Tra le cose migliori fin qui viste al Lovers Film Fest c’è Just Charlie di Rebekah Fortune. Una sorta di “Billy Elliot” in chiave identità di genere. Un dramma adolescenziale nel quale un ragazzino di 14 anni decide di dire alla famiglie che lui in quel corpo da maschio si sente a disagio, estraneo… è un corpo non suo.
Charlie è un promettente calciatore, appoggiato dal padre che vorrebbe riversare sul figlio la sua mancata carriera sportiva. Quando però arriva l’occasione giusta, un provino col City, Charlie sembra volersi tirare indietro, riemergono le sue difficoltà in ogni aspetto della vita: l’unico momento in cui Charlie è sereno è quando riesce a nascondersi per truccarsi e vestirsi con gli abiti della sorella.
Quando il padre lo scopre lui decide di non nascondersi ma di rivelare alla famiglia che non sente suo quel corpo da maschio: Charlie si è sempre sentito una femmina. Madre e sorella decidono di appoggiare il suo percorso, per il padre è invece molto più difficile perchè crollano i sogni che aveva proiettato sul figlio.
Sarà un percorso lungo, il cui primo passo dovrà essere quello ci riconquistare il padre e gli amici, perchè il resto della comunità in cui vive esclude immediatamente la famiglia. A dare una mano a Charlie sono la madre, la sorella e… il suo allenatore.
Perchè il punto è proprio questo: lei è sempre Charlie, just Charlie. Continua ad amare il calcio alla follia, continua ad amare le cose che ha sempre amato e gli amici che ha sempre avuto accanto. Solo che ora ha deciso di farlo a volto scoperto, con quella che è la sua vera identità di genere.
Film davvero coinvolgente e ben raccontato, con una splendida interpretazione del piccolo Harry Gilby.