Le Tre Nuvole

Le Tre Nuvole

Via Passo Buole, 176 – Torino

Tel. 347 299 1381

Chiuso la domenica e il lunedì sera

 

VOTO FINALE: 6 1/2

 

ATMOSFERA [VOTO: 6]

Con quell’aria un po’ così, da piola di periferia, Le Tre Nuvole si presentano veraci e senza fronzoli. Qui l’estetica non conta, conta solo la sostanza. Un’unica sala con pochi coperti, arredi spartani, pareti spoglie, giusto qualche mensola e una lavagna. Ci pensano i gestori (mamma in cucina, papà e figlio ai tavoli) a riscaldare l’atmosfera. Ottimo per una rimpatriata con gli amici o per una cena con colleghi senza puzza sotto il naso.

CUCINA [VOTO: 6 1/2]

Cucina solidamente casalinga, materie prime fresche, porzioni da abbuffata. Le Tre Nuvole è un posto per palati semplici e stomaci capienti. Il giovedì è dedicato alle serate a tema (paella e sangria, bruschetta a volontà, tutto melanzane, tutto cozze, tutto alici, giro pasta, tutto carciofi, tutto funghi porcini…). Venerdì e sabato, invece, solo pesce. Ed è forse la soluzione migliore per apprezzarne la cucina. Accanto ai grandi classici (cozze alla marinara, l’ottimo e leggero fritto misto, l’abbondante grigliata con spada, gamberoni e orata), qualche piatto più sfizioso come le cappesante gratinate (buona l’impanatura!), i tortelloni all’aragosta con salsa ai carciofi (ottimi nonostante l’abbondanza di burro), i gamberi al brandy, la deliziosa insalata duchessa (patate, salmone, olive e cipolla di tropea). A sorpresa spuntano le conchiglie di gamberetti in salsa aurora, che nei ristoranti à la page non trovi più da decenni. Dessert trascurabili, vino bianco sfuso dignitoso.

STAFF [VOTO: 7]

Servizio veloce, staff dai modi spicci, simpatico, appassionato, loquace.

PREZZI [VOTO: 6/7]

30 euro per il menu di pesce (4 antipasti, 1 primo, 1 secondo, dolce, acqua, vino e caffè) sono un buon investimento. Alla carta si spende qualcosina di più.

PIATTO FORTE

All’unanimità, gli agnolotti con ripieno di aragosta.

PIATTO DEBOLE

I dessert meriterebbero maggiore impegno per uscire dalla banalità dello strudel, della coppa di fragole, della torta al limone.

TOILETTE [VOTO: 6]

Essenziale come tutto il resto.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Qualche guizzo gastronomico non guasterebbe, anche solo una portata o due che lascino davvero il segno.

Il Chiosco dello Zoo

Il Chiosco dello Zoo

Via Bava 30/G – Torino

Tel. 346 7470782

Chiuso la domenica

 

VOTO FINALE: 7/8

ATMOSFERA [VOTO: 7 ½ ]

In piena Vanchiglia, un luminoso ristorante di pesce da una trentina di coperti, tirato a lucido (altro che chiosco!) e arredato con sobrietà. Unici vezzi, un paio di biciclette in esposizione, una zona relax con sofà, grandi tubi d’aspirazione a vista. Il pavimento in porfido, di grande impatto, dà la sensazione di cenare all’aperto (e infatti raffredda un po’ l’atmosfera).  La bellissima cucina a vista consente di curiosare e carpire i trucchi del mestiere. Cosa c’entra tutto questo con lo Zoo? È una lunga storia, domandare allo Chef.

CUCINA [VOTO: 8]

Al Chiosco va in scena un vero e proprio “one man show”. In cucina Alberto fa tutto da solo con un autocontrollo invidiabile, riuscendo anche a trovare il tempo per dare il benvenuto, scambiare due parole, illustrare il menu degustazione del giorno, consigliare i vini. Il cliente, magari spiazzato dalla formula a sorpresa, non deve far altro che domare l’ansia e abbandonarsi alle cure dello Chef, ai sapori raffinati dei suoi piatti, alle sue presentazioni fantasiose. Si comincia con un paio di antipasti: che sia il polpo con nocciole e confettura di fichi oppure l’aguglia alla eoliana, o ancora il pesce spada tonnato o il polpo ubriaco con polenta, il risultato non cambia: promosso! Poi è la volta del primo: la spaghettata cacio, pepe e alici è pura gioia, i tonnarelli con bottarga e alici conquistano una forchettata dopo l’altra. Con il secondo – tonno scottato servito con insalatina o con composta di mele cotogne – lo Chef rischia di meno ma conferma le sue qualità. Scivolone sul dessert: i cannoli siciliani, unica proposta della serata, non sono di produzione propria.

STAFF [VOTO: 8]

Qualche lentezza nel servizio non è niente se si conta che ai fornelli c’è un solo uomo. La ragazza in sala sa affrontare la timidezza con il sorriso ed è gentile e premurosa.

PREZZI [VOTO: 7 ½ ]

Il menu con due contorni, primo e secondo vale tutti i suoi 25 euro. A questi vanno aggiunti i vini (in assenza di una carta, vengono elencate a voce due fasce di prezzi: 15/20 euro) e il dessert.

PIATTO FORTE

L’idea di “tonnare” il pesce spada vince facile.

PIATTO DEBOLE

Il tonno scottato fatica a trovare il giusto accompagnamento: l’insalata è eccessivamente salata, la composta di mele cotogne è quasi insapore.

TOILETTE [VOTO: 8]

Antibagno stiloso e bagno minimal. Ordine e pulizia ovunque.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Non uno ma due: applicarsi di più sui dolci e attrezzarsi per il pagamento con carta e bancomat.

L’Hoste Matto Trattoria

L’Hoste Matto Trattoria
Via Giuseppe Giacosa, 10, Torino
Telefono: 011/2072725
Chiuso sabato a pranzo e domenica

VOTO FINALE: 7,5

 

ATMOSFERA [VOTO: 8]

Nella parte di San Salvario non ancora assediata dalla movida sorge da pochi mesi una crisalide destinata a diventare farfalla. I titolari Elena e Giorgio hanno rilevato, mantenendo lo stesso nome, una trattoria che proponeva cucina della tradizione romana. Gli arredi moderni e i decori, giocati sui toni del beige, del castagno e dell’arancio, regalano un’atmosfera intima ed elegante. Completano il delizioso quadretto il parquet scuro a listoni, gli enormi murales floreali, una bici rossa in vetrina, le stelline luminose sul soffitto, il banchetto delle torte.

CUCINA [VOTO: 7]

Allo Chef dell’Hoste Matto spetta il delicato compito di far dimenticare la cucina della precedente gestione, tutt’altro che stellata. Là dove si sfornavano supplì, bucatini alla carbonara e code alla vaccinara, ora si creano piatti di chiara ispirazione piemontese con qualche ammiccamento alle regioni di mare. Esempi? Acciughe verdi allo zenzero con tomini misti e peperoni in bagna caoda, cipolla al forno ripiena, insalata di polipo e patate, tagliolini ai funghi porcini con sfoglie di pancetta, tagliata di fassone. A parte qualche dettaglio da mettere a punto qua e là, i risultati meritano una promozione a pieni voti. Eccellenti la lingua al verde con insalata russa e il flan di zucca con fonduta di raschera e amaretti, superlativi gli agnolotti burro e salvia, convincenti le sarde ripiene servite con la misticanza così come il corallo nero (variante dei fusilli) con seppioline, il polipo alla piastra con cavolo verza marinato, il merluzzo fritto servito con le patate ed una delicata (addirittura troppo) crema di limone. Ricco e ben mantecato il risotto con radicchio gorgonzola e noci, che andrebbe solo tenuto un po’ più al dente. Con i dessert si va sul classico: torta di mele, bonet, crème caramel, tarte tatin. Altre note di merito: le porzioni generose, gli ingredienti freschi, il menu variabile in base alla spesa del giorno.

STAFF [VOTO: 8]

Personale garbato e premuroso, con una propensione al sorriso che fa perdonare qualche lentezza nel servizio.

PREZZI [VOTO: 7]

Prezzi adeguati alla qualità: antipasti 7/10 euro, primi 7/9, secondi 11/18.

PIATTO FORTE

La lingua al verde, in accoppiata vincente con l’insalata russa della casa, è così ben cucinata da conquistare anche gli schizzinosi.

PIATTO DEBOLE

Il vitello tonnato si presenta con una carne cotta alla perfezione ma con una salsa troppo poco tonnata e qualche decorazione di troppo (no all’insalatina e al bagnetto verde sul bordo del piatto).

TOILETTE [VOTO: 8]

Nuova, pulita, stilosa, perfettamente in linea con il locale.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Peccato aver mantenuto il nome Hoste Matto ereditando, su Tripadvisor, le critiche negative della precedente gestione, che finiscono per fare media. Perché non provare a contattare il colosso delle recensioni per chiedere di lasciare on line solo i commenti sulla nuova conduzione?

Ristorante Al Campidoglio

campidoglioRistorante Al Campidoglio
Via Rocciamelone, 17 – Torino
Tel. 011.69.81.973
Chiuso sabato a pranzo e lunedì sera

VOTO FINALE: 6/7

ATMOSFERA [VOTO: 6]
Nel delizioso e pacifico Borgo Campidoglio, il ristorante omonimo passa quasi inosservato, tanto è discreto nel proporsi. Anche all’interno l’atmosfera è piuttosto anonima: arredi essenziali e datati (a parte qualche bella immagine di Torino), pareti giallognole, pavimento in cotto. L’assenza di personalità lo rende simile a tanti altri, e quindi facilmente dimenticabile. Si consiglia passeggiata post-prandiale per i viottoli del quartiere per godere del Museo d’Arte Urbana, insediamento artistico permanente all’aperto.

CUCINA [VOTO: 7]
La cucina è di quelle che, se affinate, possono dare belle soddisfazioni. Pochi fronzoli, sapori schietti, porzioni giuste. Il menu passa con disinvoltura dalla terra al mare: tagliata di fassone e spiedino di gamberi, scottadito d’agnello e merluzzo al pistacchio, cavatelli con verdure e orecchiette con le vongole. Alcuni piatti passano felicemente l’esame (le penne al salmone, l’insalata tiepida di polipo, i cestinetti di parmigiano con carciofi e pistacchi, i ravioli di baccalà con vellutata di zucchine e broccoli), altri richiedono un ripasso (le penne con peperoni e pancetta sono ben emulsionate ma non lasciano il segno; la scottata di tonno andrebbe tolta dalla piastra molto prima, la sovracoscia di pollo al forno è troppo asciutta). I dolci sono tutti promossi al primo scrutinio: a primeggiare, il tiramisù con amaretti di Mombaruzzo e la delicata sfoglia con chantilly e crema di marroni.

STAFF [VOTO: 6 ½ ]
Lo staff è molto cortese e, soprattutto a pranzo, corre tanto (forse troppo), cadendo vittima di distrazioni che si potrebbero facilmente evitare. Un esempio? Esaurite le patate, in cucina decidono di cambiarci il contorno senza avvisarci e ci rifilano i fagiolini. E se non ci piacessero?

PREZZI [VOTO: 7]
La formula del pranzo a 7 euro con primo, secondo e contorno è quasi imbattibile. La sera, menu degustazione terra a 22 euro, mare a 25. Alla carta, antipasti 8/11 euro, primi 7/10, secondi 9/13, dolci 4/5.

PIATTO FORTE

La rilettura del tiramisù in versione amaretti strappa la lode.

PIATTO DEBOLE

Se il pangasio in Italia non gode di buona fama, ci sarà un motivo. Perché proporlo?

TOILETTE [VOTO: 6]

Anonima ma pulita e in ordine, come il resto del locale.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Le cene con coupon (Glamoo ecc) fanno subito “cheap”. Evitare.

Lo Stonnato

stonnatoLo Stonnato
Via Baretti, 10 – Torino
Tel. 011 263 1440
Aperto tutti i giorni

VOTO FINALE: 6/7

 

ATMOSFERA [VOTO: 8]

Un locale come Lo Stonnato non sfigurerebbe a Brooklyn o nel Meatpacking District di Manhattan. Toni delicati, arredi minimalisti, sapore vintage. Una bellissima cucina a vista accoglie subito all’ingresso, di fronte al banco reception. Una sala principale con le piastrelline bianche da pescheria, grandi specchi e luci basse, regala un’atmosfera intima e rarefatta. Una scenografica sala conviviale lunga e stretta, con scaffali che espongono solo sacchetti di carta da pane, predispone ad allegre cene con gli amici. Un piccolo dehors invita a lunghe notti estive di alcol e leggerezza.

CUCINA [VOTO: 6]

Lo Stonnato nasce con l’intento di riprendere le tradizioni ittiche italiane. Si va dall’impepata di cozze alle fritture di alici e calamari, dalla pasta con le sarde agli gnocchi con ragù di tonno e caciocavallo, dalle polpette di gamberi alla piovra scottata, dai carpacci di spada e salmone alla tagliata di tonno. Poi, però, gli Stonnati cercano di acchiappare anche il pubblico dei “gggiovani” che pascolano a qualunque ora per San Salvario. Così, accanto alle proposte di mare, spuntano le focacce, la farinate e le pizze al padellino realizzate con una ricetta a metà strada tra la pizza al tegamino ligure e quella di scuola napoletana. Il risultato, come sempre accade quando la cucina tenta troppe strade, è molto altalenante. Alcuni piatti sono da promuovere (le pizze, le orecchiette con broccoli e vongole, la torta di nocciole con nutella), altri sono promettenti (la farinata con le sarde è davvero sfiziosa ma ci viene servita mezza bruciacchiata), altri ancora non arrivano alla sufficienza (la frittura di calamari è insipida e acquosa).

STAFF [VOTO: 6]

Il servizio è efficiente ma il personale, giovane e molto informale, dà l’idea di trovarsi lì per caso. Non guasterebbe un pizzico di professionalità in più (e addomi più coperti).

PREZZI [VOTO: 7]

Prezzi per tutte le tasche. Pizze al padellino dai 6 agli 8 euro. Cozze, fritture e tartare dai 6 ai 10. Primi e secondi dai 6 ai 16 euro.

PIATTO FORTE

Le orecchiette con vongole, broccoli e pomodori secchi sono ricche e ben cucinate.

PIATTO DEBOLE

Il calamaro è infingardo, si sa. Per rendere la frittura croccante e gustosa urge correggere il tiro.

TOILETTE [VOTO: 7]

Bagno in ordine, dall’aria volutamente demodé.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Pochi (piatti) ma buoni.

Taberna Libraria

tabernaTaberna Libraria
Via Bogino, 5 – Torino
Tel. 011 8128028
Chiuso domenica sera

VOTO FINALE: 7-

ATMOSFERA [VOTO: 7]

Il nome predispone già al meglio. Un po’ enoteca, un po’ bistrot, la Taberna è il posto in cui condividere buon vino e buone letture (qui si pratica il BookCrossing), piaceri bassi e pensieri alti. Il locale risulta accogliente nella sua semplicità, con i suoi tavolini microscopici (fatti con le cassette del vino), le tovagliette bordeaux e i libri impilati sulle mensole. Di grande impatto la parete di vini che accoglie all’ingresso: c’è solo l’imbarazzo della scelta per una serata di totale relax. Se avete grandi segreti da confidare, fatelo prima di entrare: i tavoli accanto sono a pochi centimetri.

CUCINA [VOTO: 6/7]

Se Torino avesse il mare, questo sarebbe il menu perfetto. Piatti della tradizione piemontese (vitello in salsa tonnata, agnolotti del plin, brasato al barolo) alternati a proposte ittiche. Le materie prime sono ottime e in cucina sono bravi e veloci, se pur con qualche piccola imperfezione qua e là. Nel Menu Degustazione Pesce sono riuscitissimi il carpaccio di tonno e branzino, la tartare di salmone agli agrumi con lenticchie, i ravioloni di formaggio ai gamberi. I pansotti di burrata con gamberi, invece, sono penalizzati da una salsa di pomodoro un po’ troppo acida e gli invitanti ravioli al ragù di branzino andrebbero aggiustati di sale. Nel Menu Piemontese il brasato al barolo è top, mentre il vitello tonnato è dignitoso ma migliorabile. Per i vegetariani il menu ruota attorno al formaggio: sfogliata di carciofi con fonduta, chicche di patate al castelmagno, tometta in crosta fillo. Scegliendo alla carta, si consiglia di iniziare con un piatto di jamon iberico e con l’insalata di polipo con patate e olive: squisiti! Interessanti anche il flan di cardi con bagna cauda, il risotto con cardi al nebbiolo, il filetto di maiale al blu di Moncenisio, il trancio di salmone con composta di cipolle. Tra i dolci, applausi al cremoso al torrone con salsa al mou e sale rosa dell’Himalaya. In alternativa, i classici bonet, panna cotta, pere alla barbera, tortino al cioccolato con cuore caldo. Ricca carta dei vini.

STAFF [VOTO: 6 ½ ]

Servizio cortese, efficiente, tendente allo sbrigativo.

PREZZI [VOTO: 7]

Conto adeguato: antipasti 8/12 euro, primi 9/10, secondi 14/18, dolci 4/5. Menu pesce 25 euro, menu piemontese e vegetariano 23.

PIATTO FORTE

I filetti di orata sono ben caramellati e accompagnati da un buon contorno di carciofi e patate.

PIATTO DEBOLE

Gli gnocchi con salsiccia di Bra e pecorino risultano asciutti e slegati. Deglutizione sofferta.

TOILETTE [VOTO: 7]

Bagno pulito, semplice, in ordine.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Qualche attenzione in più sia in sala che ai fornelli lo renderebbero una delle proposte più interessanti del centro storico, dove la buona cucina scarseggia.

SeaFood Bar

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Via Principe Amedeo 14b – Torino
Tel. 011 2071561 – 320 0162348
E-mail [email protected]
Chiuso il lunedì sera

 

 VOTO FINALE: 6 ½

 

ATMOSFERA [VOTO: 8]

Diciamolo subito: i franchising del cibo suscitano diffidenza a priori, ma l’idea del fast food del pesce è simpatica. Il SeaFood Bar è un format già sperimentato che ora fa il suo esordio a Torino sul lato sonnacchioso di piazza Carlo Alberto. Un posto informale in cui gustare in ogni momento il salmone e le altre raffinatezze del FoodLab fondato da Gianpaolo Ghilardotti. Le sale sono arredate con gusto, secondo le ormai abusate mode del momento: cassette della frutta appese al soffitto, grandi lavagne, pareti bianche, banconi con sgabelli rossi e legno a profusione. Nota di merito per l’angolo gastronomia con il pesce take-away, il piccolo dehors con vista sulla piazza e il servizio consegna negli uffici.

CUCINA [VOTO: 7]

È scritto anche sui muri del locale: solo pesce lavorato fresco, affumicature naturali con legno di faggio italiano, salagione eseguita a mano. Il pesce viene proposto in tre versioni: affumicato, non affumicato e cotto a vapore. Specializzati in salmone (norvegese, scozzese, Sockeye, Red King), propongono anche tonno, pesce spada, gamberi, mazzancolle. Tra i cotti a vapore, filetti di branzino, orata o salmone. Da provare i fishburger di salmone (sfizioso quello con erba cipollina), pesce spada o tonno. Tutti i piatti prevedono un abbinamento compreso nel prezzo (dalla spuma di robiola alla burrata pugliese, dalla misticanza di insalate e pomodori al flan di ricotta, dal sautè di patate all’insalata di fagioli cannellini). Chi ama la pasta con il pesce può buttarsi su linguine al salmone affumicato, paccheri con mazzancolle e gamberi, ravioli ricotta e spinaci al ragù di branzino. Dolci tradizionali: tiramisù, panna cotta, sorbetto al limone, soufflé di cioccolato, mascarpone ai frutti di bosco. Vini rigorosamente bianchi, con bolle o senza. Un delitto, però, il prosecco servito tiepido!

STAFF [VOTO: 5]

Il personale sarebbe da rimandare a settembre. È in evidente difficoltà, non ha i tempi, manca di organizzazione. Il risultato è un servizio molto lento e approssimativo, che fa passare in secondo piano l’atteggiamento cortese.

PREZZI [VOTO: 6]

Un pasto veloce con fishburger e un calice di prosecco resta sotto i 10 euro, ma non placa l’appetito. I primi oscillano tra i 7 e i 10 euro, gli affumicati tra i 6 e i 16, i non affumicati tra gli 8 e gli 11, i cotti a vapore tra i 7 e gli 11. Onesti i prezzi di dolci e vini al bicchiere.

PIATTO FORTE

Lodevole il fishburger preparato con filetto di salmone ed erba cipollina.

PIATTO DEBOLE

Il tonno andrebbe tolto prima dal fuoco per evitare l’effetto stoppa.

TOILETTE [VOTO: 7]

Appena rimessa a nuovo, semplice, pulita.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Il personale non può rimanere a bocca aperta di fronte a domande basilari sui vini in menu. Urgono ripetizioni.

Osteria Civassa

Osteria Civassa
Via Castagnevizza 7, Torino
Tel. 011 3722941
Chiuso la domenica

 
VOTO FINALE: 7/8
ATMOSFERA [VOTO: 7]

Sorella minore (e più economica) del Ristò Civassa di via Martiniana, questa microscopica osteria a due passi dallo stadio Olimpico non è un posto per chi vuole tirarsela ma per chi vuole mangiare il pesce in città senza farsi spennare. L’atmosfera è familiare e un po’ anni Settanta per via di quelle pareti spatolate in color arancio smorto. Pochi tavoli attaccati uno all’altro (e pazienza per l’intimità violata), una ventina di coperti in tutto, tovaglie di carta, specchi, credenze, mensole. Viste le dimensioni e il successo, la prenotazione è d’obbligo.

CUCINA [VOTO: 8]

La semplicità che conquista con un menu di solo pesce. Porzioni abbondanti, piatti poco elaborati ma preparati con cura e materie prima di qualità. Sfiziosi gli antipasti, come il carpaccio di pesce crudo, le sarde gratinate alla siciliana o la finissima di polpo. Non mancano le ostriche, le cozze alla marinara e le capesante gratinate. Lussuriosi i primi: gli indimenticabili fusilloni freschi al ragù di pesce spada, gli spaghetti allo scoglio o con vongole veraci, i cavatelli alle sarde, il risotto con scampi, gamberi e porcini. Molto interessanti i secondi piatti: la classica zuppa di pesce, la grigliata mista, il gigantesco ma leggero fritto misto, gli involtini di spada e tonno alla mugnaia, la tenerissima tagliata di pesce spada o tonno, talvolta proposta in ottime varianti (con impanatura al sesamo o, ancora più ghiotta, in crosta di pistacchi), oltre agli immancabili branzini, orate e gamberoni. Attenti alle succulente proposte del giorno. Da non perdere i dolci, primi fra tutti il tiramisù e la magnifica coppa Piemonte con crema al mascarpone, savoiardi imbevuti nell’Amaretto e granella di nocciole.

STAFF [VOTO: 9]

Il titolare Elman trasmette calma e serenità, accoglie i clienti col sorriso ed un’educazione fuori dal comune. In sala sono tutti molto cordiali e attenti senza essere invadenti. Tempi d’attesa ridotti al minimo, talvolta al punto da non avere la possibilità di completare un paio di frasi prima che arrivi la nuova portata.

PREZZI [VOTO: 7]

Cenare a base di buon pesce senza superare i 30 euro non è impresa facile. L’onesta carta propone antipasti tra gli 8 e i 12 euro, primi tra gli 8 e i 14, secondi tra i 10 e i 18. Dolci low-cost a 4 euro.

PIATTO FORTE

I fusilli freschi con ragù di pesce spada sono da bis: perfetta la cottura della pasta, sublime il condimento.

PIATTO DEBOLE

Nella pasta con sarde, pinoli e finocchietto l’accostamento dei sapori è promettente, ma la realizzazione non convince.

TOILETTE [VOTO: 5]

Pulita ma scomoda, soprattutto d’inverno: occorre uscire dal locale, entrare nel portone accanto e raggiungerla nel cortile.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Qualche asterisco in meno nel menu (leggi: meno pesce decongelato).

La Cucina di Lido Baggiani

La Cucina di Lido
Corso Novara 35, Torino
Tel. 011 2075527 – 349 0858594
Chiuso la domenica e il lunedì

 
VOTO FINALE: 6/7

ATMOSFERA [VOTO: 6]

Se Lido fosse a San Salvario, avrebbe la coda fuori dal locale. Invece è in terra di frontiera e per provare la sua valida cucina devi proprio andare a cercarlo. L’atmosfera anonima e l’età media da Villa Arzilla non aiutano. Qui si viene per mangiare (bene) e conversare in tranquillità, non per far colpo sulla nuova fiamma. Oltre alla sala principale, il locale comprende una spoglia stanzetta in fondo alla cucina, che può affascinare chi vuole vedere lo chef all’opera, e un dehors estivo animato da un folcloristico viavai.

CUCINA [VOTO: 7 ½ ]

Onore al merito di Lido Baggiani. La sua cucina è genuina, senza fronzoli, fatta di materie prime fresche assemblate con cura. La carta degli antipasti si divide equamente tra terra e mare: il polpo con le patate (tenerissimo, ghiotto, da non perdere) o la battuta di vitello, la tartare di tonno o il vitello tonnato (fatto come Dio comanda, con la carne ancora rosa e una salsa che richiede accurata scarpetta), le sarde in saor (digeribili nonostante la cipolla) o il flan di carciofi con fonduta. Sia tra i primi che tra i secondi prevale il pesce, a parte eccezioni come gli gnocchi al castelmagno o la tagliata di vitello: gustosi i tagliolini al ragù di pesce (forse solo un po’ troppo pepati) così come i ravioli di pescato e lo gnocco al ragù bianco di pesce. A seguire, filetto di dentice in crosta di pistacchio, bocconcini di pescatrice gratinati, cacciucco alla livornese, frittura di calamari, tagliata di tonno (ben condita e così tenera che si taglia con un grissino, lei sì, altro che il suo rivale in scatola). Tra i dolci fatti in casa eccellono il gelato alla crema di marroni e la fantasia millefoglie in coppa a base di crema e fragole. Non mancano i classici come il creme caramel, la tarte tatin (ottima, anche se servita senza panna né gelato) o la torta pere e cioccolato. Ottimi i grissini stirati a mano da Lido.

STAFF [VOTO: 6]

Servizio altalenante spesso affidato ad un solo cameriere che si aggira per la sala con aria smarrita. Ci pensa Lido a scaldare l’atmosfera passando di tanto in tanto tra i tavoli per due chiacchiere con i clienti.

PREZZI [VOTO: 7]

Con un antipasto, un piatto principale, un dolce e un quarto di vino sfuso si arriva a 30 euro. Onesto, se si considerano i prezzi spropositati di altri ristoranti torinesi che si piccano di essere i migliori in fatto di pesce.

PIATTO FORTE

Il gelato alla crema di marroni è una delizia che trovi solo da Lido. Guai a non provarla!

PIATTO DEBOLE

I ravioli di pescato, se pur con un ripieno eccellente, dovrebbero essere tenuti più al dente.

TOILETTE [VOTO: 8]

In perfetto ordine, pulita, spaziosa.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Calibrare i tempi in cucina: succede sovente che il cameriere si presenti con il primo mentre stai ancora gustando l’antipasto. Relax!

Trattoria d’Agata

Trattoria d’Agata
Corso XI Febbraio 6/B
Tel. 011 5214745 – 328 2616354
Orario: dalle 20 alle 23. La domenica aperti anche a pranzo dalle 12 alle 15
Chiuso il lunedì

 
VOTO FINALE: 6/7
ATMOSFERA [VOTO: 7]

Piacevole oasi di pace a due passi da Porta Palazzo. Le due sale con le volte in mattoni a vista sono curate e accoglienti, con luci basse e pochi tavoli sistemati a distanza tale da garantire intimità. Nonostante le tovaglie di carta e i bicchieri Ikea, l’atmosfera è formale, più da ristorante che da trattoria.

CUCINA [VOTO: 7]

Una cucina onesta e sincera. Carta esclusivamente a base di pesce e limitata a pochi piatti, di ispirazione sicula con incursioni in altre regioni di mare. Tra gli antipasti si distinguono gli ottimi bocconcini di baccalà impanati e le deliziose polpette di palamita. In alternativa, insalata polpo, finocchi e pistacchi, cozze ripiene, cannolicchi al gratin, carpaccio di spada, couscous gamberi e melanzane. I primi possono spaziare dai ghiotti paccheri con spada agli spaghetti con gamberi e bottarga. Tra i secondi, la ‘mpanata di calamari e gamberi, l’involtino di branzino alla siciliana, o l’imperdibile tagliata di tonno alla piastra con confettura di cipolle rosse. I dolci della casa sono tutti meritevoli. Su tutti, la tarte tatin estiva (con le pesche), il croccante con zabajone e il tris di cannolini siciliani.

STAFF [VOTO: 7]

Personale molto cortese e discreto, sempre disponibile a raccontare i piatti e consigliare i vini, prodigo nel rifornire continuamente acqua e pane. Talvolta il meccanismo del servizio si inceppa e i tempi di attesa si allungano.

PREZZI [VOTO: 6]

Per un cena a base di pesce, i prezzi sono tutto sommato ragionevoli (siamo sui 30-35 euro a testa, se non si eccede col vino). Antipasti tra i 9 e i 13 euro, primi a 11 euro, secondi a 16, dolci a 6 euro. In alternativa, il menu degustazione da 45 euro (tre antipasti, primo, secondo, dolce, zibibbo, caffè). Acqua, pane e bruschettine a volontà, offerti dalla casa.

PIATTO FORTE

Le polpette di palamita o di tonno sono un piacere che non vorresti finisse mai, sia nella versione in umido che nella versione in carpione, servita a temperatura ambiente.

PIATTO DEBOLE

Attenzione alla cottura della pasta! Le pappardelle, proposte alla calabrese con polpo e olive nere, sono gustose ma andrebbero tenute molto più al dente.

TOILETTE [VOTO: 8]

In ordine, pulita.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Brrrrr! Un paio di stufe in più, d’inverno.