Angosciante fin dal primo minuto, con una musica di accompagnamento che martella fino alla fine, La mecanique de l’ombre di Thomas Kruithof è un ottimo spy-thriller all’americana, pur essendo del tutto europeo.
Il nostro protagonista, preciso e metodico all’esasperazione, rimane senza lavoro a 50 anni. Ma proprio per le sue caratteristiche viene contattato da un misterioso personaggio dei servizi segreti. Il suo compito sarà di trascrivere una serie di intercettazioni telefoniche, senza fare domande, senza parlare con nessuno.
Ovviamente la faccenda precipita. Tra le intercettazioni ne vengono fuori alcune che coinvolgono politici e una situazione di cronaca molto sentita. Il nostro scribacchino si troverà invischiato in qualcosa di immensamente più grande di lui e dovrà sopravvivere.
François Cluzet è assolutamente splendido, ma è l’intera vicenda a funzionare perfettamente, sia dal punto di vista dell’intreccio che da quello della costruzione e del racconto. Suspance, tensione continua e crescente, musiche che fanno da guida.
Pur non essendo un film d’azione si rimane sollevati sulle poltrone nella speranza che la tensione scemi, il ritmo cali.
Il protagonista è coinvolto suo malgrado (ma la crisi gli impone quel lavoro) e cerca in tutti i modi di restare fuori dai casini, che però gli si affollano addosso. Sorprendente, a questo proposito, il finale.
Nel cast anche la nostra Alba Rohrwacher.