Provo a lasciarvi una veloce riflessione su quello che sarà l’evento culturale torinese ed italiano dei prossimi giorni.
Alle porte c’è infatti la ventinovesima edizione del Torino Film Festival.
Per tutto quello che riguarda il programma, i film da scegliere, gli orari e quant’altro vi rimando al sito del festival (e buon lavoro, perchè scegliere tr ai più di 200 film in cartellone non è cosa facile).
In questa sede vorrei invece fare due chiacchiere sulla storica mancanza di glamour del nostro festival.
La polemica è vecchia e man mano che il TFF cresce negli apprezzamenti della critica e nel numero di spettatori puntualmente ritorna con qualcuno (solitamente un politico) che tira fuori la solita frase: “Dobbiamo portare a Torino i grandi nomi del cinema mondiale”.
Quello che misteriosamente sembra sfuggire ai suddetti è che Torino non è Venezia e tantomeno Roma (si parla di festival), gli obiettivi sono diversi.
Il Torino Film Festival non è mai stato una vetrina per gli attori di Hollywood, non abbiamo – ad esempio – mai avuto una passerella.
I grossi nomi ci sono sempre stati, ma invece di guardarli sfilare in vestiti da sera e fotografarli si èe sempre preferito incontrarli in un bar di via Po col giaccone pesante e scambiarci magari anche due chiacchiere.
Il nostro festival nasce dal Festival Cinema Giovani e si porta giustamente dietro la sua tradizione.
A Torino c’è sperimentazione e giovani autori. A Torino si porta quello che in Italia nessuno ha mai visto prima. A Torino al centro si mettono i film, non le feste dei distributori.
Questa è la festa del nostro festival e se un giorno volessimo cambiare genere e metterci in concorrenza con gli altri ne usciremmo inevitabilmente sconfitti per una roboante differenza di fondi.
Capito questo mi sembrano incomprensibili le polemiche nate in conferenza stampa relative alla mancanza del film di Ficarra e Picone (ma esce in sala lo stesso giorno dell’apertura del festival, che senso avrebbe avuto?).
E tanto meno quelle legate alla presenza di Penelope Cruz (addirittura come madrina), faccenda su cui sembra essersi fissato l’assessore Coppola.
Il direttore Amelio ha spiegato di aver invitato tutte le troupe dei film che durante il festival stanno girando in città (compresa quindi quella di Castellitto con la Cruz) e chi vorrà passare sarà ben accetto.
Ma ovviamente – aggiungo io – nessuno di loro avrà tappeti rossi o serate dedicate.
Spero abbiate compreso la mia posizione, e approfitto per ringraziare Gianni Amelio per essere riuscito ancora una volta a trovare il giusto equilibrio.
E se volete dire la vostra siete ovviamente i benvenuti nei commenti.