Rocco Riccio, regista del circuito torinese ActingOut, sta lavorando ormai da un anno al progetto Sarajevolution, un documentario che intende raccontare Sarajevo a vent’anni dalla guerra, partendo dalla Vijecnica, la sua biblioteca, luogo di storia e cultura.
Da pochi giorni è attiva su Indiegogo una campagna di crowdfunding per raccogliere i soldi necessari a completare il progetto.
Abbiamo avuto la possibilità di intervistare Rocco Riccio, che ci ha raccontato i dettagli del progetto Sarajevolution.
Sarajevolution è un progetto che parte da lontano, anche temporalmente. Vuoi raccontarci in breve come nasce?
Sarajevolution è un progetto che parte dall’estate scorsa quando i due autori, Marco Rubichi, bibliotecario, e Giulia Levi, studentessa esperta in materia di Balcani, e appena rientrata da un anno vissuto proprio a Sarajevo per il conseguimento di una tesi proprio sulla biblioteca di Sarajevo, si rivolsero a me per tradurre in immagini le loro idee e fare un documentario che partisse dalla biblioteca nazionale di Sarajevo della Vijecnica per andare ad analizzare i processi evolutivi di una città e di una società. Il progetto mi ha da subito affascinato, seppur pieno di chiariscuri, e nell’assumermi il ruolo della regia ho deciso di approfondire la questione.
Perchè proprio una biblioteca per raccontare un popolo ed un momento storico?
Considerando gli ambiti di provenienza di ciascuno di noi, da una parte quella mia personale di filmmaker, dall’altra quella letteraria degli autori, abbiamo trovato una sintesi nel considerare la biblioteca nazionale distrutta e in ricostruzione un simbolo, immagine e metafora di un mondo che cambia, che si compone e scompone quotidianamente lungo le complessità naturali della vita, delle istituzioni, delle identità culturale, delle etnie, delle generazioni future. Un microcosmo che vive le dialettiche intrinseche di un qualunque altro stato, come il nostro. Ma Sarajevo non è come tutte le altre, Sarajevo è una città che solo 20 anni fa è stata distrutta e ha vissuto la guerra e le sue conseguenze. Una città al cui interno vivono e convivono realtà culturali, istituzionali e religiose differenti ed opposte, come una sorta di Gerusalemme Europea dall’altra parte dell’Adriatico. Una città che da una parte mostra ancora i segni delle granate sui muri, ma che dall’altra mostra i germi di rinascita, di evoluzione, nel bene e nel male, e di vuoto, tipico del momento che precede una nuova nascita, che sicuramente farà di questa città una nuova Berlino dei Balcani. La Biblioteca è un luogo fisico dove si raccontano storie. Anche noi vogliamo raccontare delle storie, ognuna delle quali va a riempire gli scaffali virtuali di una biblioteca che ha visto bruciare libri, cultura, dignità, e che ora diventerà qualcos’ altro, sicuramente di diverso. E intercettare quell’istante che sta in mezzo al prima e il dopo.
Leggi la seconda parte dell’intervista con Rocco Riccio.