Convegno “L’Europa e il Piemonte per la cultura”

unnamed (1) Per la prima volta la UE ha introdotto tra i fattori di crescita e di sviluppo, all’interno della propria strategia di Europa 2020, l’innovazione in campo culturale e sociale. Obiettivo è quello di sostenere la nascita di filiere trasversali tra i diversi settori culturali così da consentire ai singoli operatori di fuoriuscire dall’autoreferenzialità che in questi anni ha caratterizzato la cultura e acquisire un approccio innovativo. Ne parleremo lunedì 11 maggio alle 9.00 presso la Sala Viglione di Palazzo Lascaris, via Alfieri 15, Torino in un convegno dal titolo “L’Europa e il Piemonte per la cultura. L’innovazione come motore di sviluppo” organizzato dal gruppo SeD. Parteciperanno al dibattito alcuni operatori culturali e dei funzionari UE.

Apertura dei lavori:
Mercedes Bresso, Parlamentare europeo, Gruppo SeD
Davide Gariglio, Presidente Gruppo PD, Consiglio Regionale del Piemonte

Contributi:

Giuseppina De Santis, Assessore Innovazione Regione Piemonte
Antonella Parigi, Assessore Cultura Regione Piemonte
Silvia Costa, Presidente Commissione Cultura Parlamento Europeo
Erminia Sciacchitano, Policy Officer – Commissione Europea – DG Educazione Cultura
Luca Mattiotti, Segretariato Commissione sviluppo regionale – Parlamento europeo
Fabio Donato, Università di Ferrara, Rappresentante nazionale in Horizon 2020

INTERVENTI PREVISTI:
Fiorenzo Alfieri, Alessandro Allemandi, Sergio Ariotti, Patrizia Asproni, Alberto Barbera, Irene Calderoni, Evelina Christillin, Sarah Cosulich Canarutto, Massimo Lapucci, Beppe Navello, Germano Paini, Raffaella Rocchetta, Giorgia Turchetto, Mario Turetta, Daniele Valle, Walter Vergnano, Paola Zini

Dibattito aperto con gli operatori culturali

Modera Michele Ruggiero

Per informazioni: [email protected]

Alcune riflessioni sul Piano Juncker

Il Presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker ha presentato nelle scorse settimane il suo piano di investimenti per i prossimi tre anni. untitled2

Si tratta di un piano complesso, che presenta elementi di estrema novità. Certamente non si tratta di una soluzione a tutti i problemi dell’Unione europea, ma di un primo passo avanti.

Il piano prevede la nascita di un Fondo europeo per gli investimenti strategici di 21 miliardi a garanzia degli investimenti che i privati e gli Stati vorranno fare. La Bei (Banca europea degli investimenti) concederà prestiti pari a 3 volte il capitale e questo consentirà il coinvolgimento di privati e Stati (la Germania ha già manifestato l’intenzione di voler investire) moltiplicando il valore per 5, così da arrivare alla cifra di 315 miliardi.

Grazie al gruppo Socialisti e Democratici, di cui faccio parte, si è ottenuto che i soldi usati per gli investimenti non vadano calcolati nel patto di stabilità e crescita. Il gruppo SeD aveva anche chiesto di creare un fondo di investimenti che fosse pari ad almeno 100 miliardi di denaro pubblico 300 di privato per far ripartire l’economia con 800 miliardi di progetti finanziati, infatti è palese a tutti che se non rilanciamo gli investimenti non può ripartire l’economia e se l’Europa non mantiene gli investimenti perderà competitività.

Per arrivare ad ottenere i fondi dei privati credo che gli Stati dovrebbero detassare i fondi che i cittadini investono nei progetti europei. I cittadini avrebbero così una resa sicura (grazie al fondo di garanzia) e detassata e in più contribuirebbero con i loro fondi a generare sviluppo nel proprio territorio.