E’ probabile che con THE DRESSMAKER Kate Winslet strapperà una candidatura agli Oscar ma se volete sono pronto a sottoscrivere fin da subito che Judy Davis la statuetta per la miglior attrice non protagonista la vincerà a mani basse.
Jocelyn Moorhouse realizza una splendida storia, classica vicenda di rivincita. Tilly torna nel suo minuscolo paesino nel nulla australiano del 1951 dopo esservi stata cacciata un paio di decenni prima con l’accusa di aver ucciso un ragazzino suo coetaneo. Lei di quella vicenda non ricorda nulla ed è tornata per cercare di chiarire, oltre che per aiutare la madre che soffre di demenza senile.
In paese però nessuno l’ha ancora perdonata e forse solo grazie alla sua abilità di sarta e stilista riuscirà a riconquistare i suoi concittadini… ho detto “forse”.
Si comincia con una serie di splendide inquadrature del paesaggio circostante che si chiudono con l’entrata in scena da vera star hollywoodiana della Winslet. Prima battuta del film: “I’m back, bastards!”. Chiaro, no?
Come detto la Winslet è splendida ma Judy davis, che interpreta la madre, è davvero fenomenale. Il film è vivo, divertente, folgorante a tratti. Siamo in un paese di personaggi folli, dalla giovane che vuole fuggire (ma anche no) allo sceriffo che ama lustrini e pajettes.
La vicenda si trasforma in uno scontro tra stiliste, abbiamo un matrimonio che diventa una sfilata di moda e una storia d’amore che stenta a decollare. Paura, rivincita, insicurezza, vendetta, anche amore.
Ma il finale è da vero e proprio revenge movie, senza pietà.