Gesti semplici, come leggere in silenzio e scrivere un biglietto

Cara E.,

a te capita che mentre vivi le cose non ti rendi del tutto conto di cosa stia accadendo e dopo, nei giorni dopo, piano piano, come piccole schegge luminose di un puzzle, i ricordi, le sensazioni, le parole dette e ascoltate, ritornano dentro di te e compongono il quadro di cosa è successo e di cosa hai provato in quel momento? E le emozioni sono forti e chiare e limpide e potenti, più che mai.

Giovedì scorso, 26 settembre, alle ore 20:30, nella sede dell’agenzia creativa 515 Creative Shops è andato in scena il nostro evento mensile, per l’occasione in una veste diversa dal solito. Ci siamo trovate con altre 40 persone a leggere in silenzio, sdraiati tra tappeti e cuscini, lampade da terra, sedie e tavolini. Tra noi, un piccolo gruppo di appassionati, curiosi, amici, familiari, lettrici e lettori ognuno a modo proprio, ognuno con il proprio libro, ognuno con il proprio sguardo e il proprio batticuore in quella sera di pioggia cittadina.

Nel silenzio di quelle pagine lette con il sottofondo musicale della pioggia sul tetto, tra gli occhi attenti che scorrevano le parole sui libri, è nato un piccolo spazio di pace, dove ognuno ha potuto assaporare il suo silenzio, la sua serenità, il suo benessere e metterlo in comune con gli altri. Le cose belle accadono quando si crea un senso di comunità, perché lì nascono i pensieri la condivisione i desideri le sinergie le possibilità.

Non sapevamo come sarebbe andata, quanta gente sarebbe venuta, se quella presente sarebbe stata felice, coinvolta, perplessa o chissà che. E invece, leggi e senti che bomba emozionale:

È stato incredibilmente divertente…

Non avevo mai letto insieme ad altre persone…

Spegnersi in una lettura solitaria e condividere con sconosciuti ‘compagni’ di tappeto, risa, sguardi…

Compagne di banco come il Bloomsbury group di Londra nel 1905…

Stasera ci siamo presi una pausa dalla frenesia della vita…

Dopo settimane di momenti bui, un’ora di pace…

Da ripetere per nutrire l’anima…

Questi, alcuni dei sentimenti, delle emozioni, delle parole di chi ha partecipato. Questi i bigliettini che abbiamo raccolto come sempre e che stanno diventando il nostro tesoro sommerso di pensieri e sensazioni che sono pietre preziose, frutto dell’incontro, del dialogo, del pensiero messo in comune ed espresso in modo anonimo e semplice, come da ragazzini, prima della rete, prima dei 140 caratteri massimo, prima delle k e delle x per velocizzare la vita che deve correre (…dove poi?).

Oggi, a una settimana di distanza da quel momento magico, noi possiamo dire che sempre più, scopriamo il valore dei piccoli spazi dentro cui racchiudere gesti semplici e azioni facili, poche piccole semplici cose, come leggere in silenzio, scrivere un biglietto, lasciare un proprio pensiero, senza rincorrere alcunché.

Un messaggio per lettrici e lettori: bello che ci siate stati tutte e tutti, bello che abbiate chiesto quando lo rifaremo, bello anche che le due compagne di banco abbiano progetti megalomani e vogliano portarvi in altri luoghi inusuali a leggere e costruire insieme momenti di senso!

Chiara

Cara C,

è stato bellissimo!!!

Mi hai riportata con la mente all’oasi di pace di giovedì 26 settembre, nel magnifico spazio 515 Creative Shop, nel cuore di Torino.

Abbiamo creato un evento unico, che è diventato un bellissimo ricordo nella libreria della memoria di Compagne di banco. Sedute sui cuscini adagiati su tappeti antichi, il silenzio e la pioggia sono stati la colonna sonora per stare in compagnia delle trame dei nostri libri.

Un bigliettino depositato nella nostra scatola dei bigliettini, ci ha lasciato un ricordo epico:

“Compagne di banco come il Bloomsbury Group di Londra nel 1905.

Un forte esempio di come un gruppo di amici, appassionati generassero momenti di cultura e riflessione senza gerarchia, sono riusciti a dare e far conoscere il loro punto di vista nella cultura, nell’arte, nella politica e nell’opinione pubblica.

Vento in poppa, compagne! Continuate così!”

Passione, punti di vista, amicizia, obiettivi comuni, senza gerarchia: una rivoluzione silenziosa che riparte dalla cultura come culto, come sacro, come celebrazione di uno spazio di libertà.

Elena

Autore: Redazione

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