Ma siamo più morti o più santi?

Cara E.,

Eccoci a novembre, il mese dei morti, un mese che con un nome così si porta addosso un biglietto da visita di non poco peso.

Immagina il giro di presentazioni tra i dodici mesi. Parte agosto, caldo vacanziero e spudorato, ciao sono agosto moglie mia non ti conosco, ribatte dicembre, nevoso e festoso, da me è nato il Salvatore e fa capolino Babbo Natale, ribatte febbraio, travestito come piace a lui, con me si ride si scherza e si mangiano bugie! e così via fino a lui, novembre, nebbioso e spento, ciao io sono il mese dei morti. Ah. Ah però. In effetti, senza morte, non c’è vita, tutto nasce e tutto muore, quindi perché stupirsi spaventarsi intristirsi?

A me il dubbio viene più che altro sul perché dato che novembre si porta dentro il giorno dei morti e senza soluzione di continuità anche il giorno dei santi (anzi, viceversa), perché lo conosciamo tutti solo per uno dei due lati della sua medaglia?

Verrebbe da pensare che la santità fa meno notizia della morte e che per quanto la fine di tutto e tutti ci spaventi e generi repulsione, in realtà è una delle cose più umane che abbiamo, ben più vicina al nostro sentire e capire e agire di quanto lo sia la santità.

Discorso arduo eh? La nostra natura materiale e fisica di base rifugge il pensiero di un passaggio verso l’ignoto regno dell’aldilà, benché sia fuga vana, la strada è quella. Tutto comincia, tutto finisce. E chi lo sa che quel tanto temuto passaggio sconosciuto non sia in qualche modo una forma di santità?

Così, mentre me ne sto in attesa che il grande Zot divino (qualunque divino sia, quello in cui credo io o quello in cui credi tu, lui, lei, loro…) mi fulmini come nei fumetti di B.C., ti chiedo: ma tu, ti senti più morta o più santa ?

Personalmente, per quanto spaventosa possa essere, nella mia natura molto terra incrocio le dita e mi affido alla Vecchia Signora, sulla scia di un grande della letteratura che ha detto:

La vita è una grande sorpresa. Non vedo perché la morte non potrebbe esserne una anche più grande.

Vladimir Nabokov

Chiara

Cara C.,

Io adoro la festa dei morti latina, proprio perché nella loro tradizione si tratta di una visita che viene fatta dai parenti scomparsi che tornano a trovarti come vecchi amici. Si tratta di una festa con chitarre e maracas che ti ricorda che la vita compresa di morte è un ballo in maschera tutto da danzare. I morti, nella tradizione latina, vengono a trovarti per ricordarti da dove vieni, e, con affetto ti lasciano dolcini in cambio di lumini e candeline.

Alla tua domanda: “ti senti più morta o più santa?”, rispondo che mi sento o vorrei sentirmi in odor di santità. I santi sono perfetti, sono dei miti, dei punti di riferimento, sono le figurine panini della squadra di Dio.

Tu mi conosci Chiara, sono così idealista che potrei identificarmi solo con i santi.

Ma quanti sono i santi?

Cosa hanno fatto per essere nominati santi, e poi da chi?

Vado a cercare notizie sulla vita di alcuni santi e mi si gela il sangue nelle vene, e in verità non riesco così a identificarmi con personaggi e narrazioni meravigliose e poco credibili.

I santi e le sante hanno fatto cose incredibili che non riuscirei mai a fare, neanche vorrei immaginare di fare. I santi sono infaticabili, pronti al sacrificio e al martirio, io no, non voglio occhi sulle mani, parlare coi lupi.

Ci sono poi i big tra i santi, i santi patroni che sono forse il podio a cui potrei aspirare.

Ma chi vorrei proteggere e chi vorrebbe essere protetto da me? Una città? un gruppo sociale, un mestiere, una professione?

Ho trovato: vorrei essere la protettrice delle compagne di banco

Gli ex voto potrebbero essere i bigliettini.

Dio potrebbe essere una biblioteca.

I santi i libri.

cara C., oggi non solo mi sento in odor di santità ma anche in vena di confidenze

Sai che una delle mie poesie preferite, che è anche una canzone, che è anche la prima poesia scritta in italiano nel 1226 è il Cantico delle Creature.

L’autore chi è?

Un santuomo, Francesco d’Assisi, nato Giovanni di Pietro di Bernardone

Santo e patrono d’Italia.

Elena

Autore: Redazione

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