Ve l’ho già detto che Sion Sono è diventato il mio “regista più fiko di tutti” preferito? LOVE e PEACE questa esplosione di passione per il folle giapponese.
Abbiamo un giovane vessato da tutti, un Fantozzi giapponese, preso per il culo a lavoro (e basta, perchè non frequenta nessun altro). Il suo sogno sarebbe di diventare un cantante famoso ma non ha la forza nemmeno per provarci. Poi però compra una tartarughina d’acqua e le rivela i suoi desideri. Il rettile (non vi dico i dettagli) finisce nelle fogne cittadine alla corte di un barbone che raccoglie animali e giocattoli dispersi e qui acquista il potere di esaudire i desideri.
Parte la scalata al successo dello sfigato, che diventa la rock star più ricercata della nazione intera.
Siamo al surreale massimo (di nuovo) per quello che in patria è stato definito il film di Natale di Sion Sono. Ed effettivamente abbiamo i buoni sentimenti, i regali e perfino Babbo Natale. Il tono e le immagini però sono quelle estreme a cui Sono ci ha abituato.
Così tra tartarughe giganti che cantano, bambole che prendono vita, barboni alcolizzati dal cuore buono, il “paradiso degli oggetti smarriti” nel cuore delle fogne e improbabili canzoni che diventano successi intergalattici Sono ci regala l’ennesima chicca di surrealismo.
Attenzione però, perchè non si scherza mica. Non è un gioco ma un film al tempo stesso dolce e crudele. Abbiamo messaggi chiari, perfino una morale. La follia, se volete, è sulle immagini e sui personaggi.
E poi c’è quel finale che ci porta dritti dritti fino a Ishiro Honda.