In scena al teatro Regio di Torino fino al 14 giugno il Faust di Charles Gounod, nel nuovo allestimento coprodotto con la Israele Opera di Tel Aviv e l’ Opera di Losanna, per la regia di Stefano Poda. Artista tra i più poetici della scena internazionale, firma anche i costumi, le scene, le luci e la coreografia. Protagonisti in scena, diretti da Gianandrea Noseda, Ilda Abdrazakov nel ruolo di Mefistofele, Charles Castronovo in quello di Faust, Irina Lungu in quello di Margherita e Vasilij Ladjuk in quello di Valentin.
Orchestra e Coro del Teatro Regio sono diretti da Carlo Fenoglio. In occasione delle recite del Faust i lavoratori del teatro Regio e il Circolo Ricreativo culturale e sportivo del teatro promuovono la raccolta di fondi a favore delle popolazioni colpite dal terremoto in Nepal.
Gould era interessato al Faust di Goethe, di cui lesse la traduzione in francese di Gerard De Nerval, come soggetto per un’opera già dalla fine degli anni Trenta dell’Ottocento e nel 1849 aveva abbozzato la scena della chiesa. Tuttavia il progetto prese corpo soltanto nel 1857, quando Jules Barbier accettò di realizzare il libretto, proponendo di collaborare con Michel Carré, autore di una commedia ispirata allo stesso soggetto, poi utilizzata come base per l’elaborazione librettisti. Il libretto per Gould reintrodusse elementi forti dell’opera originale, come la morte di Valentin, la Notte di Valperga e la prigionia di Marguerite. L’opera venne accolta trionfalmente al Theatre Lyrique nel 1859 e fu subito trasformata da opera-comiche, con le parti recitate tra un numero musicale e l’altro, in grand-opera, interamente cantata, forma nella quale è normalmente rappresentata e che corrispondeva all’idea originale di Gould. Nella versione londinese del 1864 fu introdotta la preghiera di Valentin e in quella del 1869, all’Opera, comparvero i balletti del quinto atto. L’opera risultò un modello di fusione perfetta del fasto del grand-opera con un’inclinazione intimista e sentimentale.