Vinolento

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Vinolento

Vinolento

Via Corte d’Appello, 13, Torino

Tel. 011 1950 8801

Orari: aperti dal martedì alla domenica con orario continuato da pranzo a tarda sera

VOTO FINALE: 7

 

ATMOSFERA [VOTO: 7]

Finalmente una bella novità nel quadrilatero romano, dove le proposte non mancano, ma la qualità spesso latita. Al Vinolento – già il nome predispone a serate alcoliche di gran relax – tutto sa di nuovo e pulito (l’apertura risale a dicembre 2014). Pareti chiare, soffitti a volta, arredi minimal (fin troppo), tavoli e scaffalature in legno e metallo, bella musica in sottofondo. Il risultato è piacevole anche se un tantino freddo. Basterebbe ridipingere le pareti con tonalità più avvolgenti e coprire la ceramica con un parquet. Aperti di domenica sera, evviva!

CUCINA [VOTO: 7 ½ ]

Per essere un locale che si propone come cantina con cucina, lo chef fa la sua bella figura. Il menu offre poche portate, ma si apprezza la ricerca dell’ingrediente insolito, dell’accostamento inaspettato. Tra gli antipasti, per esempio, lo squisito sformato di fromage Bleu al Porto con composta di cipolle rosse, la sfiziosa insalata di aringa con finocchio e arancia, il ghiotto tomino al cartoccio con miele e frutta secca, il timballo di melanzane e cuore di grano, l’insalatina con tarassaco, valerianella, mele e caprino. Anche i primi tentano nuove strade: crema di crescione con uovo poché, tagliatelle cozze e mandorle al curry, ravioli ai carciofi impreziositi da carciofi impanati e croccanti (ottimi!). Più conservativi i secondi: stracotto di vitello, spiedino alla messinese, pollo croccante al sesamo e miele, baccalà mantecato su polenta. Sui dolci, invece, occorre lavorare: il crumble alle fragole ne esce senza lode e senza infamia, lo strudel di mele con zabaione è in porzione troppo mignon per poter essere apprezzato, la marquise al caffè è fresca e piacevole ma par di mangiare una granita. Simpatici e golosi gli appetizers in stile tapas (pane burro e acciuga, tomini rucola e pistacchio, pinzimonio, spiedini salsiccia e rape). Il top è la caponatina. La cantina offre quasi 300 etichette diverse. Particolare attenzione ai piccoli produttori, ai vini naturali, da viticoltura biologica e pratiche biodinamiche.

STAFF [VOTO: 6 ½ ]

A gestire il traffico, un ragazzo simpatico e appassionato, che si sofferma a conversare con i clienti e raccontare piatti e vini. Il servizio, acerbo e molto informale, ogni tanto rallenta o scivola sui dettagli.

PREZZI [VOTO: 7]

Carta onesta: antipasti 7,50 euro, primi 8,50, secondi 12, dolci 4,50. Appetizers tra i 2 e i 4 euro. Volendo, menu degustazione a 30 euro. A pranzo, anche primi in mezza porzione a 4,50 euro.

PIATTO FORTE

Le sarde alla beccafico meritano un inchino: impanatura croccante, perfetta dose di ingredienti, contorno azzeccato (chips di patate vitelotte, dall’inconfondibile colore violetto).

PIATTO DEBOLE

Il muffin salato è una nota stonata tra gli stuzzichevoli appetizers.

TOILETTE [VOTO: 8]

Pulita, ordinata, nuova di zecca.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Intervenire sulla parte debole del menu: i dessert.

Le Vitel Etonné – Vivande e Bevande

20150106_195440Le Vitel Etonné – Vivande e Bevande
Via San Francesco da Paola, 4 – Torino
Tel. 011 8124621
Orario: mar-sab 10.30-01.00 (di notte), dom 10.30-15.30
Chiuso domenica sera e lunedì tutto il giorno

VOTO FINALE: 7/8

ATMOSFERA [VOTO: 8]

A pochi metri dalla centralissima via Po, il Vitello (così lo chiamano gli habitués) è un ristorantino intimo e accogliente, arredato con gusto, dall’atmosfera informale e rilassante. Per l’estate, piccolo dehors su via San Francesco da Paola. Si consiglia la prenotazione.

CUCINA [VOTO: 7 1/2]

Menù con pochi piatti di ispirazione piemontese e qualche contaminazione proveniente dal mare. Si avverte la ricerca della materia prima di qualità nel rispetto del territorio e delle stagioni, la sapienza nella preparazione, l’attenzione al dettaglio. Non mancano i classici: carne cruda battuta al coltello, flan di topinambur, insalata di galletto e spinaci. Con il nome che portano, si giocano la reputazione con il vitello tonnato e vincono: la carne è tenera, rosa al punto giusto, e la salsa è di buon livello. I tajarin con i carciofi sono squisiti e cotti a puntino. Ottimi anche le tagliatelle con ragù di salsiccia di Bra e i plin al sugo d’arrosto. Gli gnocchi al gorgonzola, invece, guadagnerebbero punti se fossero un po’ più morbidi. Accanto ai secondi di carne (hamburger o tagliata di fassone, agnello al forno) fa bella figura il baccalà, molto delicato, servito con le coste. Dolci decisamente riusciti: su tutti, la tarte tatin, accompagnata da un bricco di panna liquida, e la crema di mascarpone con biscotto al cioccolato. Cantina ricca con centinaia di etichette: i clienti possono scendere a scegliere personalmente il vino da abbinare.

STAFF [VOTO: 8]

Il personale di sala è molto gentile e preparato, i tempi in cucina sono perfetti.

PREZZI [VOTO: 7]

La qualità potrebbe giustificarli, ma i prezzi risultano leggermente più alti rispetto a quelli di locali dello stesso calibro. Antipasti 10 euro, primi 12, secondi tra 14 e 16, dolci 5. Disponibile anche il menu degustazione a 35 euro con antipasto, primo, secondo, dolce, acqua e caffè.

PIATTO FORTE

Da leccarsi i baffi la crema al mascarpone con biscotto al cioccolato.

PIATTO DEBOLE

I tagliolini ai carciofi sono conditi egregiamente, ma con meno pepe potrebbero ambire alla perfezione.

TOILETTE [VOTO: 8]

Pulita, in ordine e profumata.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Risolvere un problema comune a tanti locali: d’inverno la temperatura in sala è bassa e cenare con il brividino di freddo non è gradevole.

Caffè dell’Orologio

orologio 1Caffè dell’Orologio
Via Morgari, 16/a
Tel. 011 1948 4555 – 345 0151839
Chiuso la domenica

 

VOTO FINALE: 6/7

 

ATMOSFERA [VOTO: 8]

C’era una volta il Caffè dell’Orologio e adesso chissà… Questo locale storico di San Salvario, che deve il nome all’orologio posto all’angolo tra via Morgari e via Belfiore, ha cambiato anima più volte. Riaperto a settembre 2014 dopo una lunga chiusura, ancora una volta fatica a trovare un’identità. Locale da aperitivo? Vineria? Osteria? Ritrovo per tirar tardi con gli amici ascoltando musica dal vivo? Ciò detto, le sale sono arredate con gusto e l’atmosfera è riscaldata da un camino autentico e da tutte le sfumature del bordeaux e dell’ocra. Completano l’opera il soffitto a volta con mattoni a vista, il pavimento in legno, le nicchie colme di vini, e ancora specchi, botti, candele. In più, un bel dehors per le serate estive. Peccato per i brutti ceffi che bivaccano nel giardino di fronte (ma San Salvario è così, prendere o lasciare).

CUCINA [VOTO: 6 ½ ]

Tutto lascia pensare che la priorità, qui al Caffè, non sia la cucina ma l’intrattenimento. Quindi è bene non aspettarsi proposte da Guida Michelin né il classico menu con antipasti, primi e secondi, ma piuttosto piatti sfiziosi da spiluccare tra una pinta di birra e l’altra. La cena inizia con un buon gnocco fritto offerto dalla casa e prosegue con un misto piemontese di tutto rispetto, anche se il vitello tonnato è banale, da pranzo di nozze. Proseguiamo con gli agnolotti al pomodoro, senza lode e senza infamia. La tempura di verdure convince, la carne impanata delude. Non mancano altre piccole o grandi tentazioni (cipolle ripiene, gateau di patate, ratatouille di verdure, insalatone, taglieri regionali, tagliata di vitello, polpette di melanzane, frittelle di baccalà…). La prova del tiramisù è vinta a metà: la crema è valida ma i biscotti sono annegati nel caffè. Inevitabile il confronto con il tiramisù della precedente gestione, servito in barattolo di vetro: all’epoca, uno dei migliori della città. Buona selezione di vini e di birre artigianali.

STAFF [VOTO: 6]

Il titolare è simpatico e caloroso nell’accoglienza. Le ragazze dello staff sono gentili ma un po’ troppo informali. Nel complesso, la macchina organizzativa va ancora oliata.

PREZZI [VOTO: 6]

Per saziarvi mettete in conto almeno 25 euro, esclusi vino o birra. Limitandosi a un tagliere o ad un’insalata si scende a 10-15 euro.

PIATTO FORTE

Con i fritti ci sanno fare, si può osare (colesterolo permettendo).

PIATTO DEBOLE

L’orecchia di elefante (o milanese) è abbondante ma troppo asciutta e insipida.

TOILETTE [VOTO: 6]

Il bagno, molto essenziale, non è opportunamente indicato ed è privo di chiusura.

CONSIGLIO NON RICHIESTO
Le potenzialità ci sarebbero, se solo si credesse di più nella cucina e si studiasse un menu con una personalità univoca.

Enoteca Parlapà

Enoteca Parlapà
Corso Principe Eugenio 17, Torino
Tel. 011 436 5899
Chiuso la domenica


VOTO FINALE: 6 ½



ATMOSFERA [VOTO: 8]

A un isolato da piazza Statuto, il Parlapà (in piemontese: ma non mi dire!) è luminoso, caldo, accogliente, con tanti tavoli e sedie multicolori. Bella esposizione di vini alle pareti e in vetrina. E una chicca nel seminterrato: una vera cantina a vista con temperatura controllata.

CUCINA [VOTO: 7]

Astemi e vegani stiano alla larga. Al Parlapà si va per il vino e per la carne. Punto e basta. Tutto il resto è puro contorno. La cucina è di impronta piemontese, la presentazione curata, la ricerca di ingredienti di qualità si avverte in ogni piatto, anche se la preparazione non sempre è all’altezza e le porzioni sono poco generose. Tra gli antipasti spiccano le bistecchine in carpione, davvero ottime, accanto a classici come i peperoni con bagna caoda, l’insalata russa, gli sformatini di verdure, le acciughe al verde, la salsiccia fresca. I tentativi di originalità nei primi talvolta deludono: gli gnocchetti di ricotta gorgonzola e salsiccia sono troppo salati, nelle fettuccine il guanciale copre totalmente il gusto dei fiori di zucchine. I secondi sono un trionfo di macelleria: battuta al coltello, roastbeef, grissinopoli di vitello o di coniglio, tagliata, costata di fassone, arrosto di vitello all’Arneis. Discorso a parte merita il vitello tonnato, preparato alla vecchia maniera (senza maionese): apprezzabile la scelta, ma la salsa risulta allappante. Tra i dolci si segnala un delizioso zabaione freddo. Inutile dire che il pezzo forte è la carta dei vini, completa e vasta (ha più pagine del Decamerone). Notevole anche la scelta di distillati.

STAFF [VOTO: 6]

Cordialità forzata, un filo di supponenza, preparazione sui vini, qualche lentezza di troppo nel servizio.

PREZZI [VOTO: 5]

Prezzi medio-alti. Con un buon vino, si arriva in fretta a 45 euro a testa. Per saziare occhi e palato si consiglia il misto (15 euro) o il tris di antipasti (12 euro). Antipasti singoli a 8 euro, primi tra i 10 e i 12 euro, secondi tra i 10 e i 20, costata di fassone a parte (30 euro). Dolci a 5 euro.

PIATTO FORTE

Il misto di antipasti, delizia per occhi e palato.

PIATTO DEBOLE

La tarte tatin ha un bell’aspetto ma le mele non sono caramellate a sufficienza.

TOILETTE [VOTO: 7]

Pulita e in ordine.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Riordinare il menu: le portate e i relativi prezzi risultano poco chiari.

Rosso Piccante

Rosso Piccante

Via Galliari 24/b
Tel. 011 6599323
Aperto tutti i giorni dalle 7.30 alle 24

 
VOTO FINALE: 6 ½
ATMOSFERA [VOTO: 7]

A metà tra l’osteria e la bottega di prodotti tipici del Sud, Rosso Piccante è un locale minuscolo, accogliente, informale, che si contende i clienti con i vicinissimi Parin e Coco’s (solo due metri più in là). Pochi tavoli, arredo rustico, scaffali stracolmi di ogni meraviglia della cucina sicula, lucana, pugliese, campana, ma soprattutto calabrese. Musica nazionalpopolare in sottofondo e possibili esibizioni di pizzica e karaoke da parte di comitive alticce. Astenersi coppie in cerca di privacy.

CUCINA [VOTO: 6]

Cucina casereccia dai risultati altalenanti. Gli antipasti sono buoni e abbondanti, anche se non richiedono grandi capacità culinarie: salumi sublimi (su tutti, la soppressata), verdure sott’olio, olive piccanti, bruschette, formaggi stagionati e freschi (ottima la stracciatella). Alcuni primi sono soddisfacenti (i paccheri alla salsiccia), altri decisamente trascurabili (linguine alle sarde, vedi alla voce Piatto Debole). Tra i secondi eccellono le costatine di agnello. Con i dolci va molto meglio: ottimi il gelato di Pizzo Calabro e gli iperglicemici torroncini serviti con crema di pistacchi.

STAFF [VOTO: 6]

Il locale è gestito da un’affabile famiglia che si dà un gran da fare, anche se con modi poco ortodossi. Un briciolo di professionalità in più non guasterebbe.

PREZZI [VOTO: 7]

Restando sotto i 20 euro si portano in pancia un misto di antipasti, un piatto principale (primo o secondo), un dolce, acqua e vino.

PIATTO FORTE

L’antipasto misto di prelibatezze meridionali soddisfa occhi e palato.

PIATTO DEBOLE

Linguine alle sarde insipide, slegate e servite ormai fredde. Ma, soprattutto, dov’erano le sarde?

TOILETTE [VOTO: 6]

Dignitosa.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

La pasta di Gragnano in un locale di impronta dichiaratamente calabrese? Provare i Fileja? O la pasta Gattuso? O il marchio Spighe Dorate