Se ricordate The Loved Ones sappiate che ci troviamo di fronte a qualcosa di completamente diverso. Questa volta, con THE DEVIL’S CANDY, Sean Byrne ha realizzato un horror molto classico, pulito, funzionante, ma perfettamente classico.
La famigliola serena (un po’ metal ma serena) trova una casa bella e grande, con un enorme spazio che può trasformarsi in laboratorio per il papà artista…e costa pure pochino.
Costa pochino perchè anni prima lì sono morte due persone. Ufficialmente un’anziana è caduta dalle scale e il marito non ha retto al dolore e si è suicidato. Noi però abbiamo già visto nel prologo che è stato il figlio malato di mente (il diavolo gli parla) a far fuori entrambi.
Il figliol prodigo esce dal manicomio e decide di tornare a casa.
Da qui tutto il film, un horro in buona parte metal, sia per le musiche che per l’ambientazione, in cui un ruolo importante (vi accorgerete quanto) ha anche una chitarra Fender.
Abbiamo voci, quadri dipinti inconsapevolmente, violenze, bambini che devono essere sacrificati. Tutto raccontato con mestiere e perfetta tecnica. Il film è un horror vero, teso, serio. Non c’è praticamente nulla di nuovo ma non c’è nemmeno un pelino fuori posto (o quasi).
Ottima la sequenza con il montaggio alternato tra il tipo che sega la sua vittima e il papà pittore che dipinge a spatolate il suo quadro.