Personal affairs è una commedia un po’ amara in cui Maha Haj butta dentro tutta l’autoironia israelo/palestinese di cui dispone con un risultato davvero notevole. Si ride, si sorride e un pochino ci si intristisce anche.
Siamo a Nazareth. Una coppia di anziani genitori trascina il proprio quotidiano in una totale mancanza di comunicazione. Lui sta 24 ore dietro al computer portatile. Lei fa la maglia o guarda telenovele. Un figlio vive in Svezia, una figlia è sposata, l’altro figlio è a Ramallah con una quasi fidanzata (con cui non convive).
Le situazioni di un divertente quotidiano si sussseguono. Vogliamo dire che siamo di fronte ad una “tipica famiglia palestinese”? Ovviamente stereotipata, ed allora certamente si.
I figli provano a smuovere i genitori, ma anche le loro vite non sono particolarmente felici.
Il film è estremamente divertente, con situazioni cretae perfettamente e che funzionano. Splendida la scena in cui la mamma rifila pietanze al figlio che è passato a trovarli (dove scopriamo che le mamme del mondo sono tutte uguali).
Naturalmente di messaggi sottotraccia ce ne sono parecchi. Su tutti la situazione palestinese, che viaggia in sottofondo come ormai assodata e ineluttabile. Eppure tristemente e inevitabilmente presente e protagonista.
Poi abbiamo un mare, un sogno realizzato a scapito di altri sogni minori. Eppure nulla cambia, si rimane nell’immobilismo quotidiano anche dopo tanti tentativi di uscirne.