Casa Broglia – Posto di ristoro

broglia40823_221759bisCasa Broglia – Posto di ristoro
Via Torquato Tasso, 13/c (Piazza IV Marzo), Torino
Tel. 011 436 5562
Aperto 7 giorni su 7 dalle 8 a dopo mezzanotte

VOTO FINALE: 6 ½

ATMOSFERA [VOTO: 8]

Questa coraggiosa novità della ristorazione torinese ha due fortune: il dehors su una delle più belle piazze di Torino e un dirimpettaio come la Piola Cianci, che attira una quantità inverosimile di affamati per la gioia (anche) della concorrenza, pronta a raccogliere gli avventori rimbalzati. Casa Broglia è meno rumorosa dei celebri vicini, ha un’atmosfera più rilassata e personale più educato e sorridente. Dentro, il locale è piccolo ed accogliente. Il menu in doppia lingua italiano/inglese è una nota di merito, ma andrebbe integrato da un corso accelerato allo staff (le conversazioni con i clienti stranieri non sono neanche a livello di “the cat is on the table”).

CUCINA [VOTO: 6]

Cucina tradizionale, menu con pochi piatti e risultati senza lode e senza infamia. Un posto adatto ad uno spuntino e due chiacchiere più che ad una vera e propria esperienza culinaria: per questo non mancano taglieri di salumi e formaggi e piatti di culatello di Parma. Gli antipasti spaziano dal vitello tonnato (carne cotta al punto giusto, ottima la salsa) al deludente strudel di verdure in crosta, fino al più suggestivo sushi alla piemontese con crema di tomini e salsa verde. Tra i primi proposti scegliamo i cavatelli al sugo di pomodoro, melanzane, finocchi e scaglie di cacioricotta, che risultano asciutti e un po’ troppo salati. Secondi di sostanza: tagliata di vitello, galletto in crosta di sale e un’invitante parmigiana di melanzane servita con una mozzarella di bufala al centro. Dolci classici come il bonet e il tiramisù (buona la crema ma i biscotti sono troppo secchi). Ampia carta dei vini, gradevole quello sfuso. Da provare le birre. Applausi per i grissini.

STAFF [VOTO: 6]

Il personale è molto gentile ma il servizio è ancora acerbo. Le portate vengono servite con una velocità che non consente tregua. Grande tatto e abilità nel gestire l’irruzione di disturbatori nel dehors.

PREZZI [VOTO: 6]

Per scippare qualche cliente in più a Cianci dovrebbero adeguarsi al loro menu super popolare. Gli antipasti a 5 euro ci possono stare, ma il prezzo dei primi e dei secondi va tarato al ribasso. Dolci onesti a 4 euro.

PIATTO FORTE

Senza dubbio il vitello tonnato, migliore di quello di Cianci.

PIATTO DEBOLE

Lo strudel di verdure in crosta altri non è che una sfoglia ripiena di cous cous e verdure, insipida e molto, molto asciutta.

TOILETTE [VOTO: 6]

Bagno sufficientemente pulito ma disordinato.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Calibrare meglio i tempi in cucina e in sala. Mentre stai ancora masticando l’antipasto arriva il primo, mentre stai facendo la scarpetta con il sugo già ti chiedono se vuoi il dessert. Relax!

Contesto Alimentare

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Via Accademia Albertina, 21 – Torino
Tel. 011 817 8698
Orario: 12-14, 19-23

VOTO FINALE: 6/7

ATMOSFERA [VOTO: 7]

Contemporaneo, minimalista negli arredi e nei decori (tavoli mignon, pareti chiare e spoglie, qualche lampadina appesa all’altissimo soffitto, un paio di mensole), il Contesto sulle prime genera distacco, ma è talmente piccolo che in un attimo si riempie di umanità e calore.

CUCINA [VOTO: 6 ½ ]

Una trattoria urbana, come amano definirsi, con grandi ambizioni. La cucina mescola tradizione piemontese ed esperienze esotiche. Dalla sperimentazione e dall’accurata ricerca delle materie prime nascono ricette insolite (fin dalle descrizioni sul menu). Non sempre, però, le contaminazioni culturali e gastronomiche si tramutano in piatti riusciti. Alcuni sono perfetti (gli gnocchi di patate di montagna con salsiccia e zafferano, il kebab di pollo e agnello), altri passano inosservati (il peperone con trota e salsa di acciughe, la crema di zucca con crostini aromatizzati), altri ancora sono da calibrare (la tagliata di fassone è insipida, i tajarin al ragù delle tre carni sono invece troppo saporiti). In generale, le porzioni sono tirchie. Sfiziosi gli aperitivi: un calice di kir, di prosecco o di barbera chinata accompagnati da assaggi della cucina, da baccalà scottato o da formaggio caprino cotto al cartoccio. Piacevoli senza essere esaltanti i dolci, come la crostatina con crema allo yogurt e frutta o la pasta frolla con crema di ricotta e cioccolato. La lavanda convince in abbinamento alla panna cotta, mentre delude nel sorbetto. La carta dei vini appare ricca, ma nella serata in cui abbiamo visitato il Contesto la cantina era piuttosto sguarnita.

STAFF [VOTO: 8]

Personale giovane, molto cortese e disponibile. Spesso la chef serve personalmente i suoi piatti decantandone con passione (e con un sorriso dolcissimo) gli ingredienti e la preparazione.

PREZZI [VOTO: 6]

È vero, le materie prime di qualità si pagano, ma un antipasto a 14 euro è decisamente troppo per una trattoria. I primi si assestano tra gli 8 ei 12 euro, i secondi tra i 14 e i 16, i dolci attorno ai 5/6 euro. Disponibili menù degustazione a 23 o 33 euro.

PIATTO FORTE

La coscia di fassone battuta al coltello è tenera, ben condita e accompagnata da una focaccia molto golosa.

PIATTO DEBOLE

L’impanatura con le nocciole è un’idea succulenta sulla carta, il risultato lo è molto meno: la tagliata rimane troppo secca.

TOILETTE [VOTO: 7]

Pulito, in ordine.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Se proprio non è possibile ridurre i prezzi, aumentare una “frisa” le porzioni. E attenzione al sale!

Taverna Greca

grecaTaverna Greca
Via Monginevro, 29 – Torino
Tel. 011 337334

 

VOTO FINALE: 6/7

ATMOSFERA [VOTO: 6]

Siete appena tornati dalla Grecia e la nostalgia canaglia non vi abbandona? Questo è il posto che fa per voi. Certo, l’atmosfera è lontana anni luce da quella delle taverne greche in riva al mare. Il locale è anonimo, rumoroso e sempre affollato (meglio prenotare), e l’unico richiamo a Hellas sono le foto di Santorini appese alle pareti. Fra le stranezze, una testa di cervo tra le suppellettili, la TV accesa su un programma qualunque, un enorme e orribile contatore elettrico a vista. Piccolo dehors su via Monginevro.

CUCINA [VOTO: 7]

Premessa: alla taverna greca impera l’aglio, quindi si astengano gli allergici al bulbo e i romantici in vena di limonata post-cena. I sapori della Grecia ci sono tutti ed i piatti tipici anche: insalata di melanzane, polpette al formaggio o con zucchine aromatizzate alla menta, olive, feta grigliata, l’immancabile gyros (spiedino di carne di maiale servito con la pita), gli spiedini di pollo, le costolette di agnello. E tsatsiki a volontà. Le porzioni sono enormi, ma lasciate spazio per la coppa di yogurt con le amarene o con miele e noci. Il vino greco sfuso non è il massimo.

STAFF [VOTO: 7]

Il servizio è molto informale ma le ragazze ai tavoli sono gentili, sorridenti ed efficienti.

PREZZI [VOTO: 7]

Prezzi da svalutation greca: con misto di antipasti, un abbondante piatto principale, un dessert e vino sfuso, 23 euro a testa.

PIATTO FORTE

La feta grigliata al peperoncino può ambire all’Olimpo.

PIATTO DEBOLE

Le polpette di formaggio hanno poca personalità e risultano asciutte.

TOILETTE [VOTO: 7]

Bagno profumatissimo e discretamente pulito. Occhio ai gradini!

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Un intervento al locale per renderlo più caldo e intimo.

SeaFood Bar

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Via Principe Amedeo 14b – Torino
Tel. 011 2071561 – 320 0162348
E-mail [email protected]
Chiuso il lunedì sera

 

 VOTO FINALE: 6 ½

 

ATMOSFERA [VOTO: 8]

Diciamolo subito: i franchising del cibo suscitano diffidenza a priori, ma l’idea del fast food del pesce è simpatica. Il SeaFood Bar è un format già sperimentato che ora fa il suo esordio a Torino sul lato sonnacchioso di piazza Carlo Alberto. Un posto informale in cui gustare in ogni momento il salmone e le altre raffinatezze del FoodLab fondato da Gianpaolo Ghilardotti. Le sale sono arredate con gusto, secondo le ormai abusate mode del momento: cassette della frutta appese al soffitto, grandi lavagne, pareti bianche, banconi con sgabelli rossi e legno a profusione. Nota di merito per l’angolo gastronomia con il pesce take-away, il piccolo dehors con vista sulla piazza e il servizio consegna negli uffici.

CUCINA [VOTO: 7]

È scritto anche sui muri del locale: solo pesce lavorato fresco, affumicature naturali con legno di faggio italiano, salagione eseguita a mano. Il pesce viene proposto in tre versioni: affumicato, non affumicato e cotto a vapore. Specializzati in salmone (norvegese, scozzese, Sockeye, Red King), propongono anche tonno, pesce spada, gamberi, mazzancolle. Tra i cotti a vapore, filetti di branzino, orata o salmone. Da provare i fishburger di salmone (sfizioso quello con erba cipollina), pesce spada o tonno. Tutti i piatti prevedono un abbinamento compreso nel prezzo (dalla spuma di robiola alla burrata pugliese, dalla misticanza di insalate e pomodori al flan di ricotta, dal sautè di patate all’insalata di fagioli cannellini). Chi ama la pasta con il pesce può buttarsi su linguine al salmone affumicato, paccheri con mazzancolle e gamberi, ravioli ricotta e spinaci al ragù di branzino. Dolci tradizionali: tiramisù, panna cotta, sorbetto al limone, soufflé di cioccolato, mascarpone ai frutti di bosco. Vini rigorosamente bianchi, con bolle o senza. Un delitto, però, il prosecco servito tiepido!

STAFF [VOTO: 5]

Il personale sarebbe da rimandare a settembre. È in evidente difficoltà, non ha i tempi, manca di organizzazione. Il risultato è un servizio molto lento e approssimativo, che fa passare in secondo piano l’atteggiamento cortese.

PREZZI [VOTO: 6]

Un pasto veloce con fishburger e un calice di prosecco resta sotto i 10 euro, ma non placa l’appetito. I primi oscillano tra i 7 e i 10 euro, gli affumicati tra i 6 e i 16, i non affumicati tra gli 8 e gli 11, i cotti a vapore tra i 7 e gli 11. Onesti i prezzi di dolci e vini al bicchiere.

PIATTO FORTE

Lodevole il fishburger preparato con filetto di salmone ed erba cipollina.

PIATTO DEBOLE

Il tonno andrebbe tolto prima dal fuoco per evitare l’effetto stoppa.

TOILETTE [VOTO: 7]

Appena rimessa a nuovo, semplice, pulita.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Il personale non può rimanere a bocca aperta di fronte a domande basilari sui vini in menu. Urgono ripetizioni.

Banco-Vini e Alimenti

IMG_20140628_204827BANCO-VINI E ALIMENTI

Via dei Mercanti 13/f, Torino
Tel. 011 7640239
Orari: Lun – Ven: 12.30 – 0.30. Sab: 16.00 – 0.30
VOTO FINALE: 6/7
ATMOSFERA [VOTO: 8]

La nuova enoteca/gastronomia/drogheria in pieno centro tenta la via della “piemontesizzazione” delle tapas (qui “ciapas”), seguendo esempi vincenti come il MacBun, che ha trasformato gli hamburger in specialità locali. Fratellino minore del celebrato Consorzio di via Monte di Pietà, il Banco sposa tutti i trend del momento: tanto legno, pareti rosse, grandi lavagne, scaffali colmi di bottiglie, bancone con sgabelli per pranzi al volo, tavoloni per pranzi di gruppo, strofinacci da cucina al posto dei tovaglioli. Il risultato è accogliente e informale. Molto piacevole anche il dehors estivo sulla tranquilla via dei Mercanti. Piatti anche da asporto.
CUCINA [VOTO: 6 ½ ]

I sapori ci sono, la creatività pure, ma la cucina del Banco resta un esperimento da affinare. I clienti ne escono disorientati, soprattutto per le scarsissime porzioni (in una sola serata, una coppia polemizza con la cameriera per le dimensioni mignon dei piatti e una comitiva esce dal locale chiedendosi a gran voce: “E adesso dove si va a mangiare?”). E’ inevitabile, se servi i tajarin in una ciotola da macedonia. O se fai pagare 9 euro una rivisitazione dell’uovo alla coque (ampollosamente descritto come “uovo croccante su spinaci con fonduta di cheddar e pancetta”): delizioso ma poco più che un boccone. Ciò detto, la selezione di ciapas è intrigante e insolita (battuta di fassone con aletta impanata cruda, insalata con roast-beef, stichelton e vinaigrette di nocciole, cervella al limone su agretto ed emulsione di senape, agnolotti di formaggio primo amore con sanguinaccio e piselli…). Gli amanti dei fritti possono provare le alici impanate, le crocchette di pollo e prosciutto crudo e addirittura i piedini di maiale. Più convenienti e abbondanti gli sfizi da gastronomia: l’insalata russa è ghiotta e croccante, il misto carpione con carne, zucchine e uovo è sublime, il polpo con patate è squisito anche se un po’ salato. Interessanti le polpette di carne al nero di seppia e i cannelloni di vitello e maiale con crema al parmigiano. Per i meno schizzinosi, il piccione allo spiedo. Tra i dolci si segnalano la panna cotta con riduzione di barbaresco, la meringa di fragole o lamponi con crema chantilly al barbaresco e le bombette fritte con crema, zabaione o cioccolato. Ampia selezione di vini.

STAFF [VOTO: 6]

Al Banco devono ancora oliare la macchina organizzativa. Alle ore 21 uno dei piatti più allettanti del menu, la ricciola alla griglia, non è più disponibile. Il servizio è cortese ma lento.

PREZZI [VOTO: 6]

Tre assaggi da gastronomia, due “ciapas”, due calici di ruché e acqua: 47,50 euro. Prezzi da ristorante, non da stuzzicheria.

PIATTO FORTE

Il misto carpione mette tutti d’accordo.

PIATTO DEBOLE

Nei tagliolini al sugo d’arrosto e nocciole prevalgono il sapore del burro e il retrogusto amaro delle nocciole. Il sugo d’arrosto dov’è?

TOILETTE [VOTO: 7]

Toilette abbastanza in ordine (a parte la vaschetta rotta), pareti bianche e cassette di frutta a mo’ di complemento d’arredo.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Che sia di carta o di stoffa, una tovaglia per favore! Se non per l’igiene, almeno per evitare che i piatti scivolino via come anguille.

Osteria Civassa

Osteria Civassa
Via Castagnevizza 7, Torino
Tel. 011 3722941
Chiuso la domenica

 
VOTO FINALE: 7/8
ATMOSFERA [VOTO: 7]

Sorella minore (e più economica) del Ristò Civassa di via Martiniana, questa microscopica osteria a due passi dallo stadio Olimpico non è un posto per chi vuole tirarsela ma per chi vuole mangiare il pesce in città senza farsi spennare. L’atmosfera è familiare e un po’ anni Settanta per via di quelle pareti spatolate in color arancio smorto. Pochi tavoli attaccati uno all’altro (e pazienza per l’intimità violata), una ventina di coperti in tutto, tovaglie di carta, specchi, credenze, mensole. Viste le dimensioni e il successo, la prenotazione è d’obbligo.

CUCINA [VOTO: 8]

La semplicità che conquista con un menu di solo pesce. Porzioni abbondanti, piatti poco elaborati ma preparati con cura e materie prima di qualità. Sfiziosi gli antipasti, come il carpaccio di pesce crudo, le sarde gratinate alla siciliana o la finissima di polpo. Non mancano le ostriche, le cozze alla marinara e le capesante gratinate. Lussuriosi i primi: gli indimenticabili fusilloni freschi al ragù di pesce spada, gli spaghetti allo scoglio o con vongole veraci, i cavatelli alle sarde, il risotto con scampi, gamberi e porcini. Molto interessanti i secondi piatti: la classica zuppa di pesce, la grigliata mista, il gigantesco ma leggero fritto misto, gli involtini di spada e tonno alla mugnaia, la tenerissima tagliata di pesce spada o tonno, talvolta proposta in ottime varianti (con impanatura al sesamo o, ancora più ghiotta, in crosta di pistacchi), oltre agli immancabili branzini, orate e gamberoni. Attenti alle succulente proposte del giorno. Da non perdere i dolci, primi fra tutti il tiramisù e la magnifica coppa Piemonte con crema al mascarpone, savoiardi imbevuti nell’Amaretto e granella di nocciole.

STAFF [VOTO: 9]

Il titolare Elman trasmette calma e serenità, accoglie i clienti col sorriso ed un’educazione fuori dal comune. In sala sono tutti molto cordiali e attenti senza essere invadenti. Tempi d’attesa ridotti al minimo, talvolta al punto da non avere la possibilità di completare un paio di frasi prima che arrivi la nuova portata.

PREZZI [VOTO: 7]

Cenare a base di buon pesce senza superare i 30 euro non è impresa facile. L’onesta carta propone antipasti tra gli 8 e i 12 euro, primi tra gli 8 e i 14, secondi tra i 10 e i 18. Dolci low-cost a 4 euro.

PIATTO FORTE

I fusilli freschi con ragù di pesce spada sono da bis: perfetta la cottura della pasta, sublime il condimento.

PIATTO DEBOLE

Nella pasta con sarde, pinoli e finocchietto l’accostamento dei sapori è promettente, ma la realizzazione non convince.

TOILETTE [VOTO: 5]

Pulita ma scomoda, soprattutto d’inverno: occorre uscire dal locale, entrare nel portone accanto e raggiungerla nel cortile.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Qualche asterisco in meno nel menu (leggi: meno pesce decongelato).

Le Ramin-e

Le Ramin-e
Via Isonzo 64, Torino
Tel. 011 3804067
Orario: Lunedì – Sabato: 12:00-14:30, 19:30-22:00
Chiuso per riposo settimanale: sabato a mezzogiorno e domenica

 
VOTO FINALE: 7+
ATMOSFERA [VOTO: 7]

Piccola e accogliente osteria nel defilato Borgo San Paolo, con un bel bancone all’ingresso e dieci/dodici tavoli, mattoni a vista e paioli in rame alle pareti (le ramine, appunto) a scaldare l’atmosfera. Molto gettonato: meglio prenotare.

CUCINA [VOTO: 8 ½ ]

Il voto sarebbe 9, se le porzioni non fossero avare. Dopo 18 anni al Malan Locanda del Postale di San Germano Chisone, lo chef Steven delizia Torino con la sua cucina che sposa alla perfezione tradizione piemontese e creatività. Il menu, non molto ampio, cambia ogni quindici giorni proponendo prodotti stagionali e non è mai banale. Qualche esempio? Trota e zucchine in carpione, insalata di girasoli con quaglie, uova e polenta croccante, tortino di primule con fonduta di toma dolce della Val Chisone, gnocchi di patate e ortiche con asparagi, piselli e paglierina di Cercenasco, filetto di salmerino alle mandorle con duchessa di patate, rotolo di coniglio al caffè, faraona al marsala e verdure. E, udite udite amanti degli invertebrati, le lumache al burro ed erbe! Anche i dolci parlano piemunteis: dalla classica torta Zurigo di Pinerolo alla bavarese al genepi, dal tortino di mele piemontesi con crema al gratin di fragole e zabaglione al moscato. Ricco tagliere di formaggi con selezione di piccoli produttori locali.

STAFF [VOTO: 6]

Il vero punto debole delle Ramine è lo staff: lento nel servizio e poco incline al sorriso. Non si può dire che sia scortese, ma l’empatia con il cliente è un’altra cosa.

PREZZI [VOTO: 7]

A fronte della elevata qualità, i prezzi possono dirsi onesti. Il menu degustazione da 28 euro comprende in genere un paio di antipasti, un primo, un secondo e il dolce. Scegliendo dalla carta, antipasti a 9,50 euro, primi a 8,50, secondi a 13. Sopra la media i dolci (6 euro). Da provare il menu prandiale a 12 euro.

PIATTO FORTE

Lo zabaione freddo con i frutti di bosco è pura libidine.

PIATTO DEBOLE

Il contorno di funghi non è all’altezza della carne con cui sono serviti.

TOILETTE [VOTO: 5]

Tanto è gradevole la sala, quanto è squallido il bagno.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

La perfezione è a portata di mano: basterebbe aggiungere una buona dose di generosità nelle porzioni e nel calore umano.

Enoteca Parlapà

Enoteca Parlapà
Corso Principe Eugenio 17, Torino
Tel. 011 436 5899
Chiuso la domenica


VOTO FINALE: 6 ½



ATMOSFERA [VOTO: 8]

A un isolato da piazza Statuto, il Parlapà (in piemontese: ma non mi dire!) è luminoso, caldo, accogliente, con tanti tavoli e sedie multicolori. Bella esposizione di vini alle pareti e in vetrina. E una chicca nel seminterrato: una vera cantina a vista con temperatura controllata.

CUCINA [VOTO: 7]

Astemi e vegani stiano alla larga. Al Parlapà si va per il vino e per la carne. Punto e basta. Tutto il resto è puro contorno. La cucina è di impronta piemontese, la presentazione curata, la ricerca di ingredienti di qualità si avverte in ogni piatto, anche se la preparazione non sempre è all’altezza e le porzioni sono poco generose. Tra gli antipasti spiccano le bistecchine in carpione, davvero ottime, accanto a classici come i peperoni con bagna caoda, l’insalata russa, gli sformatini di verdure, le acciughe al verde, la salsiccia fresca. I tentativi di originalità nei primi talvolta deludono: gli gnocchetti di ricotta gorgonzola e salsiccia sono troppo salati, nelle fettuccine il guanciale copre totalmente il gusto dei fiori di zucchine. I secondi sono un trionfo di macelleria: battuta al coltello, roastbeef, grissinopoli di vitello o di coniglio, tagliata, costata di fassone, arrosto di vitello all’Arneis. Discorso a parte merita il vitello tonnato, preparato alla vecchia maniera (senza maionese): apprezzabile la scelta, ma la salsa risulta allappante. Tra i dolci si segnala un delizioso zabaione freddo. Inutile dire che il pezzo forte è la carta dei vini, completa e vasta (ha più pagine del Decamerone). Notevole anche la scelta di distillati.

STAFF [VOTO: 6]

Cordialità forzata, un filo di supponenza, preparazione sui vini, qualche lentezza di troppo nel servizio.

PREZZI [VOTO: 5]

Prezzi medio-alti. Con un buon vino, si arriva in fretta a 45 euro a testa. Per saziare occhi e palato si consiglia il misto (15 euro) o il tris di antipasti (12 euro). Antipasti singoli a 8 euro, primi tra i 10 e i 12 euro, secondi tra i 10 e i 20, costata di fassone a parte (30 euro). Dolci a 5 euro.

PIATTO FORTE

Il misto di antipasti, delizia per occhi e palato.

PIATTO DEBOLE

La tarte tatin ha un bell’aspetto ma le mele non sono caramellate a sufficienza.

TOILETTE [VOTO: 7]

Pulita e in ordine.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Riordinare il menu: le portate e i relativi prezzi risultano poco chiari.

Osteria del F.I.A.T.

Osteria del F.I.A.T.
Via Biglieri 2, Torino
Tel. 011 6962651


VOTO FINALE: 6/7


ATMOSFERA [VOTO: 7]

F.I.A.T. sta per Fate in Fretta a Tavola ma tutto, in questa graziosa Osteria nata ai bordi di periferia, rimanda all’omonima dirimpettaia che un tempo sfornava automobili. La 500 fa capolino ovunque: sulle tovaglie di carta, sulle pareti, nel menu (la specialità della casa si chiama così, non a caso). Contribuiscono all’allegro caos del locale una miriade di oggetti assemblati a caso: vecchi manifesti pubblicitari, souvenir di Torino 2006, macchine per cucire, telefoni, l’insegna Sali e Tabacchi. Simpatiche le T-shirt dell’Osteria e i biglietti da visita con lecca-lecca incorporato.

CUCINA [VOTO: 6]

Cucina dai sapori anni Ottanta per un pasto dignitoso, senza pretese, dalla qualità ballerina. Il menu propone esattamente quello che ti aspetti dalla classica osteria: salumi, formaggi, bruschette, insalate, primi e secondi veraci, dolci tradizionali. Immancabili la pasta al pomodoro, la pasta e fagioli, gli sfiziosi spaghetti ajo, ojo e peperoncino impreziositi da pangrattato e pomodoro fresco. In più, alcuni primi di pasta fresca (tagliatelle, gnocchi, agnolottini del plin, trofie, ravioli di magro). Anche tra i secondi poche sorprese (filetto o sottofiletto ai ferri, filetto ai funghi porcini, tagliata di vitello). A questi si aggiungono di volta in volta i piatti del giorno. Nella lista dei dessert tutti i classici: bonet, tiramisu (buono), sorbetti, gelati e affogati. Su tutti, la loro esclusiva: la torta 500.

STAFF [VOTO: 6 ½ ]

Staff gentile ed efficiente, servizio standard.

PREZZI [VOTO: 7]

Il menu completo a prezzo speciale (16 euro) comprende un primo, un secondo con contorno e un dessert. Scegliendo dalla carta, ce n’è per tutte le tasche: gli antipasti oscillano dai 3 agli 11 euro, i primi dai 4 ai 9 euro, i secondi dai 7 ai 20 euro. Dessert tra i 4 e i 5 euro.

PIATTO FORTE

Per gli amanti del cioccolato, imperdibile la torta 500, lontanissima parente della più famosa torta 900.

PIATTO DEBOLE

Le melanzane grigliate sono condite con una ghiotta salsa verde anti-vampiri, ma le fettine sono sottili al limite della trasparenza. Due le strade: fette più spesse o porzioni più generose.

TOILETTE [VOTO: 6]

Pulito, in ordine.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Abolire la panna dai primi piatti.

Le Putrelle

Le Putrelle
Via Valperga Caluso, 11 – Torino
Tel. 011 6599630
Chiuso la domenica


VOTO FINALE: 7+
ATMOSFERA [VOTO: 8]

Ai margini della movida di San Salvario, una trattoria intima, con luci basse, candele sui tavoli, tovaglie a quadretti, alle pareti grandi lavagne con il menu del giorno e immagini della Tour Eiffel in costruzione, una botte gigante all’ingresso, la credenza della nonna in un angolo. Ideale per una cena romantica o per una serata di confidenze tra amici. D’estate, piccolo dehors nel cortile. Armarsi di pazienza per il parcheggio.

CUCINA [VOTO: 7]

La cucina delle Putrelle convince. Nel menu, non troppo elaborato, prevalgono i piatti della tradizione piemontese, a cominciare dagli antipasti: tomini e acciughe al verde, tonno di coniglio grigio di Carmagnola, battuta di carne cruda, vitello tonnato alla maniera antica, flan di stagione con fonduta. Non manca qualche guizzo di fantasia, come l’appetitosa tarte tatin di patate e stracciatella, il lonzino marinato e la carne cruda in tre varianti: acciughe, nocciole, stracciatella. Tra i primi, da provare i tajarin al ragù di coniglio e verdure, così come gli anoli ripieni di borragine con erbette fini e polvere di guanciale. Anche i secondi sanno di Piemonte: tagliata di fassone, gran tonnato con misticanza, capocollo di maiale in salsa di senape e mele. Tra i dolci, nota di merito per il tiramisù servito in tazza e per la tarte tatin. Barbera sfuso di tutto rispetto, ottimo il laurello (amaro a base di alloro) offerto a fine pasto.

STAFF [VOTO: 7]

La qualità del servizio varia a seconda delle serate: a volte è attento e veloce, altre (soprattutto se il locale è pieno) diventa affannoso e lento, ma le ragazze che si alternano ai tavoli sono cortesi e sorridenti.

PREZZI [VOTO: 7]

Conto equilibrato. Con un antipasto, un primo, un dolce e vino sfuso si resta sotto i 25 euro. Il menu degustazione a 19,50 comprende tris di antipasti, primo e secondo del giorno (bevande escluse). I piatti misti, ottima soluzione per assaggiare il meglio degli antipasti, si aggirano attorno ai 10 euro. Il prezzo dei dolci (4 euro) è uno dei più onesti in zona San Salvario, dove locali più pretenziosi fanno pagare un banale tiramisù anche 6 o 7 euro.

PIATTO FORTE

L’insalata russa è fresca, croccante, con una maionese delicata e gustosa. Una delle migliori in città.

PIATTO DEBOLE

Per poter apprezzare un piatto sperimentale come la tarte tatin di patate la porzione dovrebbe essere più generosa.

TOILETTE [VOTO: 8]

Pulita, graziosa, un tuffo nel colore bordeaux.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Un piccolo sforzo organizzativo per evitare che, nonostante il locale semivuoto, alcuni dei piatti proposti nel menu del giorno non siano più disponibili già a inizio serata.