E così anche Claudio Amendola si lancia nella regia e devo ammettere che la cosa mi spaventava non poco. Invece La mossa del pinguino è una commedia pulita, ben fatta, molto tradizionale e divertente.
Bruno e Salvatore sono amici da sempre. Il primo è uno di quelli che “non cresceranno mai” rischiando continuamente di perdere moglie e figlio, Il secondo è invece bloccato nel seguire il padre malato.
L’ennesima idea strampalata di Bruno è di mettere insieme una squadra di curling, di cui naturalmente non sanno nulla, per raggiungere un sogno: partecipare alle Olimpiadi Invernali di Torino 2006.
Così assoldano due cialtroni del quartiere e si lanciano nell’impresa, creando inevitabilmente pasticci continui.
Lo svolgimento della commedia è più che classico. Situazione disastrosa (mancano soldi, sfratto), idea per risolvere il tutto (ma è idea segreta, Bruno alla moglie non dice nulla), poi si lavora per raggiungere l’obiettivo fino a quando tutto sembra crollare e viene buttato all’aria, salvo naturalmente recuperare all’ultimo per provare l’impresa.
Amendola è bravo, usa la macchina da presa con attenzione e senza eccessi e si affida ad un cast che rende inevitabilmente romanesca la faccenda. Edoardo Leo, Ricky Memphis e Antonello Fassari danno l’inevitabile impronta. Ennio Fantastichini è di altra pasta e si nota subito.
E poi c’è Francesca Inaudi, attrice a cui ho a più riprese dichiarato il mio amore cinematografico e che dimostra ancora una volta le sue grandi capacità infilando una scena decisamente forte in una commedia che non avrebbe ambizioni del genere.
Il messaggio ed il finale sono ovvi, ma una lacrimuccia di commozione riescono a farla spremere…