La comunità torinese, la setta che segue Guido Catalano, attendeva con forte curiosità questo Sono Guido e non guido. Devo riconoscere che l’esperimento di Alessandro Maria Buonomo è perfettamente riuscito e regista (e ovviamente protagonista) si sono presi carrettate di applausi nella sala grande del Massimo in una proiezione finita a mezzanotte inoltrata (per dire).
Si tratta di un mockumentary. Ma è assolutamente anche un documentario. La faccenda funziona così: la prima parte è un documantario classico, in cui si racconta chi è Guido Catalano, poi, così… nel normale flusso del racconto… entra in scena Armando Catalano e allora il film diventa uno spettacolo.
Armando è il fratello gemello (inesistente) di Guido, quello che in realtà scrive le poesie che Guido firma e recita in giro per l’Italia. Il suo ingresso in scena è devastante e immediatamente seguito da un delirante video sui gemelli famosi nella storia del mondo. Poi si riprende fiato e si continua a narrare la storia (in fondo vera) di Catalano, che però nel frattempo si è sdoppiato.
Insomma per capirci qualcosa dovete vederlo. Sappiate che chi conosce Guido non avrà difficoltà a riconoscere la sua storia. Non ho bene in mente cosa possa succedere a chi vedrà il film senza sapere nulla (o quasi) di Guido Catalano. Ma del resto perchè uno che non conosce Guido Catalano dovrebbe andare a vedere il film? (Ok, perchè è bello e divertente… ma non è quello il punto).
Nota per incasinarvi ancora un po’: tenete conto che questo sdoppiamento del poeta può in fondo essere preso non come un gioco ma come una personificazione dei due (o più) animi di Catalano Guido, ora anche Armando.