Atteso, Love di Gaspar Noè ha aperto la prima edizioone del Fish & Chips Film festival di Torino. Primo (e probabilmente ultimo) passaggio italiano, nella sua versione integrale in 3D. Sala inevitabilmente piena.
Noè dichiara apertamente (nelle intenzioni ma anche durante il film mettendo la frase in bocca al suo protagonista) che le intenzioni della pellicola sono quelle di sdoganare il rapporto sessuale completo in una storia cinematografia (anche e soprattutto al di fuori del porno). Nello specifico Love racconta una storia d’amore intensa, in cui il sesso ha una parte fondamentale (come spesso accade), quindi – questo il senso – è necessario mostrare tutto.
Il pensiero lo condivido da tempo. Possibile che al cinema è possibile vedere violenze e uccisioni di ogni genere ma non un vero rapporto sessuale? Mi direte: le morti al cinema sono finte, gli atti sessuali veri. Usiamo Cgi anche per quello: al cinema esiste quello che si vede sullo schermo, non quello che fanno gli attori sul set.
Chiusa parentesi sulle intenzioni, passiamo al film.
Murphy viene svegliato dalla telefonata della mamma della sua ex fidanzata, distrutta perchè non vede la figlia da mesi, ha paura di un gesto estremo. Lui, che è reduce dalla sbronza di Natale ed ha intorno il figlio e la compagna, comincia a perdersi nei ricordi e pian piano ci viene sciorinata tutta la vicenda.
Ed è la vicenda di un amore forte, improvviso, pieno di passione e di sesso, un sesso in cui vengono coinvolte altre persone e che viene sperimentato in tante delle sue forme, con al centro sempre la coppia. Poi però ci sono tradimenti, irresistibili attrazioni e il giocattolo si rompe. Una storia di un amore come tanti.
Noè la organizza bene, mischia la cronologia (anche troppo a tratti), la vicenda è interessante da seguire fino in fondo. Poi, come da intenzioni, spazio (e molto) al sesso. Senza censura alcuna, ci mostra tutto quello che c’è da mostrare. Anche se poi la vera novità rispetto a molti altri film sul tema è che qui compare l’organo sessuale maschile e non c’è paura di mostrare la venuta dell’uomo.
Fondamentali le musiche, raccolte un po’ da tutta la storia del cinema, che punteggiano gli incontri sessuali dei protagonisti. Su tutti, per chi scrive e per gli argentiani che lo seguono, la nenia infantile di Profondo rosso che accompagna il primo momento fondamentale del film (che naturalmente è una scena di sesso).
Capitolo 3D. E’ un tridimensionale naturale, che non cerca l’effetto. Qualitativamente abbastanza scadente, soprattutto in alcuni momenti. Ciononostante non mancano un paio di momenti ad effetto, compreso quello noto del pene che eiacula frontalmente alla macchina da presa schizzando sperma direttamente sul pubblico in sala.
Mi sembre giusto chiudere su questa immagine.