Quasi un trattato filosofico questo Tung lau hap woo (Utopians) di Scud. Da Honk Kong ci arriva un film a tratti onirico, che ci riporta a Socrate e all’antica Grecia, fondendola però pesantemente con la società asiatica di oggi.
All’Università arriva un nuovo professore, gay dichiarato, che comincia la prima lezione mostrando la foto di due ragazzi nudi che si baciano e raccontando come nella Grecia antica, la culla della cultura e della democrazia, l’omosessualità fosse accettata come rapporto normale e addirittura come elevazione verso la filosofia.
Il prof sconvolge con le sue dichiarazioni. Uno dei suoi studenti ne rimane affascinato e decide di approfondire. Finirà per diventare amante del professore e per questo i due dovranno affrontare un processo.
Si comincia con una scena importante. Il protagonista legato in croce, nudo, torturato ed eccitato da una donna nuda mascherata e da un uomo, anch’esso nudo. E’ un sogno ricorrente, quasi un’allucinazione che sconvolge l’animo del ragazzo prima ancora che si presenti il professore.
Molti i momenti onirici, molta l’eleganza delle riprese, della fotografia. Frequente l’utilizzo del pianosequenza, che serve a puntellare i momenti di confusione mentale del protagonista.
Il film è complesso, nasconde molto ed è leggibile sotto molteplici punti di vista. Comunque da vedere (magari non come ultimo spettacolo di giornata come è capitato al sottoscritto).