Sala Uno del Massimo piena, tavolata con giochini per le seratine intime all’ingresso, la direttrice Chiara Pellegrini giustamente emozionata (che per la prima volta rivolge un appello anche alle istituzioni per il proseguio del festival) ed ha preso il via la threesome edition del Fish&Chips Film Festival.
Ad aprire le danze l’ottimo Pornocracy, il documentario di Ovidie che racconta cosa si nasconde dietro al mondo dei siti porno online gratuti, i “tube”. E’ un viaggio interessante e decisamente inquietante, diviso in capitoli tematici.
Si parte dalle vittime, che sono prima di tutto le ragazze, le attrici porno, che a causa del proliferare dei contenuti gratuiti online vengono pagate sempre meno (“10 volte meno rispetto a 10 anni fa”) e a cui vengono richieste attività sempre più estreme e sempre prima. (“Se hai porno gratuito puoi scoprire ogni cosa e hai voglia di capire qual è il limite successivo”). Vittime sono anche le case di produzione del porno, il 70% delle quali ha chiuso i battenti, con conseguenze sulla qualità e sull’etica (“L’etica finisce dove cominciano i soldi”). Vittime sono infine i più giovani, i minorenni, a cui era precluso l’accesso al mondo dei dvd e invece ora hanno accesso libero e gratuito a qualunque contenuto, anche quelli più estremi.
Poi si passa ai carnefici. E qui il filo del discorso si fa molto più intricato. Compaiono nomi come quello di Fabian Thylmann, che (comparso dal nulla nel 2006), è arrivato ad essere ad un certo momento della storia praticamente il monopolista dei siti porno gratuiti online. Poi però ci si perde nell’intrigo di società con sedi tra Lussemburgo e Cipro, tutte facenti cappo alla holding MindWin, poi diventata MindGeek. Le accuse sono pesanti: evasione fiscale, riciclaggio di denaro. PornHUb da solo (il più grande della miriade di siti del gruppo) nel 2012 fatturava 40 milioni di dollari al mese (si, al mese). MindWin utilizzò 362 milioni di dollari per acquistare i vari siti satellite. da dove arrivavano quei soldi? Ci si perde nel tentativo di ricostruzione.
Insomma di carne al fuoco ce n’è parecchia (i temi trattati sono molto più vasti di quanto vi ho accennato) e Ovidie cerca ditirare le fila di un discorso complicato, di un’operazione ancora in atto che ha fatto danni enormi alle società e alle persone.
Vi lascio qui di seguito il trailer di Pronocracy, mentre sul sito del Festival trovate il programma per i prossimi giorni.