Di corsa in mezzo ai saldi torinesi e stramberie varie

Conquistata dalle salutari usanze teutoniche di fare sport con qualsiasi tempo e clima – anche in mezzo alla città – mi sono convinta a uscire vestita da corsa verso l’ora di pranzo e percorrere il centro di Torino attraverso le sue isole pedonali, in mezzo al primo fermento dei saldi di inizio anno.
Senza fare i conti con la sorpresa di curiose vetrine che improvvisamente hanno rallentato la mia audacia salutista.

Davvero. Dopo il viaggio tra Germania ed Austria in cui ho visto ogni genere di persona sfidare tempeste di neve per praticare lo sci nordico, correre in mezzo alla pioggia che veniva giù a secchiate, fare jogging e tai-chi chuan stile yang in mezzo al centro cittadino di Monaco di Baviera (e molti anche in veneranda età!), mi sono ritrovata a rimuginare sul fatto che questa tendenza dello sport a qualsiasi meteo è  comune ovunque Oltralpe: lungo ogni fiume, nei parchi, sui marciapiedi, nessuna condizione atmosferica può fermare queste igieniche abitudini – cito deliberatamente Céline: ricordate Bardamu costretto alle passeggiate igieniche dalla sua amichetta infermiera già nel secolo scorso? …Il più delle volte adesso andavamo a fare passeggiate igieniche in lungo e in largo, per colpa delle frittelle, sui viali…– Allora metto le scarpe e mi butto per strada approfittando del pallido sole.

Passa mezzora: un lungo giro del Quadrilatero, giardini Reali, piazza Castello, via Garibaldi in lungo e in largo. Poi la tenacia viene meno, la costanza comincia a far cilecca (in più l’aggravante dell’aver perso l’Ipod, quindi anche senza musica), e, out of the blu ecco i tendoni gialli del mercatino di Campagna Amica in piazza Palazzo di Città. E’ una tentazione irresistibile: ah, fa sempre bene all’umore inoltrarsi nei farmers’market…rallento e inizio ad annusare l’odore fresco delle mele, quello acre dei formaggi di montagna, il dolce e speziato del pane e dei biscotti di meliga appena sfornati. Supplizio voluto: non ho portato il portafoglio, così no soldi, no tentazioni.
Ma poi mi compare davanti, improvvisamente e curiosamente aperto, nella sua originale posizione, proprio incastonato all’interno delle colonne dei portici lungo via Palazzo di Città e suddiviso tra più pilastri per poter mostrare tutta la sua abbondante merce, il negozietto miscellanea di stravaganze: con un solo sguardo potrete vedere, in un accostamento scioccantemente armonioso, ogni genere di oggetto: ammenicoli per ‘il divertimento delle Signore’ in ceramica d’antan, cartelli con prezzi aggiornati al 1930 delle varie case di tolleranza (con anche segnati i plus per eventuali di asciugamani e quant’altro potesse necessitare), una marchetta originale, la facciona del Duce, un’edizione ingiallita de ‘Le Tragedie dell’Anima’, un attestato di Studio e Buona Condotta di un bravo studente anni Quaranta, scatole da cucito in latta, orsacchiotti, statuette erotiche, fotografie oseé del primo Novecento, tazze e boccali dedicati alla riproduzione attenta (o goliardica) degli organi riproduttivi di ogni immagine e sorta, ed accanto ad essi, in contrasto di blasfema casualità: croci, piccoli tabernacoli, santini per ogni regione d’Europa, Bambinelli ed addirittura una grande statua della Madonna con le mani in preghiera e gli occhi bassi…che però, aben guardare, pare stia ridacchiando, sotto sotto: sarà per la testona del neonato-giocattolo chiuso in scatola accanto a lei o il quadro chiaramente allusivo sopra di lei dove un ‘incontro di passione’ viene pudicamente coperto nella parte clou dell’atto da una foglia di fico? Non si sa. Anyway, il tutto viene mitigato da cartoline con Baci da Roma ed Esposizioni Universali di Torino, penne di plastica ‘Ricordo di Venezia’ con barchetta fluttuante in liquido misterioso e una feluca degli anni Sessanta.
Non si riesce a staccare gli occhi da questo folle pot-pourri. E’ un quadro di Grosz tramutato in realtà. Un qualche delirante Stillleben dall’altro mondo….E intanto l’altra statuetta della Madonna alza gli occhi al cielo, decisamente perplessa.
Un signore si avvicina alla vetrina alla ricerca del negoziante della Cage aux Folles: “Mi scusi, ha visto dov’è andato il proprietario? Volevo sapere se qui fanno i saldi…

Meravigliosi saldi torinesi.