Siamo all’Excelsior Hotel Gallia di Milano. Lunedì 23 novembre l’Associazione Vignaioli dell’Alto Adige ha presentato una speciale degustazione organizzata per veicolare la produzione enologica altoatesina , il tema: “L’Alto Adige nel bicchiere”.
Per rappresentarla ha scelto oltre 100 vini del loro repertorio migliore, eccellenti vini degni di una sosta nei dintorni delle sue etichette migliori. dal Santa Maddalena al Müller Thurgau, dal Blauburgunder (pinot nero) al Weissburgunder (pinot bianco), dal Lagrein al Gewürztraminer.
Ad accompagnare la degustazione dei vini una selezione di prodotti tipici altoatesini (speck, salumi, formaggi e pane) curata da Delicatessen un indirizzo per chi vuole ritrovare nella città Meneghina, l’Alto Adige nel piatto.
Quando si pensa all’Alto Adige il pensiero spazia, perle enologiche, l’estasi della natura, lo spirito dei cibi e della gente del posto, ecco qui il fascino. E devo dire che è stata una delle migliori degustazioni che ho calcato, un aspetto che mi ha accompagnata in quella fitta rete dei piccoli grandi vini, perché è emozionante lasciarsi sorprendere dai vini che non ti aspetti, si quelli meno noti, i cosiddetti fuori dal coro, e qui l’associazione Vignaioli, ci ha guidato verso traiettorie enologiche piene di fierezza , indipendentemente dalla fama vinicola. Quelli che mi hanno ispirata maggiormente sono: Seppellaia 2011 cantina Weinkultur, tecnology & wineculture Waldner, uno Chardonnay reserva al 90% el il restante blanc e riesling, che si fa notare, prepotente e molto minerale, cantina Loacker Schwarhof, qui troviamo un grande classico, Lagrein “Gran Lareyn” 2013, Franz e Josef padron della cantina ci guidano all’interno della loro filosofia, l’impatto di comunicare attraverso le loro etichette la natura e la passione vinicola, è la loro prima forma di comunicazione, e la troviamo sicuramente all’interno delle loro bottiglie. Potrei dileguarmi narrandovi il compiacimento di queste preziose etichette, sono davvero un occasione di forte conoscenza del territorio vinicolo altoatesino.
Da questo incontro raccontarne semplicemente l’esito non basta, se proprio vogliamo carpirne il valore di queste realtà vinicole, ma una cosa è certa, la condivisione richiama l’importanza di avere una storia da condividere, e se la magia è quella di un calice di vino si ha certamente la fortuna di stare bene in quel frangente.