Cari genitori della città di Torino,
lo sapete che esiste un progetto, con rispettivo sito, che si occupa dell’accoglienza dei nostri pargoli nei vari locali ed esercizi commerciali della città?
Si chiama Babyfriendly, per la prima volta un’iniziativa che ha un sapore culturale, ma anche civico. Il simbolo babyfriendly lo espongono i negozi, i musei, le biblioteche e comunque tutti i locali, pubblici o privati, che vogliono dire ai cittadini “vostro figlio, o i vostri quattro figli, sono benvenuti, anche se urlano, piangono, devono essere cambiati e devono essere allattati”. No, dico, non è una forza?
Ritengo che troppo spesso si dia per scontata una certa civiltà, soprattutto da parte di coloro che gestiscono attività di vario tipo e che, alla fine, riuniscono molte persone. Ecco, la verità è che mi sbaglio. Ci sbagliamo. Non tutti sono così aperti da accettare che una madre si scopra il seno e allatti la creatura. Non tutti sanno che un bimbo fino a due anni porta quasi di sicuro il pannolino e che, spesso nell’arco della giornata, deve essere cambiato. Non tutti lo sanno, molti lo sanno e fanno finta di nulla. Alcuni, invece, disprezzano proprio questo genere di pratiche, per altro naturali e scontate.
Mi è capitato di entrare in un negozio di abbigliamento con le mie due figlie. Anna (quasi 5 anni) era curiosa, toccava gli abiti per sentire i tessuti. L’ho ripresa, perchè in ogni caso è sempre buona educazione non toccare. Con mia somma sorpresa, però, l’ha sgridata con più vigore la negoziante “non toccare!”. Ecco, so che in quel negozio non ci entrerò più, anche se mi piaceva la merce che vendeva.
Se un negoziante non ha paura che un quattrenne sfiori la merce esposta, certo senza distruggerla, allora può fornirsi del bollino Babyfriendly e mettere in mostra la propria apertura verso le famiglie con figli piccoli e bisognosi di attenzioni.
Potete farvi un giro sul sito per apprezzare la quantità, per altro sempre crescente, di locali ed esercizi che si affiliano a questo progetto e a questa filosofia. Un vero piacere!
L’aspetto che più vorrei sottolineare, però, è ancora un altro.
Dal momento che sono una patita di cinema, appena è uscita la notizia, mi sono emozionata. Filmissima, la rassegna di cinema indipendente, si è tenuta qui a Torino verso la fine di novembre. Si è trattata di una vera e propria rassegna cinematografica, con tutti annessi e connessi. Solo che offriva molto più di tutte le altre rassegne: ci potevano andare madri e padri, sì, ma anche i figli. E non dai 5, 6, 10 anni in su. Anche quelli in fasce, anche quelli che piangono o devono essere allattati e cambiati.
Certo, perchè Babyfriendly è anche a Filmissima. Perchè? Perchè finalmente ci si è resi conto che i genitori sono un target. Sono persone che vogliono svolgere attività, come tutti gli altri cittadini. Solo che se hanno figli molto piccoli e magari nè nonni nè tate a disposizione, è difficile che riescano a godersi un film al cinema.
Voilà, detto e fatto. Filmissima e Babyfriendly insieme hanno aperto un cammino tutto nuovo e rivoluzionario. Sale che accolgono bimbi piccoli piccoli, luci soffuse, così, tanto per capire se i bimbi dormono o se stanno ben attaccati al seno, fasciatoi a disposizione e, non meno importante, un livello del volume umano, per evitare la sordità.
Mi sono appassionata a questo progetto, vi consiglio vivamente di scoprire tutto di Babyfriendly e anche di Filmissima, non si sa mai, il futuro potrebbe riservarci altre fantastiche sorprese!