Slitta a settembre lo switch off di Lombardia e Piemonte Orientale

Potenza del calcio in televisione

Saranno almeno una dozzina di milioni gli italiani che attenderanno di passare al digitale terrestre per far sì che le emittenti televisive possano dare la massima copertura ai prossimi Mondiali di calcio in Sudafrica.

D’altronde l’Italia ci arriva da campione del mondo e lasciare all’oscuro la piu’ popolosa e ricca regione del Belpaese, assieme a una bella fetta del Nord, magari a causa di qualche disservizio, sarebbe stato un rischio troppo alto. Senza contare che, tre mesi prima del calcio d’inizio dell’evento piu’ atteso dell’anno, ci saranno le elezioni regionali, che necessitano di copertura informativa da par condicio analoga se non superiore ai mondiali di calcio.

Cosi’, si legge in un articolo di Milano Finanza, il governo ha rotto gli indugi e, dopo aver avuto l’assenso anche di Palazzo Chigi (che vuole evitare una replica del caos verificatosi nel Lazio lo scorso novembre), ha preso una decisione: salvo dietrofront dell’ultima ora, il passaggio alla tv digitale terrestre in Lombardia e nel Piemonte orientale non partira’ piu’ in primavera ma verra’ rimandato a settembre.

La Valle d’Aosta chiede di vedere il digitale

La Regione autonoma Valle d’Aosta chiede alle reti tv il miglioramento del servizio.  “Non possiamo imporre ai canali televisivi – spiega il presidente della Regione, Augusto Rollandin – di coprire con il loro segnale tutto il territorio. Tuttavia, tenuto conto dell’impegno e degli sforzi dell’amministrazione regionale per accompagnare i cittadini nel passaggio al digitale, e visti i problemi che ci sono stati segnalati, abbiamo chiesto all’Associazione Italiana per lo Sviluppo del Digitale Televisivo Terrestre – DGTVi, alla Rai, a Mediaset e a La7 di valutare, in tempi ragionevolmente brevi, la possibilità di estendere le loro trasmissioni in zone che attualmente non le ricevono”.

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A dicembre il digitale terrestre in Campania

Ora il digitale arriva in Campania

Dicembre sarà il mese della tv digitale in Campania che avvicina lo switch off che spegnerà il segnale analogico per passare al digitale. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha diramato il calendario relativo alle varie zone campane che passeranno al digitale dal primo al 16 dicembre.

Il caos del digitale nel Lazio

Grossi problemi per l’arrivo de digitale terrestre nel Lazio

Un esordio ad ostacoli. Gli inciampi non mancano nel primo giorno di «switch-off», il passaggio dalla tivù analogica al digitale terrestre. Al banco allestito da Adiconsum per segnalare i disagi, davanti alla stazione Termini, fino al primo pomeriggio di lunedì 16 novembre, si sono presentate oltre 200 persone. E sono circa 4 milioni di romani coinvolti nella transizione; 46 mila le chiamate arrivate al call center del ministero; 16.711 i bonus erogati per l’acquisto dei decoder. Mentre sono decuplicate le vendite di decoder e televisori a Roma.

«Sono stati circa 80mila i decoder venduti nel corso dell’ultimo mese» annuncia la catena Euronics, e altrettanti dovrebbero essere quelli venduti da Mediaworld e Trony. Numeri e disagi. Le problematiche segnalate sono ovunque le stesse: «Ho acceso tv e decoder, ma compare la scritta nessun segnale». E infatti, in oltre il 90% dei casi, la sgradita sorpresa è stato l’oscuramento del segnale anche per chi era già in possesso di decoder o tv abilitata.

Nel Lazio vicini allo switch off del 16 novembre

Giorni di passione in attesa dello spegnimento dei segnali analogici nel Lazio e a Roma

Conto alla rovescia a Roma in vista dello switch off del 16 novembre, quando la città dirà definitivamente addio alla tv analogica per passare al digitale terrestre. A poco più di una settimana, sono tra l’80 e il 90% – secondo le stime dell’associazione DGTVi – le famiglie romane che si sono dotate di un decoder. E la prossima settimana si moltiplicheranno gli sforzi di comunicazione per informare i cittadini sull’evento, che fino al 30 novembre si estenderà poi a tutto il Lazio.
“Siamo ormai al quinto switch off – sottolinea Andrea Ambrogetti, presidente del consorzio DGTVi – e ci conforta la risposta molto positiva dei romani: 8-9 famiglie su 10 si sono dotate di ricevitori, a conferma del fatto che la marcia di avvicinamento con lo switch over (cioè lo spegnimento anticipato di Raidue e Retequattro, ndr) ha funzionato”. Quella di Roma – che diventerà ‘all digital’ prima di altre grandi capitali europee come Londra, Parigi e Madrid – è comunque una tappa molto importante: “Sono 2 milioni 300 mila le famiglie coinvolte – spiega Ambrogetti – e ci aspettiamo molte richieste soprattutto sulla sintonizzazione dei canali”, scoglio da affrontare per chi si confronta con la nuova tecnologia e operazione da ripetere in ogni caso dopo lo switch off del 16 novembre.

Digitale terrestre ed anziani

Finalmente qualcuno ah il coraggio di dire che il problema degli anziani e DTT è gravissimo

Panico nel Trentino-Alto Adige per l’utenza più anziana, che si è trovata spiazzata quando il passaggio al Digitale Terrestre ha causato l’oscuramento dei tradizionali canali televisivi. Innumerevoli le chiamate degli utenti per segnalare fantomatici guasti tecnici.

Non solo gli anziani, ma anche i meno avvezzi alla nuova tecnologia sono sul piede di guerra, minacciando future denunce e la disdetta del canone Rai. Le proteste sono sempre più numerose sebbene, la Regione, abbia incaricato un certo numero di tecnici per l’installazione gratuita dei decoder agli anziani con più di 75 anni.

Alla scarsa adattabilità dei meno tecnologici, si deve aggiungere sia la presenza in diverse case di televisori molto vecchi, ai quali è praticamente impossibile collegare i più moderni decoder digitali, ma anche delle antenne centralizzate che hanno visto nascere le prime trasmissioni televisive.

Considerando anche che a questa utenza dell’interattività e delle nuove frontiere digitali quasi nulla interessa, era prevedibile che questa transazione si sarebbe trasformata in una vera e propria scena tragicomica. Si attendono ulteriori sviluppi, ma c’è già chi parla di riaccendere i cari ripetitori analogici.

Disastro digitale terrestre

La situazione in Piemonte diventa difficile da gestire

Disastro digitale. A un mese dallo «swicth-off» che ha traghettato torinesi e cuneesi dal segnale analogico della televisione le proteste non si fermano. Come i disagi, i canali che spariscono, ritornano, scompaiono di nuovo. Ora, accanto ai cittadini, scendono sul piede di guerra anche gli installatori: «Un disastro – dice Umberto Pellegrini, titolare di una ditta individuale a Vinovo – di fronte ai primi problemi sorti a maggio dopo lo switch-over pensavamo che il passaggio definitivo di ottobre avrebbe risolto i guai. Invece, paradossalmente, la seconda fase del passaggio al digitale è stata e continua a essere più problematica della prima». Risultato? «I clienti se la prendono con noi, cominciano a pensare che siamo noi antennisti gli incapaci. E come dar loro torto, se un impianto installato ieri oggi non funziona più? Inutile spiegare che la causa sono i continui cambiamenti del segnale».

No segnale no canone

Ora il passaggio al digital terrestre diventa un problema politico

In Piemonte non si vede bene il digitale terrestre? «No segnale no canone». E’ quanto sostiene Roberto Rao, capogruppo Udc in Commissione di vigilanza Rai, all’indomani dell’intervista concessa a La Stampa da Andrea Ambrogetti, presidente del consorzio Dgtvi. Giudicando «deboli o false» alcune dichiarazioni di Ambrogetti, Rao sostiene la linea dura della protesta

Digitale Terrestre senza stress

Adiconsum propone i suoi suggerimenti per il passaggio al digitale terrestre.

Il passaggio dall’analogico al digitale è per natura problematico
Passare dalla tv analogica a quella digitale è tecnologicamente complesso. Centinaia sono i tecnici impegnati a far sì che i canali televisivi siano visibili da tutti. Forse non tutti sanno che il passaggio al digitale è una scelta europea che garantirà uno sviluppo della televisione a vantaggio della qualità della visione e della quantità di canali, mettendo finalmente ordine nella giungla delle frequenze e garantendo maggiore pluralismo.

Analizzare i propri apparati di ricezione
Prima di fare nuovi acquisti occorre verificare il proprio impianto di trasmissione televisiva. Se si ha già in casa un decoder (sat, terrestre o IPTV) durante lo switch over non occorre fare nulla. Se si ha un televisore privo di presa scart invece si potrebbero avere maggiori difficoltà. Forse sarebbe meglio acquistarne uno nuovo. Per legge i nuovi televisori in commercio hanno al loro interno un decoder digitale, al posto di quello esterno. Importante: per ogni televisore occorre un decoder! Ricordare inoltre che i videoregistratori non hanno il sintonizzatore analogico e quindi possono essere utilizzati solo parzialmente.

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A Torino casino digitale

Il giorno più lungo a Torino è stato il giorno più caotico.

Qualcuno ieri mattina s’è trovato due «Rai Uno» o due «Rai Tre». Niente paura, si chiama “cerotto”, ideato per cautelarsi in caso di problemi. Durerà qualche giorno, poi uno dei due canali sparirà. E comunque, se vi siete trovati il “cerotto” siete fortunati. Vuol dire che vedete la tv. Voi due «Rai Tre», qualcuno nessuno. Buio totale, schermo grigio e niente tivù. O, peggio ancora, finestra sul mondo ristretta a un paio di canali di quart’ordine: «Vedo solo Rete Capri e Tele Varese», tuonava ieri sera alle otto la signora Marisa da piazza Bernini. «E lo stesso succede ai miei vicini di casa. Eppure abbiamo tutti effettuato la risintonizzazione».

Imboscate della tecnologia, nel giorno del passaggio finale al digitale terrestre per le province di Torino e Cuneo. Tre milioni di persone. Tecnicamente tutto è filato liscio. Bastava pigiare un pulsante. Alle sette tutti i vecchi ripetitori erano spenti e quelli nuovi – o riadattati – già attivi. Il segnale era pulito. Dal punto di vista pratico, invece, è stata una mezza catastrofe. Una Torino a macchia di leopardo, alloggi e interi condomini senza segnale; vallate e comuni di montagna senza televisione; centinaia di chiamate al numero verde del ministero, alla redazione de La Stampa e a quelle di tante tv private locali; una moltitudine in fila allo sportello della Rai di Torino per chiedere informazioni.