Siamo alle solite!
Si arriva a gennaio e si ventila l’ipotesi di drastico ridimensionamento se non di chiusura di qualcuno dei festival cinemtografici cittadini.
Quest’anno è il turno di GLBT e CinemAmbiente, mica robetta.
Il problema sembra però essere un po’ più serio del solito (e già “il solito” non è che fosse una bellezza).
Durante l’ultima riunione la Fondazione che cura il Museo Nazionale del Cinema (e che gestisce anche TFF, GLBT e CinemAmbiente) non è riuscita a chiudere il bilancio.
I costanti cali di immissione di denaro da parte di Regione e Comune quest’anno subiranno un ulteriore colpo (pare 2 milioni sui 15 rimasti).
Considerando che i tre festival vivono con l’incredibile cifradi 3,5 milioni di euro (2,5 per il TFF, 550.000 per il GLBT e 400.000 per CinemAmbiente) è evidente che un ulteriore sottrazione non sarebbe sostenibile.
E visto che il TFF è giustamente intoccabile, le vittime sembrano predestinate.
Questa la situazione, a questo punto cosa vogliamo fare?
Nell’attesa di convincere i nostri governanti che la solita storia che con la cultura si mangia (soprattutto a Torino in questo momento) e che togliere soldi alla cultura è un suicidio, è evidente che bisogna trovare qualche altra soluzione temporanea.
Non sono il primo a pensare che un aiuto dal privato possa essere indispensabile.
In pratica il mio consiglio ad Alberto Barbera è di andare a cercare i soldi lì dove i soldi ci sono.
Non faccio nomi ma penso che ci siano importanti aziende strettamente legate al territorio che potrebbero essere interessate ad una partership col MNC e con i suoi festival.
A questo punto rimane da capire da quale parte vengano le resistenze.