Berton al Lago, assaggi gourmet sul lago di Como.
Cosa hanno in comune Andrea Berton e Raffaele Lenzi? Di certo la maestria, due chef che contribuiscono a rendere la tavola del ristorante “Berton al Lago”, una cucina food chic, un’ambiente che emoziona, la firma di uno chef pluristellato, la presenza costante di Raffaele Lenzi, che intreccia la sua personalità in un menù dal gusto inconsueto, con tratti molto tradizionali.
Si affaccia sulle curve silenti del lago, la splendida vista mette il luce la terrazza a sbalzo sull’acqua, sofisticato e armonioso, tutto si mescola agli elementi che assecondano un lusso ricercato, non ostentato. Inaugurato nell’agosto 2016 è subito inserito nel prestigioso elenco dei Leading Hotels of the World, di seguito corredato dalla stella Michelin 2018.
Il menù e di quelli che si fanno ricordare, con piatti dedicati alle radici un mix sorprendente di sapori, abbinamenti, e tradizione logica della cucina del comasco, da qui la sfida in una cucina ricca di sapori.
Raffaele Lenzi, classe 1984, di origine napoletana, vanta una esperienza internazionale, Londra, New York, Valencia, due anni al Bulgari Hotel di Milano sotto la guida di Elio Sironi, dal 2010 all’Hotel Palazzo Sasso di Ravello nella brigata del 2 Stelle Michelin Pino Lavarra, e nel 2011 all’Hotel Villa Feltrinelli di Garniano con lo stellato Stefano Baiocco.
Ricerca ed equilibrio fra mente e corpo, Raffaele Lenzi ci trasmette questa sinergia. Abbiamo il piacere di dialogare con lui.
Ci racconti il momento più bello condiviso con Berton, e che cosa hai imparato in questo tempo di interscambio con lui.
Ce ne sono diversi ma i due più significativi sono L’apertura che è stata molto complessa e la stella, arrivata in soli 8 mesi. Sotto un punto di vista gastronomico c’è un continuo confronto. Quello che di più mi sta trasmettendo la tranquillità che ha nel relazionarsi con il cliente. Io sono un po’ più timido.
Lavori molto sull’identità fusion, lo fai attraverso contrasti. Un piatto innovativo deve sempre mostrare?
Ho viaggiato molto sia per lavoro che per piacere e di conseguenza la mia cucina è anche figlia dei viaggi oltre che delle esperienze lavorative e della mia terra. Secondo me in un piatto innovativo non deve esserci la paura di sbagliare e noi con “contrasti”, stiamo cercando di farlo.
Raffaele Lenzi , tu hai fatto esperienza a Londra, New York e in Giappone, hai lavorato con tradizioni di ogni parte del mondo. Quali sono per te oggi i concetti e le realtà più interessanti e di successo nell’enogastronomia ?
Il prodotto italiano la precisione giapponese e la creatività spagnola, cose che io cerco di applicare nella mia cucina.
E’ arrivata la stella nel 2017, far parte degli stellati Michelin è importante per il tuo lavoro?
“Molto molto importate”, ma non la vivo con stress , allo stesso tempo non smetto mai di cercare di migliorare il lavoro fatto.
Qual è il punto forte della cucina del Sereno, e quella della tradizione italiana?
Al Sereno/Berton al Lago il punto di forza della cucina a mio avviso è la COERENZA, mentre invece nella tradizione italiana credo sia il PRODOTTO.
Qual è la più grande emozione che ha trovato in un piatto fatto da te, e fatto da altri.
Il raviolo ponzu ( è un mix di sapori della mia terra e della cultura asiatica). Uno dei piatti che mi è piaciuto tanto è ; “La latuga di sant’Erasmo mayo di latte di soia e furikake” di Donato Ascani Ristorante Glam. Non cito piatti di Andrea perché sarei troppo di parte