E’ un ottimo horror psicologico questo Lavender di Ed Gass-Donnelly. Teso, pieno, potente, ben costruito, ci porta per mano (e un po’ stringendoci lo stomaco) fino al finale perfetto e un pochino sorprendente.
Moglie, marito e una figlia. Lei 25 anni prima ha sterminato la famiglia quando era bambina. Poi si è ricostruita una vita. Ora fotografa case abbandonate, ma è particolarmente ossessionata da una casa particolare. E scopre di esserne la proprietaria. Un incidente in cui dimentica parte della sua vita attuale le servirà a riportare in luce eventi del passato, di cui aveva completamente perso memoria.
Come detto è un film molto ben costruito, teso il giusto e attento visivamente. Si comincia con una splendida e terribile sequenza iniziale. Personaggi immobile sulla scena e macchina da presa che si muove tra le stanze facendoci scoprire l’orrore appena accaduto.
Giochini come questo tornano anche in altri momenti del film, con un paio di ralenty ni momenti clou. La soluzione a me di solito pare forzata. In questo caso invece funziona perfettamente ed aggiunge fascino ad una vicenda già notevole.
Non mancano le cose classiche di un film di questo tono. Realtà e visioni che si fondono, immagini che arrivano dal passato, apparizioni, tutto accompagnato da una musica di fondo che svolge perfettamente il suo ruolo.
Piccoli indizi, piccoli regali nastrati di rosso, una stanza chiusa a chiave… cosa volete di più da questo film?