Come segnalato nel precedente post – sono aperte le iscrizioni ai nidi comunali. Che essendo molto buoni sono anche super gettonati. Tutti ci vogliono mandare i propri piccoli, e a ragione.
Dunque, la battaglia si fa dura, si affilano le armi e l’ingegno. Perché per ottenere qualche punto in più in graduatoria e l’agognata ammissione alcuni genitori se ne inventano di ogni. Che son madri single. Che lavorano a Milano. Che il compagno si è trasferito a Katmandu.
Sì, tanto il Comune non controlla. Questo mi son sentita dire più volte ai giardini, al supermercato, in piscina da genitori con figli felicemente frequentanti nidi comunali. Genitori che mi davano i consigli: “ma se la tua azienda ha una filiale anche a Roma, allora scrivi che lavori laggiù!”. Sarò io che ho incontrato gli unici pochi che son entrati mentendo nelle graduatorie. Però diciamo che è abbastanza opinione comune che di verifiche sulle dichiarazioni rese nelle domande d’iscrizione ne vengono fatte ben poche.
E allora, perché non sfatare questa leggenda metropolitana con controlli a raffica sulle domande che si stanno consegnando in questi giorni? Non c’è personale a disposizione e mancano i soldi? Secondo me molti genitori si offrirebbero gratis per espletare questo compito. E comunque sarebbe giusto farlo.
Perché ad averla vinta non siano sempre i soliti furbi. Che a passare avanti a tutti nelle graduatorie dei nidi comunali (forse) non sono i figli degli immigrati – come spesso scorrettamente si pensa – ma i figli di genitori torinesi, benestanti e sgamati.