Dopo la pausa estiva riprendono i post di Tacco15 – Lifestyle a Torino. Niente di meglio per riiniziare con il Dario Argento Tour Locations, che domani mi porterà a visitare un gran numero di set dove il Maestro dell’Orrore si è dilettato a girare. Torino città magica, Torino luogo del demonio, Torino Porta della Magia Nera e Bianca…in effetti, Dario Argento non poteva che scegliere per i suoi capolavori le nostre vie, le nostre piazze, gli scorci misteriosi di Torino, da sempre riconosciuta quale vertice dei due triangoli esoterici. E fin qui tutto bene, tutto torna.
L’enigma più grande in questa storia di misteri, invece, è: perchè scegliere me quale assegnatrice del premio che, alla fine della giornata, verrà consegnato all’argentiano più meritevole? Sinceramente, io non me ne capacito. Per restare in tema, credo sia una sorta di esorcismo sul mio terrore atavico per i film del Terrore. Io non ho mai, dico mai, visto per intero un film dell’orrore, quindi, figuriamoci le pellicole di Dario Argento, visto e considerato che per me il top della paura è stato La casa delle finestre che ridono di Pupi Avati. E, dire che, persino, durante la mia adolescenza, ho sentito la necessità di entrare in confidenza con il mondo dell’horror, in modo da non subire l’ostracismo dei miei compagni del liceo all’intervallo durante ‘i discorsi di paura’: una sera ricordo che davano in seconda serata La Casa Non So Che Numero mi misi di buzzo buono per guardarla tutta. Alla terza scena partì la tachicardia, al comparire del nastro magnetico e dei fenomeni soprannaturali nel pendolo ero già totalmente terrorizzata, stavo con gli occhi chiusi sotto le coperte, sperando di poter supplire con il sonoro alla mancanza di coraggio che mi impediva di guardare cosa stava succedendo. Magari avrei potuto far finta di averlo visto, anche se lo avevo solo sentito…già mi vedevo intervenire quando Marco avrebbe detto: – E poi bellissimo quel pezzo dove i due sono posseduti…- E io: -Sì sì che poi lui fa ahahahah aiuto! – Così avrei salvato una volta per tutte la mia dignità in pericolo ed evitare la definizione di ‘cacasotto’ (molto poco chic).
Invece non ci sono riuscita. Ho spento la televisione e per tutta la notte ho sognato demoni che comparivano all’improvviso agli angoli del soffitto (quello l’avevo visto nel trailer di Poltergeist, probabilmente) poi mi svegliavo in un bagno di sudore sentendo orribili scricchiolii nella scala di legno che andava su in mansarda e Voci di Morti che ululavano dallo sgabuzzino. Per una settimana sono stata in coma totale e mi sono risolta a leggere solo I Racconti di Paura: da Poe a Lovecraft passando per King fino ai neogotici alla ‘The Castle of Otranto’ nessuno mi sfuggiva. Perchè a leggere non mi veniva ansia. Perchè?
E’ ora di fare outing: è tutta colpa di mio cugino.
Ecco. Non guardo i film dell’orrore perchè mi è toccato in sorte un cugino amante di Zio Tibia e del marchese de Sade, che non aveva divertimento più grande che terrorizzarmi con una delle scene madri dell’Esorcista. Capitò che prima delle vacanze di Natale dei miei otto anni, mio cugino avesse visto in televisione di nascosto dai suoi genitori il film di Friedkin. Preso da questa ossessione, iniziò maniacalmente a ripeterne le scene madri davanti a un qualsiasi pubblico gli capitasse a tiro per godere le reazioni degli astanti. Ora, io lo ricordo bene quel giorno dopo Santo Stefano che eravamo soli in casa mentre fuori era nevicato e le nostre mamme erano in visita ai parenti; lui venne da me mentre giocavo con la mia amichetta Stefania e, con fare innocentissimo, mi disse: – Io adesso devo uscire mezzoretta, eh, che ho da fare: vado in cantina. Tu resta qui che arrivo subito, ma non lo dire alla mamma che ti ho lasciata sola. – Guardai Stefania: – Eh, – fece lei: – Io adesso devo tornare su a casa che arriva mia sorella. Ci vediamo dopo cena che scendo a salutarti e ci vediamo Drive In. – ero un po’ perplessa, ma ancora non capivo.
Capii l’arcano nell’ora che seguì: mi dissero ciao ciao fingendo di uscire e invece si nascosero nella stanza in fondo. Io, che per passare il tempo avevo iniziato a disegnare con i pennarelli, dopo poco fui costretta ad alzarmi: urli lamenti spaventosi, rumori inquietanti che io sentivo dalla cucina senza comprenderne la provenienza. Quando ho preso coraggio e sono andata a vedere cosa succedeva in Quella Stanza, aprii la porta e vidi mio cugino sul letto altissimo dei nonni che vomitava versi irripetibili e si contorceva saltando sul materasso. La mia amica Stefania stava in un angolo della stanza con gli occhi arrovesciati ripetendo frasi senza senso: – Arriva il diavolo e ti prende, vi prenderà tutti…Tutti! –
Credo di essere fuggita via in stato incosciente, di aver preso le scale ed essere scappata in piazza urlando a squarciagola Mamma Mamma Mamma!!!
In realtà non mi ricordo niente di come è andata a finire. L’unica cosa che so per certo è che non ho detto niente alla mamma e così lui ha continuato allegramente a terrorizzarmi per anni con Le Storie di Paura e io non ho mai avuto più la forza di vedere per intero un film dell’orrore.
Perchè, vi chiederete, non ho detto niente alla mamma e non ho fatto riempire di sganassoni mio cugino?
Eh. A parte il rispetto che gli dovevo quale Cugino Maggiore (io, senza fratelli), credo che in fondo la cosa mi divertisse un po’, alla lunga. In fondo erano rappresentazioni tutte per me, altrochè andare a pagare il cinema, io il thriller ce l’avevo in casa, l’adrenalina era in esclusiva.
E allora, in fondo, mi aspetto che domani sia altrettanto. E magari poi mi verrà voglia di vedere un horror e divertirmi ad aver paura, sapendo che è tutto finto e in casa non sono stati murati esseri viventi. Perchè ne vedrò il backstage e la costruzione e la cosa perderà il suo fascino, capito il meccanismo…come per tutto, forse, nella vita.
Oppure no. E a quel punto mi aspetta una settimana di coma e notti con l’abat jour accesa, implorando le mie gatte che dormano al fondo del mio letto e mettendo una scopa contro la porta (tiene lontano gli spiriti maligni).
A domani il verdetto, ore 9.00 davanti al Fante della Crocetta.