Milano dal 21 al 23 gennaio ritorna la nuova edizione di Olio Officina Food Festival, la sfilata dedicata all’olio e ai condimenti ideata dall’oleologo e giornalista Luigi Caricato.
Siamo alla quinta edizione al Palazzo delle Stelline, in Corso Magenta 61, sono molti i partner e i sostenitori della manifestazione, che ha come main sponsor Pantaleo, Esselunga, Monini, Bertolli, Consorzio Extravergine di Qualità, Regione Puglia Assessorato Risorse Agroalimentari.
Degustazioni guidate di oli, finger food oliocentrici e acetocentrici, dimostrazioni di cucina per capire e gustare le diverse possibilità di abbinamento, un’area approfondimento (conferenze e tavole rotonde sull’olio di oliva, presentazioni libri, con nutrizionisti, chef, medici, economisti, filosofi).Una visione completa sul mondo dell’olio, e sulle difficoltà che la filiera affronta, e dunque tema caldo che Universofood tiene sempre in evidenza.
Dalla cantine d’autore ai frantoi d’autore. Presente il Consorzio dell’olio Dop Umbria, molte sono le novità nel grande happening milanese un incontro su un concetto singolare, che coinvolge l’Accademia Belle Arti di Perugia, un docente di restauro architettonico e due agronomi e degustatori. Non si tralasciano i cinque sensi, coinvolti una degustazione guidata dallo stile insolito. L’assaggio sarà infatti effettuato rigorosamente fuori dal bicchiere, su cinque differenti pani, un approccio che non può chiedere di meglio.
Il tema di quest’anno è l’olio del futuro, che crea e individua nuove tendenze, quindi pensato, essenziale, tradizionale, moderno, gusto e conoscenza, uno sviluppo pensato non solo per continuare ad apprezzare un condimento porta bandiera dell’Italia, ma con la differenza di comunicare oltre il gusto, cioè col quell’approccio che fa capo alla cultura dell’olio in maniera più variegata, spiegandone qualità, potenzialità, e misure, insomma l’informazione a 360°.
L’olio a stretto contatto con l’arte, l‘olivo è sempre stato rappresentato nell’arte come frutto di lavoro e storia, quindi non si tratta solo di comunicare il valore di produrre l’oro verde oliva, ma con l’audacia di sperimentare attraverso interpretazioni di alcuni artisti di, “Noi Brera” appunto Accademia delle belle arti di Brera, l ‘ebrezza di espressione che crea singolari opere d’arte con l’utilizzo del packaging come filo comunicatore oltre la vera sostanza dell’olio d’oliva.