cosa nota in tutto il mondo. Ma quando le tradizioni si uniscono alla storia da diversi secoli ci troviamo di fronte una forma d’arte, l’arte di osterie e ristoranti in centinaia di anni di attività, che hanno visto scorrere tra le loro mura avvenimenti e cambiamenti significativi.

 

 

Ne Raccontiamo alcuni fra i più interesanti, dal più vecchio al più giovane. Buona lettura!

 

Antica Locanda Mincio

L’antica Locanda Mincio – Valeggio sul Mincio 1407 (VR)

Un tuffo nel passato, va a lui il primato del ristorante più antico d’Italia. Si narra che sotto le fondamenta giacciono i resti della “thaberna templare”. La sala è arredata con grandi dipinti alle pareti e un soffitto a cassettoni. Grandi le specialità del territorio, accompagnate da una selezionata carta dei vini, (in Veneto si beve bene). I piatti che vantano la tradizione sono: cotechino con le verze; sfilacci di cavallo con julienne di insalatina e Grana Padano; tortelli di zucca; ravioli di anatra e tartufo nero; faraona al forno.

 

Museumstube Bagni Egart Onkel Taa

Ristorante Museumstube Bagni Egart Onkel Taa – Parcines (BZ) 1430

E’ un locale senza uguali, ai tempi del regno Lombardo Veneto l’imperatore Francesco Giuseppe lo frequentava con Sissi. Ai Muri e travi della locanda centinaia di antichi oggetti della valle. Le venti golose ricette a base di lumache sono le specialità della casa, ma rappresentano una parte modesta di una carta vasta e ricca di singolari contaminazioni fra culture del cibo assai lontane, fra Vienna e Bangkok.

 

Antica Osteria La Rampina – S. Giuliano Milanese (MI) 1500

Si presenta come un solenne casale del Cinquecento, la storia lo premia come la migliore cucina lombarda. Si racconta che il generale Radetzky, allora in fuga da Milano durante i moti delle Cinque Giornate fece accampare l’esercito proprio davanti al cortile de La Rampina. Il Maestro Gualtiero Marchesi era consueto a recarsi a cena.Oggi tra le proposte tradizionali lombarde, troviamo una solida guida Lino Gagliardi, insieme al figlio Luca Gagliardi che implementa una innovazione semplice, che esalta la tradizione.

 

Corona

Ristorante Corona – S. Sebastiano Curone (AL) 1702

Si trova nel centro storico di San Sebastiano, di proprietà della famiglia Fontana, è stata Matilde per decenni la padrona di casa, oggi è la figlia Marta a portare avanti la tradizione. Vanta tra i suoi frequentatori D’Annunzio, il generale Cadorna, l’editore Ricordi e il ciclista Fausto Coppi. Ha tavola potrete gustare; il vitello tonnato, la frittatta alla ricotta, le torte di verdure con le erbe del nostro orto, i fiori di zucchina in pastella, le insalate di funghi freschi, la terrina di toma al tartufo nero, il patè di tre fegati.

 

 

Dal Cambio Torino

Dal Cambio – Torino 1757

E’ il più celebre dei ristoranti della città, la sua lunga tradizione lo precede, i suoi ambienti sono un esempio di prestigio. Dalle sue sale sono passati famosi personaggi provenienti da ogni dove. Fin dal Risorgimento è stato frequentato da politici e aristocratici, deve la sua fama alle assidue visite di Camillo Benso di Cavour. La cucina è firmata da Baronetto, ed è un esempio della tradizione regionale del Piemonte in versione tempi moderni. Troveremo quindi gli agnolotti alla piemontese, il vitello tonnato, gli gnocchi di patate e trippa di Moncalieri, l’agnello farcito alla piemontese, il riso Cavour, ossia bollito con riso venere fritto, sugo d’arrosto, uova e pomodori confit.

 

 


Ristorante Erasmo

Ristorante Erasmo – Ponte a Moriano (LU) 1760     

La famiglia Marcucci è molto orgogliosa di essere considerata un pezzo di storia della zona. Dal 1760, questo locale in via Nazionale a Ponte a Moriano, rappresenta una tappa imprescindibile per chi vuole conoscere a fondo la cucina toscana e lucchese. I piatti tipici sono, il farro e i salumi della Garfagnana, i tortelli e la pasta fatti a mano, la farinata di verdure, il pollo al mattone, le trote del Serchio, gli squisiti fritti di pollo, agnello, funghi porcini cucinati alla griglia, fritti, in casseruola o crudi in insalata.

 

 

Antica Osteria Del Bai

Antica Osteria Del Bai – Genova 1799

La trattoria ha praticamente la stessa età dell’Italia unificata e conserva molti tratti dell’epoca originaria con l’edificio in pietra di robusta solidità. La cucina genovese, sia di terra che di mare, è situata nel quartiere di San Desiderio, la trattoria offre piatti tipici genovesi, come i funghi porcini fritti, il fritto misto di verdure e carne alla genovese (con cervella a richiesta).

 

 

Hotel Ristorante Grotta Azzurra

Hotel Ristorante Granaro Del Monte Grotta Azzurra – Norcia (PG) 1850

I piatti tipici di Norcia, salumi e formaggi, funghi e tartufi, farro e lenticchie d’Appennino, paste caserecce e carni d’ogni tipo, trote, beccacce e cinghiali, un repertorio che di tutto rispetto. Il ristorante apre le sue porte nel 1850, sotto il nome della stessa locanda,  Grotta Azzurra, meta dei  mercanti del sud Italia che si recavano verso nord  sceglievano la sosta a Norcia per le sue squisitezze prima di affrontare l’appennino.

 

 

Ristorante La Matriciana

Ristorante La Matriciana – Roma 1870

Cenacolo di artisti nel dopo-spettacolo, ha messo a tavola i più bei nomi della lirica, come Mario Del Monaco, Maria Callas, Carla Fracci, il regista Zeffirelli. I sapori forti della tradizione romana sono qui inconfondibili, conserva  tutto lo stile, vetrine, persino la cabina telefonica degli anni Trenta del Novecento. “Stracciatella alla romana in brodo di gallina, Bucatini alla Matriciana, Rigatoni alla carbonara, Spaghetti con vongole veraci, Risotto alla crema di scampi, Trippa alla romana con pecorino e menta, Abbacchio al forno con patate, sono i cavalli di battaglia.

 

Il Filippino- Lipari Isole

Il Filippino- Lipari Isole Eolie 1910

Nelle sorprendenti isole Eolie, si conta uno dei ristoranti più antichi del Paese, il Filippino a Lipari, nasce nel 1910, quando, gestito dal leggendario Filippo Bernardi, si chiamava “Belvedere” ed era una modesta trattoria con piatti a base di pescato. Nel secondo dopoguerra, il ristorante cambia nome e diventa un punto di riferimento culinario. Sono gli anni del neorealismo (e dei film “Vulcano”, 1950, con Anna Magnani, e “Stromboli, terra di Dio”, con Ingrid Bergman e diretto da Rossellini). C’è anche una leggenda secondo cui il pittore Monet per pagare un conto lasciò in pegno un suo quadro. Le specialità sono legate alla cucina di mare a base di pesce fresco.

Autore: Isabella Scuderi

Nata nel mese di ottobre, attualmente vive e lavora a Milano. Un Master in Giornalismo Enogastronomico presso l'Accademia Telematica Europea. Dopo alcune esperienze lavorative nel settore commerciale della comunicazione intraprende l'attività di consulente per aziende del food ed editorialista per alcune testate a diffusione nazionale. Giornalista, Scrittrice, trendsetter, dopo alcuni anni passati a farsi le ossa in giro per l'Italia è ora libera professionista nel campo più ampio della comunicazione di eventi legati alla cultura/lifestyle/travel, ed enogastronomia di nicchia. Appassionata d'arte, musica e letteratura, la scrittura per lei è sempre stata la sua forma di espressione più viscerale, l'intezione era quella di diventare scrittrice, per poter raccontare luoghi, persone, e pezzi di vita così diversi tra loro. Scrivere è stato un modo di riconoscersi, di mettere insieme piccoli frammenti di verità, ricordi, emozioni, destinati a prendere vita in una forma letteraria. Sceglie di firmare i suoi libri sotto pseudonimo Isabel Sheldon, sensibile e curiosa, "abbiate anche una piccola fede, e non c'è nulla che non potrete fare", è il suo mantra.