Un discreto thriller su toni decisamente horro, The canal è in fondo una storia di fantasmi e Ivan Kavanagh la racconta con buona efficacia.
Lui è un archivista cinematografico e si trasferisce con la splendida moglie in una vecchia casa. Tra le pellicole che visiona scopre però che nel 1902 in quella casa un uomo ha sterminato la famiglia e la cosa lo turba non poco.
Tra l’altro la sua storia d’amore, che crede inattaccabile, subisce un clamoroso stop perchè becca la moglie a letto con un altro. La notte stessa la donna scompare e inevitabilmente lui è il primo sospettato.
A quel punto comincia però ad indagare perchè è convinto che la sua casa e tutta la zona siano infestate dal fantasma dell’assassino del 1902 e che sia stato lui ad uccidere la moglia. Addirittura è convinto di averlo visto.
Così tra pellicole ritrovate e video girati con cineprese d’epoca scopre che tutta la zona intonro al canale che scorre vicino casa è stata nei secoli teatro di indicibili orrori, al cui centro c’è proprio la casa.
Il suo è un precipitare vorticoso verso la follia. Realtà e incubo si fondono. Non è più chiaro cosa accada e cosa lui sogna soltanto. Inutili gli aiuti di un’amica e della ragazza che si occupa del bimbo. Il crollo è verticale e viaggia dritto verso l’horror più crudo.
Fino ad un finale che è horror puro, sebbene decisamente ovvio.
Frase da ricordare: “I sospetti cadono sempre sul marito. E sa perchè? Perchè è stato sempre il marito! Tutte le sante volte!”