Con THE FORBIDDEN ROOM siamo di fronte ad uno splendido gioco vintage dedicato a tutti i cinefili veri (ma solo a loro, fate attenzione).
Guy Maddin gioca con le immagini, con le storie, con gli effetti, con i filtri, con tutto. In post produzione dev’essere stata una faticaccia di quelle impressionanti.
Si parte dai titoli di testa, che paiono arrivare dritti dritti dagli anni ’50, ma poi si continua con stili che si fondono facendone nascere di nuovi. Si va dagli horro della Hammer al Gabinetto del dottor Caligari, da Nosferatu a Melies ad un sacco di altra roba che probabilmente mi è sfuggita.
La storia è un crogiuolo di vicende avventurose. Si parte in un sottomarino con una stanza segreta ed un carico di gelatina esplosiva che sta per sciogliersi (naturalmente dopo un prologo che spiega come ci si fa il bagno). Poi si viaggia verso la storia di un boscaiolo che deve salvare una donna rapita da un branco di lupi. E ancora una serie di sogni, un uomo ossessionato dai culi che nemmeno Tinto Brass, un balletto di donne scheletro, un conciaossi, una donna che si spappola in moto, un ladro di calamari. Mille storie una dentro l’altra, con una vicenda che però poi arriva alla sua chiara conclusione.
Una splendida avventura raccontata con passione e omaggi a pioggia. Lo stile grafico però non è proprio per tutti.